La dipendenza da cellulare e smartphone (nomofobia) è una patologia sociale che sta prendendo sempre più piede, soprattutto nella fasce più giovani della popolazione. Oggi come oggi può essere considerata come una vera e propria patologia che si connette ad una serie di comportamenti che a volte sono difficili da comprendere e che possono degenerare nel corso del tempo.
Chi è davvero dipendente dai telefoni? Che cosa si può fare per evitare la dipendenza? Queste sono alcune delle domande ricorrenti quando parliamo di smartphone e uso del cellulare. Qualche anno fa, molte persone non avrebbero mai pensato di utilizzare uno smartphone come fonte primaria di comunicazione.
Internet era un territorio nuovo e sconosciuto per molti, pieno di immagini e suoni spaventosi che non andavano bene. Oggi è un must: dagli studenti delle scuole superiori ai medici, agli avvocati e ai dirigenti d’azienda. Tutti possiedono uno smartphone.
Perché usare uno smartphone in modo responsabile
Non basta avere uno smartphone, bisogna anche capire come usarlo in modo responsabile. Vi illustreremo tutto ciò che avreste voluto sapere sulle vostre abitudini di utilizzo del cellulare, sui vantaggi di averlo sempre al collo (anche se non avete intenzione di usarlo) e sui modi in cui potete ridurlo (ed evitare che vi sfugga di mano).
Per prima cosa dobbiamo definire i due termini: telefono e smartphone. Sebbene vi siano molte somiglianze tra i due, vi sono anche alcune differenze importanti che potrebbero sorprendere. Un telefono è un dispositivo che riceve telefonate e messaggi, nonché schede del browser web ed e-mail. Uno smartphone è un dispositivo di ultima generazione che consente di inviare e ricevere telefonate, nonché di accedere a e-mail e contenuti dei social media.
Lo smartphone ha cambiato la nostra vita
Ci sono alcuni motivi che dovrebbero interessare chiunque utilizzi uno smartphone. In primis, è un modo per tenere traccia delle attività quotidiane, tra cui il sonno, i pasti, le attività di allenamento e/o gli appuntamenti sportivi. Inoltre è uno strumento di comunicazione primario per tutta la famiglia e a tutti gli effetti è l’unico modo per rimanere in contatto con amici e familiari.
Da qualche anno, è diventato anche il dispositivo prediletto per accedere a un’ampia gamma di canali di intrattenimento. Insomma, lo smartphone è diventato ormai uno strumento di cui non possiamo più fare a meno. Dentro ci abbiamo messo tutta la nostra vita e non siamo più capaci di rimanere senza. Quante volte capita che sul divano, davanti alla tv, capita di prendere in mano il telefono senza alcun motivo?
Perché si parla di dipendenza da cellulare
La dipendenza da cellulare ha un nome. Si chiama nomofobia e sta a significare una condizione psicologica in cui la perdita o l’impossibilità di utilizzo dello smartphone va a ripercuotersi in modo negativo sulla persona. Esistono persone che non possono stare senza e che iniziano ad avvertire una sensazione di panico e di angoscia. Secondo i medici, è una vera e propria fobia perché si connette alla paura di perdere i contatti con amici e conoscenti.
Si soffre e si va in crisi perché si ha paura di non essere rintracciabili o perché si pensa che stia accadendo qualcosa nel mondo di cui non siamo protagonisti. I social hanno “imposto” una presenza costante e lo hanno fatto in modo silenzioso. Non hanno chiesto nulla in cambio e non hanno mai obbligato nessuno ad essere live. Ad ogni modo, in alcuni soggetti, hanno fatto sviluppare una dipendenza dal visionare costantemente ciò che il mondo pubblica minuto per minuto.
Le origini della dipendenza
Il termine nomofobia nasce dall’anglosassone NO MOBILE PHOBIA, ovvero la paura di non avere con sé il cellulare. Chi ne soffre, ha paura di perdere i contatti con il mondo esterno. In piccola parte, è una dipendenza da cui soffriamo tutti: quante volte siamo tornati a casa dopo esserci accorti di aver lasciato lo smartphone a casa? Dal punto di vista medico è una sindrome da disconnessione, ovvero si traduce in una paura che qualcosa ci distacchi dalla vita digitale (batteria scarica, difficoltà di connessione, scadenza del piano tariffario).
Chi soffre di nomofobia, è ossessionato e lo tiene acceso sempre, persino durante la notte. Il termine fobia potrebbe trarre in inganno e diventa doveroso fare una precisazione: la nomofobia è più affine a una dipendenza, che a una vera e propria fobia nel senso più comune del termine. Chi soffre di nomofobia, non riesce a interrompere i servizi di messaggistica istantanea: un messaggio tira l’altro, un commento tira l’altro e si finisce con lo stare tutto il giorno al telefono.
La nomofobia è strettamente connessa al phubbing, ovvero il deterioramento delle relazioni sociali. Spesso capita di vedere 4-5 persone al tavolo di un locale che non parlano fra di loro e che sono incollate allo schermo del proprio cellulare.
I dati sulla dipendenza da smartphone
Secondo un’indagine svolta da Counterpoint Research e diffusa da Il Sole 24 ore, una persona su 4 utilizza lo smartphone per almeno 7 ore al giorno e soffre quindi di una forma di dipendenza da cellulare. Ecco le attività principali:
- Navigare su internet (64%);
- Giochi online (62%);
- Consultare le email (56%);
- Servizi di messaggistica (54%).
L’utilizzo smodato porta, inevitabilmente, ha un deterioramento di dispositivi (che durano in media 21 mesi, quasi due anni). Si calcola che ogni anno, si spendono circa 370 miliardi di euro nell’acquisto di nuovi smartphone. I servizi più utilizzati sono quelli di messaggistica istantanea, poi ci sono le videochiamate, le chiamate classiche e infine la ricerca di notizie.
Secondo Trendhunter, quasi il 70% della popolazione mondiale mostrerebbe sintomi connessi alla nomofobia. La fascia di popolazione maggiormente colpita in termini demografici sarebbe quella femminile (70% delle donne contro il 61% degli uomini). Per quanto riguarda l’età invece, i più nomofobici sembrano essere i ragazzi dai 18 ai 24 anni.
Una dipendenza legata alla FOMO
Oltre a nomofobia e phubbing, si parla anche di FOMO (Fear of Missing Out) ovvero la paura di essere tagliati fuori dalle attività e dagli eventi altrui (ne ha parlato anche Victoria De Angelis dei Maneskin). Il pensiero di essere esclusi genera timore, ansia e sentimenti di emarginazione. Chi ne soffre “si sente quasi costretto ad un uso compulsivo dello smartphone per controllare in ogni momento cosa gli altri stiano facendo, quali foto pubblicano, a quali eventi partecipano e così via” (Dewey, 2016).
Siamo di fronte a una dipendenza complessa che si porta con sé altre patologie. Chi soffre di dipendenza da cellulare, potrebbe sviluppare altre patologie sociali. Chiunque, e soprattutto a qualsiasi età, potrebbe sviluppare nomofobia se utilizza in maniera eccessiva lo smartphone. Ecco le persone che rischiano di finire nel baratro della nomofobia:
- Bambini;
- Adolescenti;
- Persone con bassi livelli di autostima;
- Soggetti impulsivi, estroversi e nevrotici;
- Persone che hanno una bassa soddisfazione rispetto al proprio corpo.
Come capire se si ha una dipendenza da cellulare?
Sono sempre di più le persone che si chiedono se hanno una dipendenza da cellulare. Sul web ci sono diversi test per la nomofobia, ma non vanno interpretati come verità assolute. Visto che siamo di fronte a vere e proprie patologie, è sempre meglio consultare uno specialista. Soprattutto nei casi in cui compaiano segnali fisici come tremori, tachicardia, sudorazione, cambiamento nel respiro, paura o se notiamo il verificarsi di ansia, agitazione, disorientamento, bassa autostima, solitudine, insicurezza.
Se le persone adulte “possono” contare su una capacità decisionale più ragionata, non si può dire la stessa cosa dei bambini. Sono loro la fascia della popolazione che potrebbe subire gli effetti più gravi perché non sono in grado di percepire il loro comportamento. Oltre a problemi di vista o cognitivi, potrebbero anche sviluppare una tendenza all’isolamento e all’emarginazione sociale.
Come prevenire la dipendenza da cellulare
La maggior parte dei dispositivi è dotata di uno strumento integrato che aiuta a gestire l’uso della tecnologia. Può trattarsi di uno strumento semplice come l’impostazione di un limite mensile per l’utilizzo del telefono o addirittura la modifica dell’impostazione predefinita per limitare la frequenza con cui è necessario acquistare un nuovo telefono.
Tenendo conto di ciò, ecco come prevenire la dipendenza da cellulare. Non affidatevi a un’unica fonte di informazioni. Dovreste essere costantemente informati su argomenti importanti e sugli sviluppi del mondo, e dovreste poter contare non solo sul vostro telefono per rimanere informati. Comprate giornali e libri, vi aiuteranno a distogliere la mente dal telefono. E mentre leggete, mettete il silenzioso: il mondo andrà avanti anche senza di voi.
La vita vera è fuori dallo smartphone
Più riuscite a controllare l’uso del telefono, più controllo avrete sulla vostra vita. Se non avete il controllo sull’uso del telefono, le conseguenze saranno negative. Se state ancora lottando per gestire l’uso del telefono o avete la sensazione che stia sfuggendo al controllo, è fondamentale prendere provvedimenti per ridurne gli effetti. Inizia da questi consigli:
- limitate l’uso dei social media;
- leggete un libro o un giornale;
- uscite a fare una passeggiata senza telefono;
- usate di più la modalità silenziosa;
- cercate un hobby che non preveda l’uso del telefono.
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