Roberto Marson – La leggenda paralimpica

Roberto Marson è uno dei personaggi più importanti con cui nasce lo sport per disabili. Nel 1960 rimane paraplegico a causa di un incidente sul lavoro, ma questo non lo ferma: vince 26 medaglie alle varie paralimpiadi cui ha partecipato, è rientrato e rientra tuttora nella Paralympian Hall of Fame internazionale e il Coni l’ha inserito tra i 100 atleti più importanti e famosi del mondo dello sport italiano. Nel 1968 alle paralimpiadi di Tel Aviv Roberto Marson viene nominato Atleta della manifestazione. Noi oggi ve lo vogliamo raccontare in maniera diversa: Riccarda Ambrosi di Ability Channel ha incontrato Stefania, sua figlia, che ci ha raccontato il rapporto con il padre…un grande campione ma anche un grande uomo…

Roberto Marson – Ricordi di famiglia

Roberto Marson“Parlo a nome mio, ma anche di mia sorella – esordisce Stefania Marson – Abbiamo avuto dei ricordi bellissimi fin dall’infanzia, soprattutto finchè è stato atleta…ce lo siamo goduto moltissimo. L’impegno sportivo e il lavoro lo portavano lontano da casa, però c’erano sempre dei momenti di tranquillità, abbiamo foto in pineta, al mare, andavamo a trovare anche delle atlete del suo periodo in Toscana…sono stati dei bei momenti. Devo dire che quando poi è passato invece prima con l’Aspi, poi con la Fisa e poi con la Fisd, con impegni sempre più pressanti ce lo siamo goduto un pochino di meno anche se ci ritovavamo sempre in ogni caso perchè siamo sempre stati molto vicini allo sport…del basket in carrozzina poi siamo una famiglia di sfegatati… per cui non ci mancava il tempo da passare insieme. Mi ricordo quando i campionati italiani venivano fatti tutti insieme, tutte le discipline, solitamente all’Acquacetosa a Roma, per cui per una settimana tutto il mondo degli sport disabili si riuniva lì. Noi dovevamo andare benissimo a scuola per poter poi stare lì tutta la settimana a sgobbare come non so cosa, dalla mattina fino alla sera tardi, però per esserci, noi ma anche le figlie di altri dirigenti, c’era un bel gruppo…ma lui giustamente, da bravo friulano, prima il dovere e poi il piacere…quello era un piacere e noi volentieri ci sottomettevamo a questa regola… A parte gli impegni importanti durante l’anno e gli allenamenti…lui riusciva sempre a stare a casa…da dirigente, devo dire, un pò meno…sicuramente capivamo. perchè eravamo un pò più grandi, lo scopo della cosa…”

Roberto Marson – La carrozzina e lo sport

“L’incidente lo ha avuto da ragazzo – racconta Stefania Marson –  ha avuto l’incidente nel 60, è stato ricoverato al CTO di Ostia diretto dal Prof. Maglio che era in collegamento sempre con Guttmann e quindi aveva portato in Italia quello che sarebbe stato lo sport per la riabilitazione prima e per l’agonismo poi… Anche noi frequentavamo il Centro…

“Aver  visto Roberto Marson sempre in carrozzina…ci siamo sempre sentiti parte di un mondo speciale, questo si, positivo…essendo sempre circondati da atleti in carrozzina, io ho sempre trovato una grossa forza…a tutti noi…dare per scontato che alzarsi sempre la mattina…andare…passeggiare…non lo era… Il fatto di frequentare così tanto il CTO dove lui si allenava, dove si svolgeva tutta l’attività sportiva è stato per noi uno stimolo incredibile perchè vedere persone con così tanta difficoltà, abbiamo conosciuto veramente tantissimi atleti…addirittura Beby Bikila che è stato un periodo lì quando io ero giovanissima…e quindi ci ha dato sempre una positività, che si può affrontare un problema grande come il modo di fare sport, figuriamoci tutto il resto”.

“Sia io che mia sorella la prima volta che abbiamo visto una partita di basket in piedi, all’epoca del Bancoroma, siamo entrate nel parterre del palasport e quando ho visto queste persone entrare in campo mi son chiesto che sport fosse! La normalità per noi era vedere gente solo in carrozzina. Ora si vedono amputati che corrono con protesi, le bike e tantissime altre cose…all’epoca c’era solo il mezzo della carrozzina che per noi era la cosa più normale del mondo…”

Mamma, una grande donna

“Se non ci fosse stata mia mamma, come si dice…dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna, e nei periodi in cui è stato molto impegnato ha fatto da mamma e da papà, si è presa una bella responsabilità. Sicuramente una persona intelligente che ha capito…i grandi sogni non si raggiungono pensando per forza di stare vicini sempre e comunque…l’amore va oltre… Infatti si è tolta tantissime soddisfazioni, adesso…forse prima tanti sacrifici…”

Roberto Marson vi ha trasmesso questa gioia di vivere, questa sensibilità, la determinazione e il coraggio che si vede, traspare… Grazie Stefania…

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