Basket in carrozzina o Wheelchair Basketball

Il basket in carrozzina o basket paralimpico è la formata adattata della versione olimpica per le persone con disabilità. Inizialmente era pensato come strumento riabilitativo, ma oggi è uno degli sport paralimpici più seguiti al mondo. Ha fatto parte della prima rassegna paralimpica ed è stato a ogni edizione dei Giochi.

Il basket in carrozzina, noto anche come Wheelchair Basketball, è uno degli 8 sport che venne inserito nella programmazione della prima storica Paralimpiade, quella di Roma 1960. Le regole sono le stesse del basket olimpico, sebbene ci siano alcuni accorgimenti basati sulla presenza della carrozzina.

La storia della pallacanestro in carrozzina è molto particolare, in quanto prende origine dal netball in carrozzina e si è sviluppato contemporaneamente in diverse parti del mondo, in particolare Europa e Stati Uniti d’America. Alle Paralimpiadi l’Italia non è mai riuscita a risaltare, mentre gli USA restano la principale squadra da battere.

All’interno di questa guida, scopriamo la storia completa del basket in carrozzina, quali sono le regole, quali persone con disabilità possono praticare tale disciplina, le classificazioni funzionali e dove si può praticare in Italia.

Storia del basket in carrozzina

Nel 1943 il dottor Ludwig Guttmann, considerato poi il padre degli sport per le persone disabili, accettò di dirigere un centro della cittadina di Stoke Mandeville (Inghilterra) che accoglieva i politi della Royal Air Force con lesioni alla colonna vertebrale, veterani della Seconda Guerra Mondiale.

Lui, celebre neurologo, portò avanti l’incarico fino al 1966, un periodo nel quale il medico utilizzò lo sport come parte fondamentale del persone riabilitativo dei pazienti, ma non solo: in esso ci vide la possibilità di migliorare la socialità e il benessere delle persone. Tra gli sport sviluppati ci fu il netball in carrozzina, che diede poi i natali al basket in carrozzina.

Spinto dai suoi studi, nel 1948 Guttmann organizzò la prima edizione dei Giochi di Stoke Mandeville, a cui parteciparono alcune delle persone con lesione spinale della clinica. Nell’edizione del 1955 fu aggiunto poi il netball in carrozzina.

Contemporaneamente, nel 1946 i veterani degli Stati Uniti d’America iniziarono a giocare al wheelchair basket in alcuni ospedali locali: gli ospedali più citati riguardo questa fase storica sono il Corona Naval Station in California e a Framingham, nel Massachusetts.

Nel giro di pochi anni, alcuni ospedali americani crearono delle loro squadre: in particolare nacquero 6 squadre che rappresentavano diverse strutture ospedaliere della Virginia, dando vita nel 1948 al primo torneo (NWBT) organizzato e ospitato dai Paralyzed Veterans of America (PVA).

Tutto ciò grazie all’impegno di Tim Nugent, che fu professore di istruzione riabilitativa e direttore del Rehabilitation Education Center e della Division of Rehabilitation Education Services (DRES) presso l’Università dell’Illinois. Soprannominato “il padre dell’accessibilità”, Nugent è ricordato anche per aver fondato nel 1949 la National Wheelchair Basketball Association.

In Italia intanto il basket in carrozzina prese vita nel Centro Paraplegici di Ostia dell’INAIL grazie al suo direttore, il Prof. Antonio Maglio, ispirato dall’esperienza dei Giochi di Stoke Mandeville del collega tedesco. Grazie al suo lavoro, nel 1960 furono organizzate le prime storiche Paralimpiadi, quelle di Roma 1960: tra gli 8 sport previsti nella rassegna, figurò anche il basket in carrozzina.

Tra i giocatori di allora ricordiamo Roberto Marson, plurimedagliato campione paralimpico e primo Presidente della Organizzazione che gestiva lo sport per persone disabili in Italia, Aroldo Ruschioni, Giovanni Berghella, Lorenzo Rogo e Enzo Santini.

Dal 1964 al 1984 l’Italia prese parte a 5 edizioni delle Paralimpiadi (Tokyo 1964, Tel Aviv 1968, Toronto 1976, Arnhem 1980 e Stoke Mandeville – New York 1984), ottenendo come miglior risultato di sempre, un quinto posto a Tel Aviv. In questa stessa edizione, furono introdotti i tornei per le squadre femminili.

Prima ancora, negli anni Sessanta negli USA le donne iniziarono a emergere in questa disciplina. Visto che non erano un numero sufficiente per gareggiare con delle proprie squadre, inizialmente furono formate squadre miste. La prima partita tra squadre femminili negli USA venne disputata durante la stagione 1973-74 tra la University of Illinois Ms. Kids e la Southern Illinois University Squidettes. Da qui, e su spinta di Bob Szyman, studente laureato dell’Università dell’Illinois, venne proposta la creazione di una divisione femminile, che fu approvata: nel 1978 si contarono ben 6 squadre femminili.

Oggi il basket in carrozzina è giocata in più di 108 paesi in tutto il mondo e la gestione delle competizioni internazionali è dell’International Wheelchair Basketball Federation.

Regole del Basket in carrozzina

Tra la pallacanestro paralimpica e olimpica non ci sono grandi differenze. Le regole sono le stesse: due squadre in campo devono essere composte da 5 giocatori ciascuna; campo, linea dei 3 punti e canestro presentano le stesse misure della versione olimpica. Anche i punti sono gli stessi: un punto per il tiro libero, 2 punti all’interno dell’area di tiro e 3 punti all’esterno dell’area del tiro da 3. Ogni squadra ha 24 secondi per completare il proprio attacco.

Rispetto alla disciplina olimpica, gli atleti devono passare la palla, palleggiare o farla rimbalzare ogni 2 spinte la carrozzina, altrimenti ci sarà una penalità. Non esiste la regola contro il doppio palleggio. Al giocatore è consentito portare la palla sulle proprie ginocchia, a patto che ogni due spinte alla carrozzina la passi o la faccia palleggiare.

La carrozzina è considerata un’estensione del corpo del giocatore, per cui viene ritenuta responsabile di possibile fallo nei confronti di un avversario. I falli sono gli stessi del basket in piedi, ma con qualche aggiunta: ad esempio, il giocatore che alza le gambe o il proprio corpo dalla carrozzina per ottenere un vantaggio, riceve un fallo tecnico. Non è consentito toccare la superficie di gioco con i piedi.

Nel caso in cui un giocatore resti a terra con tutta la carrozzina, l’arbitro può interrompere la gara per controllare il suo stato di salute e permettere all’atleta di rimettersi in piedi. Altrimenti il gioco può proseguire.

Una partita di pallacanestro in carrozzina prevede 4 tempi da 10 minuti ciascuno. Se il punteggio è in parità alla fine del tempo regolamentare, si gioca un tempo supplementare di 5 minuti. Si giocano tanti tempi supplementari finché non esce il vincitore.

Classificazioni funzionali del basket in carrozzina

Nel basket in carrozzina le classificazioni funzionali tengono conto della severità della disabilità dell’atleta attraverso i numeri: si va da un range di 1 (atleti con una disabilità più invalidante) a 4.5 (atleti con una disabilità meno invalidante). Ogni quintetto schierato sul campo deve mantenere il punteggio complessivo di 14.5, che diventano 14 in ambito paralimpico.

Chi può praticare il basket in carrozzina?

La pallacanestro in carrozzina può essere praticata da chiunque sieda su una carrozzina e abbia una disabilità che influisca sulla funzione motoria. Ai Giochi paralimpici le disabilità ammesse sono: paraplegia, quadriplegia o equivalenti, amputazioni o equivalenti, menomazione fisica che limita i movimenti.

Medagliere Paralimpiadi di Basket in Carrozzina

Nel corso della sua storia paralimpica, la pallacanestro in carrozzina è stata dominata dagli USA, sebbene negli ultimi anni sono emersi paesi come Germania, Paesi Bassi, Australia e Cina.

Durante le due prime edizioni delle Paralimpiadi, le competizioni erano divise in Classe A e Classe B. Successivamente il torneo venne unificato e introdotta anche la competizione femminile. Al momento l’Italia non ha mai vinto una medaglia; inoltre sono diverse edizioni che la Nazionale non riesce a qualificarsi per le Paralimpiadi. Di seguito il medagliere aggiornato alle Paralimpiadi di Tokyo 2020:

POSIZIONE (dal 1960 al 1964)PAESEOROARGENTOBRONZOTOTALE
1USA4004
2Gran Bretagna0213
3Argentina0101
4Paesi Bassi0101
5Israele0033
I risultati di questo medagliere tengono in considerazione le gare degli uomini dalle Paralimpiadi di Roma 1960 e alle Paralimpiadi di Tokyo 1964

POSIZIONE UOMINI (dal 1968 al 2020)PAESEOROARGENTOBRONZOTOTALE
1Stati Uniti51410
2Canada3104
3Australia2204
4Israele2204
5Paesi Bassi1405
6Francia1034
7Gran Bretagna0156
8Germania0101
9Giappone0101
10Spagna0101
11Argentina0011
12Svezia0011
I risultati di questo medagliere tengono in considerazione le gare degli uomini dalle Paralimpiadi di Tel Aviv 1968 alle Paralimpiadi di Tokyo 2020

POSIZIONE DONNE (dal 1968 al 2020)PAESEOROARGENTOBRONZOTOTALE
1Stati Uniti 4149
2Germania3407
3Canada3014
4Israele2215
5Paesi Bassi1146
6Argentina1113
7Australia0314
8Cina0101
9Giamaica0101
10Giappone0022
I risultati di questo medagliere tengono in considerazione le gare delle donne dalle Paralimpiadi di Tel Aviv 1968 alle Paralimpiadi di Tokyo 2020

POSIZIONE (medagliere complessivo)PAESEOROARGENTOBRONZOTOTALE
1Stati Uniti132823
2Canada6118
3Israele44412
4Germania3508
5Paesi Bassi26412
6Australia2518
7Argentina1225
8Francia1034
9Gran Bretagna0369
10Giappone0123
11Cina0101
12Giamaica0101
13Spagna0101
14Svezia0011
I risultati di questo medagliere tengono in considerazione le gare complessive dalle Paralimpiadi di Roma 1960 alle Paralimpiadi di Tokyo 2020

Storia del basket in carrozzina in Italia

Dal 1980 al 1988 la pallacanestro in carrozzina si sviluppò su gran parte del territorio italiano con la strutturazione dei Campionati Italiani di A1 e A2 e della Nazionale Italiana che, con l’allenatore Alvaro Carboni, vince il prestigioso Torneo Internazionale di Stoke Mandeville nel 1983 e il Torneo Internazionale di Brugges.

Da quel momento e fino al 2004, nonostante la crescita del movimento in Italia e le numerose vittorie conseguite dalle società sportive italiane nelle Coppe internazionali e pur potendo disporre di alcuni dei migliori giocatori del mondo, come Carlo Di Giusto, l’Italia manca la qualificazione ai Giochi Paralimpici nel periodo compreso tra Seoul 1988 e Sidney 2000.

È con l’avvento del Comitato Italiano Paralimpico e l’intuizione del suo Presidente Luca Pancalli di affidare la Nazionale a Carlo Di Giusto, che l’Italia si impone quale campione d’Europa a Sassari nel 2003 (qualificandosi così ai Giochi Paralimpici di Atene 2004 dove arriva fino ai Quarti di Finale) e a Parigi nel 2005.

Nel 2009 l’Italia, guidata da Alessandro De Pieri, torna al successo con la vittoria agli Europei di Adana (TUR). Nel 2010 si costituisce la FIPIC, la Federazione Italiana di Pallacanestro in Carrozzina, guidata dal presidente Fernando Zappile.

Nello stesso anno il Commissario Tecnico Malik Abes ottiene il quarto posto ai Campionati del Mondo e prosegue nel 2011 con il conseguimento del sesto posto ai Campionati Europei di Nazareth e la conseguente qualificazione ai Giochi Paralimpici di Londra 2012, dove gli azzurri si piazzeranno al decimo posto.

Nel settembre 2012 viene inaugurato il nuovo ciclo con coach Dionigi Cappelletti nominato capo-allenatore e responsabile di tutte le nazionali FIPIC. Nell’estate 2013 l’Italia partecipa agli Europei di Francoforte dove conquista un ottimo quinto posto finale. Attualmente i campionati si articolano in 4 divisioni: Serie A, Serie B e Campionato Giovanile.

Atleti Italia Basket in carrozzina

  • Benvenuto Gabriel
  • Boganelli Joseph Joel
  • Buksa Luka
  • Da Silva Pelizari Gabriel
  • Gamri Amine
  • Garavello Giacomo
  • Giansoldati Federico
  • Innocenti Riccardo
  • Marotta Francesco
  • Oujedid Bilal
  • Sbuelz Alessandro
  • Scandolaro Mattia

Dove e come praticare basket in carrozzina in Italia

A gestire la pallacanestro in carrozzina in Italia è la FIPIC, Federazione Italiana Pallacanestro In Carrozzina, organizzazione riconosciuta dal CIP dal 2010. È possibile contattare la Federazione dalla sezione Contatti del sito oppure riferendosi ai seguenti recapiti:

  • Via Di Quarto Peperino, 22
  • 00188 Roma
  • Tel: +39 06.99.33.25.06