Come passare Natale da soli e come vivere al meglio le Feste

Redazione:

Essere soli a Natale non è un problema, eppure la società incita la comunità a un’immaginario di festa e gioia solamente se il 25 dicembre viene festeggiato con altre persone. Per molti però le feste natalizie non sono un momento di condivisione e allegria, ma un’opportunità per stare soli. Altre invece, per determinate circostanze, sono costrette a convivere con la solitudine.

In questo periodo, molte persone si ritrovano a dover affrontare la solitudine, una condizione che può assumere diverse sfumature. Tuttavia, essere “soli a Natale” può trasformarsi in un’opportunità unica di crescita personale e di riscoperta di sé.

Ma è davvero necessario che la solitudine venga vista come qualcosa di negativo? Questo articolo vuole offrire spunti e riflessioni per chi si trova a vivere il Natale da solo, mostrando che è possibile trasformare questa esperienza in un momento di benessere e significato. Attraverso suggerimenti pratici e una nuova prospettiva, è possibile riscoprire il vero valore delle feste, lontano dagli stereotipi e dalle aspettative sociali.

Cosa significa essere soli a Natale

Stare soli a Natale o trovarsi soli durante le Feste sono due situazioni che possono creare emozioni diverse nelle persone. C’è poi da dire che la solitudine può essere una condizione mentale che si presenta in due modi.

Da una parte può rivelarsi come una circostanza molto difficile da gestire, tanto da causare depressione, angoscia, ansia, bassa autostima, sfiducia di sé e sofferenza (in questo caso è utile consultare uno psicologo o uno psichiatria per varare un percorso terapeutico); dall’altra può rivelarsi un’occasione positiva per il nostro benessere interiore.

Nel caso in cui siamo di fronte a una condizione psicologica complessa, vengono descritti anche dei sintomi: senso di inadeguatezza, timore del giudizio altrui, pensieri negativi, sensazione di sentirsi soli in mezzo ad altra gente, difficoltà a dormire, ipertensione, percezione di un vuoto interiore e molto altro ancora.

Nel caso in cui invece la solitudine non sfoci in una condizione psicologica, siamo di fronte a un equilibrio personale ben centrato, che ci può portare a vedere la solitudine come un’occasione per riscoprire noi stessi, senza dover tenere in considerazione quanto la società impone nei nostri confronti.

Festività come Natale e Capodanno possono far sentire le persone in colpa se decidono di restare soli a Natale, ma non c’è nulla di male in questa scelta, così come non è per forza un dilemma ritrovarsi da soli a Natale senza averlo deciso direttamente.

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Come la società giudica stare da soli a Natale

Nella società contemporanea, la solitudine durante il Natale è spesso vista con una sfumatura negativa. Le pubblicità, i film, le serie televisive e i social media amplificano l’idea che il periodo natalizio debba essere vissuto in compagnia.

Questo crea un’aspettativa e una pressione sociale che può far sentire isolate le persone che trascorrono le feste da sole. O comunque farle sentire in colpa. Tuttavia, è importante capire che la solitudine non è necessariamente sinonimo di tristezza o abbandono.

Sempre più persone scelgono consapevolmente di passare il Natale in solitudine per concentrarsi su sé stesse, mentre altre si trovano a viverlo da sole a causa di eventi imprevisti, come la lontananza dagli affetti o la perdita di una persona cara. Queste esperienze possono essere vissute in modo positivo, se si abbandona il pregiudizio sociale legato alla solitudine natalizia.

È importante ricordare che questa scelta o circostanza non deve generare sensi di colpa. Essere soli durante le festività può essere un’opportunità per riflettere e crescere personalmente, oltre che per liberarsi dalle convenzioni sociali che spesso impongono modi di festeggiare.

E se fosse Christmas Blues, la depressione natalizia?

Come detto precedentemente, un conto è vivere la solitudine a Natale come un’occasione, abbandonando certe pressioni sociali. Un altro conto è vivere sensazioni profondamente negative, tanto che passare Natale da soli si rivela molto difficile e complesso. Una circostanza che, in alcune persone, potrebbe generare una depressione natalizia, nota come Christmas Blues.

Il termine “Christmas blues” non si riferisce semplicemente a un senso di malinconia e tristezza che molte persone provano durante il periodo delle feste natalizie, bensì può limitare e condizionare la propria qualità di vita. Alcune emozioni diventano così ingestibili e difficili da accettare che le feste vengono vissute con un forte e profondo dolore. E spesso è insita in persone che presentano già un’instabilità emotiva.

Le cause possono essere molteplici: il confronto con la vita degli altri, il ricordo di momenti felici del passato, la sensazione di non avere qualcuno con cui condividere il Natale, la perdita di una persona cara. Questi sentimenti sono amplificati dalla narrazione collettiva che vede le feste come il momento più gioioso dell’anno.

Cosa fare da soli a Natale

Il Natale in solitudine può essere un momento per dedicarsi a quelle attività rimandate durante l’anno o prendere parte a iniziative solidali. Ad esempio si può leggere quel libro lasciato sul comodino da tanto tempo, oppure avviare un hobby creativo.

Stare soli a Natale permette anche di rinnovare un angolo della propria casa, imparare a cucinare qualche piatto nuovo e sfizioso o visitare un borgo vicino la propria città. Si può anche andare per mercatini di Natale oppure scoprire tutte le opportunità di volontariato della propria comunità per dare un valore ancora più significativo all’importanza di aiutare il prossimo nei giorni di Festa.

C’è sempre la possibilità di andare a vedere un film al cinema oppure fare maratone di serie tv in casa propria. E se proprio non si vuole stare in casa, è possibile organizzare una passeggiata nella natura, per trascorrere tempo all’aria aperta e rigenerare le proprie energie, così da cercare un senso di pace interiore.

da soli a natale
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Come accettare di essere soli a Natale

Accettare la solitudine durante il Natale è un processo che richiede consapevolezza e auto-compassione. Ci sono però alcuni suggerimenti da cui si può partire per aiutarsi. Ad esempio, è possibile sfruttare la tecnologia per connettersi con amici e familiari lontano, partecipando a celebrazioni virtuali o semplicemente scambiando gli auguri.

Si possono poi rivalutare le proprie aspettative, al fine di destrutturare l’immagine idealizzata che si ha del Natale. Non esiste un modo giusto di vivere le Feste, esiste ciò che si vuole per sé stessi. Ed è proprio con noi stessi che dobbiamo essere gentili, accettando i nostri sentimenti senza giudicarli. Di fatto è normale provare nostalgia o malinconia in questo periodo dell’anno, ma è necessario abbracciare questo stato d’animo per comprenderlo.

E se il percorso interiore sembra così difficile, può essere utile creare nuove tradizioni, inventare un rito tutto nuovo per celebrare il Natale: ad esempio, mangiare una pietanza preparata da noi solo in questa data. Inoltre, sarebbe utile praticare la gratitudine, cioè focalizzarsi su ciò che si ha, invece su ciò che manca. E poi, è fondamentale vivere il momento presente, così da non farci travolgere dai pensieri negativi del passato e del futuro.

Infine, se proprio stare in casa da soli durante Natale non aiuta, lo ripetiamo: è possibile partecipare a eventi comunitari o gruppi di interesse dove si possono incontrare nuove persone e condividere esperienze comuni.

Essere “soli a Natale” non è un tabù, ma può trasformarsi in un’occasione per nutrire la propria individualità e indipendenza. Ricordiamo che la solitudine natalizia non è una condizione definitiva, ma un momento transitorio che può portare nuova consapevolezza e soddisfazione personale.

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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