DIONIGI CAPPELLETTI – A LEZIONE DI BASKET IN CARROZZINA

Dionigi Cappelletti è il nuovo Direttore Tecnico delle nazionali maschili di basket in carrozzina nominato dalla FIPIC. Lo abbiamo incontrato a Giulianova in occasione dell’All Star Game dove la nazionale di basket in carrozzina ha fatto il suo esordio dopo la non esaltante prova fornita alle Paralimpiadi di Londra 2012. Una breve intervista per conoscere un personaggio sicuramente diverso dai suoi predecessori…

LE PRIME SCELTE DI DIONIGI CAPPELLETTI

“Le prime scelte sono anche fisiologiche – afferma Dionigi Cappelletti – anche perchè con un progetto di ringiovanimento della squadra dobbiamo provare dei giovani che abbiamo in casa provenienti dall’under 22…qualche giovane salterà fuori di sicuro. Ho cercato di fare un mix tra veterani e gente nuova e giovane. L’importante è cercare di creare questa alchimia, questa chimica tra vecchio e nuovo dove tutti quanti devono portare entusiasmo, voglia e soprattutto un pò di sorriso perchè giocare a pallacanestro è bello e divertente e non si possono avere giocatori tristi. Oltre alla contentezza, oltre alla determinazione, credo che il mix possa aiutare questa alchimia”.

dionigi cappelletti

GIOCARE SENZA PALLA

“I miei predecessori hanno fatto bene – continua Dionigi Cappelletti – anche se i risultati non sono venuti. Hanno fatto delle scelte, ma le scelte talvolta pagano talvolta no…Bisogna giocare senza palla? Si, perchè a pallacanestro se si analizzano i duecento minuti che un giocatore sta in campo, quel giocatore gioca più minuti senza palla; quindi essere bravi nel giocare senza la palla vuol dire smarcarsi, portare dei blocchi per un compagno, saper tagliare col timing giusto…giocare senza palla è fondamentale perchè la palla al giocatore va in mano veramente poco”.

ATTACCARE IL CANESTRO

“La differenza veramente la fanno i particolari – spiega Dionigi Cappelletti – attaccare il canestro con la palla e con gli occhi vuol dire rendere un problema la lettura del corpo per un difensore, perchè se uno attacca con il corpo, con gli occhi, con la palla il difensore è preoccupatissimo e nel momento in cui attacca e il tiro non c’è il difensore sa che non va a tirare…bisogna creare l’alchimia sul lato debole dove i giocatori devono giocare senza palla proprio per un ribaltamento di lato o per un passaggio di scarico che ha creato il giocatore che attaccava il canestro. Attaccare il canestro non vuol dire tirare…la lettura del corpo deve attaccare il canestro”.

FARE PRESSIONE SULLA PALLA

“Uno dei miei principi – afferma Dionigi Cappelletti – credo che si vinca subendo un canestro in meno, non credo che si vinca facendo un canestro in più. La differenza te la spiego in due parole: per difendere non bisogna avere talento; per difendere bisogna avere voglia, spirito di sacrificio e non bisogna affidarsi alla giornata. Per attaccare devi avere un pò più di talento, puoi essere in giornata o no… Quindi voglio che la mia squadra lavori sulle certezze”.

I FALLI FANNO BENE

“Preferisco avere dei giocatori con i quali devo magari intervenire dicendogli di non fare falli stupidi, piuttosto che avere giocatori sui quali intervenire per spronarli…Meglio avere gente determinata, con voglia, con grinta…voglio una pallacanestro attiva, aggressiva…”

dionigi cappelletti

LA CONCENTRAZIONE

“Credo che qualsiasi sportivo sia prima sportivo con la testa, in qualsiasi sport devi essere giocatore con la testa prima di tutto – dichiara il Direttore Tecnico delle nazionali. Vuol dire avere la concentrazione anche nei piccoli particolari, nel momento di sapersi muovere, nel momento anche se non ti va bene una cosa l’azione dopo può cambiare. La testa, la voglia, la determinazione, la concentrazione è tutto nello sport…”

SI VINCE E SI PERDE TUTTI INSIEME: IL “SUICIDIO”

Durante l’allenamento uno dei giocatori perde banalmente un pallone. Dionigi Cappelletti obbliga tutta la squadra a fare una serie di scatti in avanti e indietro, un esercizio chiamato “suicidio”.

“Ho visto che uno ha perso la palla e c’è stata una reazione del tipo…eh vabbè…ha perso un pallone…non fa niente! No, i palloni pesano, un pallone fa la differenza. L’allenamento è lo specchio della partita, l’allenatore vuole e deve ricreare tutte le situazioni tecniche e tattiche e di mentalità…”

ALLEGRIA, CUORE E INTENSITA’

“Credo che siano un fondamentale di qualsiasi sport, non solo della pallacanestro – dice Dionigi Cappelletti . Se uno non ha allegria, se uno non è contento di trovarsi in palestra, se uno non fa un allenamento contento…certo sacrificandosi e sapendo che si fa fatica, ma l’allegria e l’entusiasmo sono la base anche nella vita. Se noi stiamo ad aspettare il mondo che ci cade addosso abbiamo già un problema; se noi invece andiamo a prenderlo il problema e lo affrontiamo con serenità con la consapevolezza e il sorriso e comunque lo affrontiamo…pesa di meno! Credo che sia una regola della vita, non solo dello sport”.

LA NAZIONALE DI TUTTI

“L’obiettivo è sicuramente di cercare di fare bene, di creare una sinergia tra la nazionale under 22 e la nazionale maggiore. La cosa importante è far capire a tutti, ai giocatori, alle società, agli allenatori e a tutti gli addetti che la nazionale è di tutti. Non è la nazionale di Dionigi Cappelletti non è la nazionale della FIPIC…la nazionale è di tutti. Se tutti percepiscono questo messaggio, se hanno l’amore di voler venire a giocare, a seguirla… il basket in carrozzina farà un balzo in avanti”.

PRESUNZIONE E UMILTA’

“E’ una mia massima che uso sempre con i giocatori – conclude il DT Dionigi Cappelletti –  bisogna essere umili ma presuntuosi. L’umiltà di lavorare e di sapere che comunque c’è un avversario e di riconoscere la sua forza, ma la presunzione che non saremo secondi a nessuno…”

 

 

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