Storia dell’Orientamento di precisione
Prima di parlare dell’Orientamento di precisione, dobbiamo soffermarci sulla storia della disciplina sportiva in generale. L’origine dell’Orienteering sembra essere datata nel 1897, nei Paesi Scandinavi, ma solo è nel 1961 che ottiene maggiore autorevolezza quando a Coopenaghen viene istituita la Federazione Internazionale di Orienteering (IOF).
Secondo i dati della Federazione Italiana Sport Orientamento, oggi i paesi iscritti all’IOF sono 70, mentre i praticanti di questa disciplina nel mondo sarebbero 3 milioni. Questa disciplina sportiva non è presente nella rassegna delle Paralimpiadi, ma presenta dei Campionati Mondiali, Europei e Italiani.
Storia del Trail-Orientamento in Italia
In Italia questa disciplina appare nel 1967, specialmente nel Lazio e nel Trentino, luoghi dove si diffonde la cultura dello sport immerso nella natura, con benefici positivi per il fisico e la mente. Nella versione per i normodotati, esistono anche delle specialità ben precise, come la Corsa Orientamento e lo Sci Orientamento.
Il primo ente che si occupò di gestire questa disciplina fu il Comitato Italiano Sport Orientamento (CISO), che poi nel 1968 verrà trasformato in Federazione Italiana Sport Orientamento. Attualmente in Italia questa disciplina sportiva è gestita dalla FISO, e ne consente l’affiliazione al Comitato Italiano Paralimpico.
Nonostante questo sport paralimpico non sia – mediaticamente parlando – molto conosciuto, l’Italia conta già un palmares molto importante: due titoli mondiali (Roberta Falda nel 2007 nella categoria “Paralimpici”; Michele Cera nel 2015 nella categoria “Open”) e un Europeo (vittoria del trio Cera-Madella-Tenani nella categoria staffetta agli Europei del 2016).
Regole dell’Orientamento
Rispetto alla controparte dedicata unicamente alle persone normodotate, gli atleti con disabilità non devono raggiungere i punti di controllo sul terreno di gara, ma devono invece individuarli, sempre con l’aiuto di una mappa topografica e di una bussola. Per farlo, ogni concorrente viene posizionato sui di punti di osservazione segnati nei sentieri, dove sono visibili diverse lanterne: il giocatore dovrà capire quali sono quelle segnate in mappa.
Una volta segnalata la risposta sulla mappa (o anche no, è possibile che non vi sia nessuna corrispondenza), l’atleta può dirigersi in un altro punto di osservazione. A fine gara, vengono verificare le risposte corrette. Ogni atleta può essere seguito da un accompagnatore per gli spostamenti.
Non si tratta di uno sport faticoso in termini fisici, ma può richiedere velocità d’intelletto, visto che possono esserci anche prove a tempo. In generale esistono due categorie di gara: Open e Paralimpici. Poi, come spiega la FISO, esistono tre tipologie di gare:
- PRE-O: la classifica degli atleti viene stilata in base alle lanterne individuate. Se il punteggio di due giocatori è in parità, si valuta chi ha effettuato il minor tempo. In questo caso, possono essere considerati 60 secondi di penalità per ogni errore. Il percorso di gara è composto da punti di controllo e alcune postazioni a tempo.
- TEMP-O: la classifica viene calcolata sommando i tempi di risposta delle postazioni a tempo. Vengono considerati 30 secondi di penalità per ogni errore. Il percorso di gara prevede unicamente postazioni a tempo.
- RELAY: la classifica viene stilata sul modello del Pre-O, ma in questo caso si tratta di una gara di staffetta. Per cui il risultato finale viene sommato al risultato individuale.
Chi può praticare l’Orienteering?
Questo sport può essere praticato da atleti con diverse disabilità, principalmente chi ha amputazioni e compromissioni agli arti o chi presenta lesioni midollari.
Dove e come praticare Orientamento
Per avere maggiori informazioni su come praticare il Trail-Orientamento, è possibile contattare la FISO al seguenti contatti: