Phubbing: cos’è, significato e come rovina le nostre relazioni

Redazione:

Se vi è capitato di restare delusi dal comportamento di chi guarda lo smartphone mentre state conversando con la suddetta persona, probabilmente avete di fronte un caso di phubbing. Questa parola, che si intreccia in maniera indiretta al tema della dipendenza da smartphone, descrive una situazione ormai molto tipica: parlare con qualcuno che non riesce a staccare i propri occhi dal telefonino.

Che cos’è il phubbing e quali sono le cause?

Il significato di phubbing può essere ricercato nella crasi tra le due parole inglesi che lo compongono: “phone“, appunto telefono, e “snubbing“, cioè snobbare. In pratica il phubbing descrive una situazione in cui chi guarda costantemente il telefono snobba la situazione che lo circonda. Chi “snobba” viene definito phubber, mentre chi lo subisce è il phubbee.

Ormai può capitare a tutti noi di fissare lo smartphone, principalmente in situazioni dove a prevalere è la noia: quando siamo sui mezzi pubblici oppure se siamo in attesa alle poste. Insomma, scrollare lo schermo del telefonino è diventata un’azione riempitiva. Eppure rischia di diventare uno strumento di evasione ed evitamento delle relazioni più strette e vicine.

Ma come mai accade ciò? C’è da dire che ormai la diffusione degli smartphone ha mutato in maniera profonda i nostri comportamenti e le nostre attività quotidiane, facendo emergere stili di vita spesso pericolosi per la salute mentale: pensiamo ad esempio al Doomscrolling, l’incessante voglia di scrollare senza un vero motivo, o la sindrome da Text Neck, che sta cambiando la fisionomia fisica della nostra schiena e del nostro collo.

All’origine di questo specifico fenomeno però ci sarebbe un disturbo dell’autocontrollo: praticamente non riusciamo a fare a meno di controllare lo smartphone, di guardarlo e di scrollare. Si tratta di una vera e propria tendenza compulsiva, che potrebbe essere anche associata alla FOMO, la Fear Of Missing Out, cioè la paura di restare fuori a tutto ciò che di importante accade online (e non solo).

Quali sono le conseguenze del phubbing?

Possiamo descrivere la situazione di phubbing come lo stare da soli ma insieme. L’esigenza di connetterci con il mondo online, anche se siamo circondati dai nostri amici o siamo a cena con il nostro partner, può determinare un isolamento sociale singolare.

La ricerca ha provato a delineare questo fenomeno, spiegando anche quali potrebbero essere le conseguenze nella vita reale. Ad esempio, uno studio del 2021 di Beukeboom & Pollmann ha evidenziato che più tempo passiamo allo smartphone in presenza del nostro partner, più la nostra relazione sarà insoddisfacente. In poche parole, si preferisce scrollare alla cieca invece che passare il tempo con l’altra persona.

A livello personale invece, il phubber potrebbe avere un abbassamento del tono dell’umore proprio a causa di questa riduzione di socialità e comunicazione con il prossimo, tanto da intaccare sentimenti sociali tipici in ognuno di noi, come mancanza di senso di appartenenza a una comunità, senso di realizzazione assente e bassa autostima.

Nonostante ciò, oggi questo comportamento viene percepito come normale e poco dannoso, figlio anche del fatto che, appunto, lo scrollare è diventata un’azione di uso comune che può essere notata ovunque e in qualsiasi persona. Eppure sentirsi isolati potrebbe portare a condizioni capaci di minare la salute mentale, come ansia, rabbia, depressione e, appunto, solitudine.

Inoltre, come se non bastasse, una ricerca del 2018 pubblicata sulla rivista Journal of Applied Social Psychology ha sottolineato che ci sono impatti negativi sociali immensi, come il peggioramento della comunicazione e delle relazioni tra persone.

Come uscire dal phubbing?

Ovviamente per evitare il phubbing bisogna semplicemente mettere via lo smartphone quando ci troviamo insieme ad altre persone. Oltre a essere un gesto di buona educazione, può aiutare a preservare la propria salute mentale.

Un altro consiglio è quello di evitare di rispondere ai messaggi in certi orari della giornata e non guardare le notifiche che ci arrivano: gli smartphone ci hanno abituato a rispondere a qualsiasi stimolo ci arrivi, dunque è un bene cercare di mettere un freno a tutto questo.

L’obiettivo primario è recuperare la capacità di intelligenza sociale, che consiste nell’ascoltare gli altri, dedicargli attenzione, empatizzare con il prossimo e con le loro emozioni, essere presenti nel momento senza farsi prendere dalle distrazioni dello smartphone.

Leggi anche: JOMO (Joy Of Missing Out): la gioia di perdersi qualcosa

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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