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Baskin

Il baskin è una particolare disciplina sportiva integrata, dove possono giocare sia persone normodotate sia con disabilità. La stessa parola, baskin, è una crasi tra basket e inclusivo. Ciò lo rende uno sport molto interessante e che punta a integrare persone con varie diversità, ma non è inserito nella rassegna delle Paralimpiadi.

Il baskin nasce per dare a tutti la possibilità di esprimersi facendo sport, diffondendo così una vera idea di integrazione. Ciascun giocatore è infatti importante e di fondamentale importanza per l’intera squadra. La cosa interessante, anzi, del baskin è che quelle che sono delle fragilità sono determinanti alla vittoria in egual misura alle eccellenze.

È uno degli sport di squadra più inclusivi sul panorama italiano e mondiale. Possono infatti partecipare persone con disabilità sia fisiche che mentali, sia persone senza alcuna disabilità. 

Storia del Baskin

Il baskin ha origine in Italia, in quanto nacque durante l’anno scolastico 2001/2002 a Cremona, all’interno del Collegio Virgilio, una scuola media. I fondatori di questa iniziativa furono Antonio Bodini, ingegnere e padre di Marianna, bambina con paralisi cerebrale, e Fausto Capellini, professore di educazione fisica che aveva Marianna come alunna.

L’obiettivo di Bodini e Capellini era creare una disciplina sportiva che abbracciasse ogni singolo alunno. E così nel 2003, dopo svariate sperimentazioni, venne alla luce il baskin, che in breve tempo divenne d’interesse prima locale e, poi, nazionale. Basti pensare che nel 2006 lo stesso Comune di Cremona creò la prima associazione di categoria, l’Associazione Baskin Onlus, per aiutarne la diffusione. Un anno dopo Cremona si ufficializzò come la città del baskin.

La nascita di un’associazione di categoria pose le basi per la diffusione della pratica sportiva. Ad esempio esiste un protocollo d’intesa con il MIUR per la promozione di questo sport nelle scuole.

In base ai dati diffusi da Baskin Francia, dove tale disciplina è arrivata, sappiamo che nel 2013 in Italia si contavano 40 società sportive dilettantistiche con una squadra di Baskin. E le regioni interessate a questo fenomeno erano svariate: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Puglia, Lazio, Sicilia.

Furono poi organizzati diversi Campionati e Coppe Italia (nel 2022 il campionato ha visto la partecipazione di ben 86 squadre), aumentando così l’autorevolezza e il valore di questa disciplina sportiva. Tanto che il 15 maggio 2019 l’Associazione Baskin Onlus si trasformò in ENSI – Ente Nazionale Sportivi Inclusivi, riconosciuta poi il 31 ottobre 2019 dal Comitato Italiano Paralimpico. Oggi la denominazione ufficiale dell’organo è EISI – Ente Italiano Sport Inclusivi, modificato a fine 2020.

Regole del Baskin

Qualche anno fa Antonio Bodini, uno dei due fondati del movimento sportivo, ha spiegato ad Ability Channel quali sono le regole di questa disciplina sportiva che riprende fedelmente la pallacanestro, con l’aggiunta di criteri e norme che permettono a tutti di poter partecipare durante la gara.

Innanzitutto abbiamo sei canestri: oltre a due tradizionali del basket infatti, sono state previste altre due aree più piccole a metà campo, nelle aree laterali. In ciascuna di queste aree laterali è presente, appunto, un altro canestro, un po’ più basso rispetto a quelli consueti. Possiamo così avere canestri di altezze variabili (3,05 metri, 2,2 metri e 1,1 metro). Ogni squadra può attaccare non solo l’area di fondo, ma anche quella laterale alla propria destra.

Ogni team può schierare al massimo sei giocatori, tra persone normodotate e con disabilità, includendo però anche persone di ogni età e genere – così da renderlo un vero e proprio sport inclusivo. Ruolo centrale è quello del pivot, giocatore con ridotte capacità motorie (ad esempio in carrozzina, con autismo o ipovedente) che rimane nell’area laterale destra ed attende che gli venga passata la palla. Quando succede il gioco si ferma. Il pivot a questo punto può tirare al canestro laterale e, a seconda delle sue capacità, lo farà ad un canestro più o meno alto. Inoltre, sempre in base alle capacità del singolo, è possibile sostituire la palla da basket con una più piccola.

E sta qui la grande rivoluzione del baskin: i ruoli vengono diversificati in base alle capacità dei giocatori; ne esistono cinque che differiscono per capacità motorie e dimestichezza con la pallacanestro. Ogni squadra dovrà sempre schierare un pivot, un ruolo tre, almeno due ruoli 5 e una donna tra 4 e 5. Importante è che la somma dei numeri dei ruoli in campo non superi 23. Ogni giocatore potrà difendere su un avversario con il medesimo ruolo o un ruolo superiore. Ad assegnare i ruoli è una commissione tecnica designata ed il ruolo del giocatore potrà anche variare nel tempo.

Dove e come praticare baskin in Italia

Come detto precedentemente, EISI è l’Ente Italiano Sport Inclusivi che si occupa della promozione e della diffusione del baskin, ma anche di altre discipline sportive integrate. Per maggiori informazioni, è possibile consultare il loro sito e la loro sezione contatti.