Da pandemico a endemico: il Covid-19 diventerà un’influenza?

Redazione:

Il Covid-19 potrebbe passare da pandemico a endemico (in inglese “endemic”). Gli esperti concordano sul fatto che, con molta probabilità, il prossimo capitolo della storia del nuovo Coronavirus sarà l’endemia. Le ipotesi a sostegno della tesi endemica sono svariate, e si basano peculiarmente sul fatto che a oggi non conosciamo gli effetti a lungo termine del virus, e dunque non sappiamo nemmeno se si estinguerà.

Da pandemia a endemia da Covid: cosa significa endemico?

Le malattie sono endemiche quando mostrano uno schema di diffusione abbastanza ricorrente, cioè quando l’infezione si stabilizza in maniera costante e “facilmente” controllabile a livello globale. Si parla di un ritmo relativamente basso e prevedibile in quanto l’indice di contagio RT è inferiore o uguale a 1: una persona può infettare solo un’altra persona. Attualmente si ipotizza che la Sars-CoV-2 non svanirà completamente nell’immediato futuro, ma avrà uno scenario endemico.

Ciò non significa che sarà una facile convivenza. Basti pensare all’HIV, il virus che causa l’AIDS, attualmente endemico, ma che in alcune zone del mondo (come l’Africa) causa ancora la morte di moltissime persone, in particolare adolescenti. Inoltre dobbiamo tenere in considerazione che il virus potrebbe mutare ancora, ma non per questo diventare meno pericoloso. Le varianti Delta e Omicron insegnano.

Il principio su cui si poggiano le varie ipotesi è la diffusione. L’endemia è tale quando diverse parti del mondo sono spesso suscettibili a un’infezione, come la malaria. Per arrestare la suscettibilità al virus (e quindi fermare eventuali focolai), bisogna affidarsi allo sviluppo immunitario delle persone, e da quanto è diffuso e accessibile un vaccino.

Da queste premesse, ipotizziamo due scenari possibili. Da una parte possiamo sviluppare un’immunità permanente, come nel caso del morbillo: tale virus nei Paesi occidentali è ormai un lontano ricordo, mentre nelle nazioni più povere con alto tasso di nascite continua a essere un patogeno abbastanza pericoloso. Dall’altra, nel caso di immunità temporanea, come l’influenza, le mutazioni dei virus e dei batteri possono eludere la nostra barriera immunitaria, e quindi saremo costretti a dover aggiornare la vaccinazione anche una volta l’anno.

Infine un altro significativo fattore di rischio è la stagione, in base alla quale un virus potrebbe essere più contagioso e diffondersi più rapidamente, proprio come l’influenza. Tutto ciò però non significa che l’endemia renderà meno pericolosa la Sars-CoV-2, ma almeno sarà più gestibile.

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covid endemico
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Lo scenario endemico del Covid

In relazione a quanto abbiamo scritto finora, è possibile supporre che il carattere pandemico del Covid muterà in endemico. Innanzitutto perché, come sappiamo, gli attuali vaccini in circolazione donano un’immunità temporanea di massimo un anno – sebbene non conosciamo ancora gli effetti immunitari a lungo termine. Anche perché questa situazione sta già richiedendo ulteriori richiami: in Italia è attiva la dose booster (cioè la terza dose), mentre altri Paesi in giro per il mondo stanno valutando la quarta.

L’obiettivo finale resta sempre lo stesso: l’immunità di gregge. Senza una sua distribuzione uniforme a livello globale, avere delle zone in cui possono svilupparsi agevolmente focolai da nuovo Coronavirus mina il raggiungimento della soglia prevista per uscire quantomeno dalla situazione pandemica. In aggiunta, le attuali varianti Delta e Omicron hanno minato la fiducia nei confronti dell’immunità di gregge.

Perché il vaccino è importante per lo scenario endemico del Covid?

Restando in tema di vaccini, è molto importante sottolineare anche il tema della diffusione delle dosi in tutto il mondo. Nonostante viviamo in un periodo storico pandemico, è chiaro a tutti che gli effetti del Covid-19 hanno avuto un impatto devastante in alcuni Paesi, mentre in altri le conseguenze sono state “relativamente” meno pesanti.

Dunque, se il vaccino non verrà equamente distribuito nelle zone ad alto rischio e nei Paesi meno sviluppati economicamente, l’endemia continuerà a esistere per tanti anni: un fattore di rischio che potrebbe determinare la nascita di nuove varianti resistenti ai vaccini. Secondo i dati di Amref, al 23 dicembre 2021, è stato vaccinato completamente il 47,83% della popolazione mondiale: l’Europa è al 60,35%; gli USA al 61,14%; l’Italia all’85%; l’Africa all’8,57%.

È lampante dunque che le condizioni per cui la pandemia si trasformi in endemia sono pressoché attuali. Tuttavia una trasformazione completa di questo tipo dipenderà dai trattamenti e dalle terapie che porteremo avanti per provare a debellare il nuovo virus. Al momento, per esempio, i vaccini attualmente in commercio aumentano le difese contro l’insorgere della malattia Covid e rallentano (ma non di molto) la diffusione della Sars-CoV-2, poiché anche chi è vaccinato con due dosi ha probabilità di restare contagiato e trasmettere il virus.

Rallentare la trasmissione del virus è un dato abbastanza significativo, non solo per arrivare all’endemia, ma anche per un futuro sradicamento della Sars-CoV-2. L’obiettivo di un virus non è uccidere il proprio ospite, ma replicarsi: dunque più potrà trasmettersi, più il virus sarà potente. Oltretutto, più un virus si diffonde, più varianti virali nasceranno, con il rischio di affrontarne una resistente agli attuali vaccini.

Alla fine di ottobre 2021, il medico e ricercatore dell’OMS Gabriel M. Leung ha scritto su Lancet che saremo al sicuro “solo quando ogni popolazione sarà al sicuro”. Tradotto: anche se l’Europa raggiungesse l’endemia, non ci possiamo dire totalmente al sicuro fintanto che la diffusione della Sars-CoV-2 resterà elevata in altre zone del mondo, dove potrà replicarsi in varianti sempre più forti. Se riuscissimo a limitare fortemente la diffusione del nuovo Coronavirus, allora ci saranno maggiori chance di cancellare persino l’endemia. Purtroppo però si tratta di uno scenario altamente improbabile, per il momento.

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terza dose vaccino covid per disabili
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Quando il Covid sarà endemico?

All’inizio della pandemia da Covid abbiamo analizzato uno studio internazionale che, in base ad alcune ipotesi matematiche, stabiliva una convivenza forzata con la pandemia per altri 5 anni, a fronte del rispetto delle misure anti-contagio come mascherine e distanziamento (all’epoca, ancora non era disponibile un vaccino). Invece la proiezione per il cambio di passo del Coronavirus da pandemico a endemico potrebbe essere molto più lento.

Secondo un team di biologi della Emory University di Atlanta (Stati Uniti), infatti, l’endemia da Covid potrebbe richiedere addirittura qualche decennio. Tale supposizione è stata formulata da uno studio pubblicato sulla rivista “Science” nel gennaio 2021, e proietta il genere umano in un futuro dove la pandemia non solo sarà un lontano ricordo, ma sarà riscontrabile in sintomi lievi e da una letalità al di sotto dell’influenza stagionale.

La ricerca basa la propria tesi su un modello teorico e quantitativo che ha analizzato altri quattro Coronavirus endemici umani (che causano malattie respiratorie simili al raffreddore), tenendo inoltre considerazione di valori come la suscettibilità, la trasmissibilità e l’indebolimento dopo la reinfezione. “La nostra analisi dei dati immunologici ed epidemiologici sui coronavirus umani endemici (HCoV) – si legge nella ricerca – mostra che l’immunità che blocca l’infezione diminuisce rapidamente, ma che l’immunità che riduce la malattia è di lunga durata”.

Da ciò è emerso che il Covid-19, dopo che “i dati demografici dell’infezione raggiungono uno stato stazionario”, potrebbe colpire maggiormente bambini e neonati, ma non saranno gli unici: “Si prevede che le reinfezioni negli individui più anziani siano comuni durante la fase endemica e contribuiscano alla trasmissione, ma in questa popolazione allo stato stazionario, gli individui più anziani, che sarebbero a rischio di malattia grave da un’infezione primaria, hanno acquisito un’immunità che riduce la malattia dopo infezione durante l’infanzia”.

Ciò quindi fa supporre che “la transizione dalla dinamica epidemica a quella endemica è associata a uno spostamento nella distribuzione per età delle infezioni primarie a gruppi di età inferiori. Questa transizione può richiedere da pochi anni a qualche decennio, a seconda della velocità con cui l’agente patogeno si diffonde”. Un tasso di diffusione che può essere ridotto “dal distanziamento sociale”.

covid pandemico
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Durante l’endemia da Covid sarà necessario vaccinarsi?

Lo stesso modello ipotizza che, se l’immunità indotta dal vaccino è simile a quella indotta dalle infezione da HCoV, “il vaccino può inaugurare il regime endemico più rapidamente”. E che dunque, nel caso in cui il Covid diventi endemico, la vaccinazione di massa potrebbe non essere più necessaria – sebbene però le varianti da Coronavirus stanno dimostrando che, per ora, una vaccinazione continua è necessaria.

In sostanza, “SARS-CoV-2 potrebbe unirsi ai ranghi delle infezioni lievi che causano il raffreddore […]. Una previsione critica è che la gravità degli HCoV emergenti una volta raggiunta l’endemia dipende solo dalla gravità dell’infezione nei bambini”.

Grazie a questo studio, inoltre, è stato supposto uno scenario che stiamo già vivendo: “I risultati qui presentati suggeriscono che l’uso dei sintomi come strumento di sorveglianza per frenare la diffusione di SARS-CoV-2 diventerà più difficile, poiché le reinfezioni più lievi contribuiscono sempre più alle catene di trasmissione e ai tassi di attacco a livello di popolazione. Inoltre, l’infezione o la vaccinazione possono proteggere dalle malattie ma non fornire il tipo di immunità che blocca la trasmissione che consente la schermatura o la generazione di un’immunità di gregge a lungo termine”.

Per questi motivi, dunque, lo studio afferma che “il distanziamento sociale e un vaccino efficace sono fondamentali per il controllo durante un’epidemia vergine e la transizione da essa, ma una volta entrati nella fase endemica, la vaccinazione di massa potrebbe non essere più necessaria”. In che senso? “Se le infezioni primarie dei bambini sono lievi (come per SARS-CoV-1 e SARS-CoV-2), la vaccinazione continua potrebbe non essere necessaria poiché i casi primari regrediscono a un lieve raffreddore infantile. Se, invece, l’infezione primaria nei bambini è grave (come per la MERS), sarà necessario continuare la vaccinazione dei bambini”.

vaccino con covid endemia
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Il Covid endemico sarà un’influenza?

In base alle ipotesi della ricerca fin qui citata, si suppone che il Covid-19 potrebbe diventare una malattia simil-influenzale. “In futuro – si legge – le persone incontreranno per la prima volta Sars-CoV-2 da bambini, sviluppando una malattia leggera o comunque gestibile nella stragrande maggioranza dei casi. Questa infezione nell’infanzia genererà un’immunità, magari parziale, ma sufficiente a mitigare le principali conseguenze della malattia; immunità rinforzata ogni volta che, nel corso della vita, il virus viene incontrato di nuovo”.

Sostanzialmente quindi il Covid potrebbe mutare in una nuova malattia simil-influenzale, “pericolosa solo per persone con un sistema immunitario indebolito. I vaccini ovviamente potrebbero accelerare e rafforzare questo stato di cose”.

Tuttavia, vale la pena ribadirlo, queste sono solo ipotesi: la nascita di una variante del virus potrebbe cambiare le carte in tavola. I ricercatori prendono proprio come esempio gli altri coronavirus umani, che “riescono a evolvere abbastanza da sfuggire all’immunità nel giro di 8-17 anni. Se valesse lo stesso per Sars-CoV-2 questo potrebbe significare che, oltre ai richiami necessari per l’affievolirsi della risposta immunitaria, potrebbe essere necessario aggiornare regolarmente i vaccini all’ultima ‘versione’ del coronavirus, un po’ come accade annualmente per l’influenza”.

endemico covid-19
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Cosa serve per raggiungere l’endemia da Coronavirus?

Innanzitutto, dimentichiamoci il ritorno alla normalità così come siamo abituati a pensarla. Il nuovo Coronavirus ha messo in ginocchio il sistema sociale attuale, decretando l’utilizzo di strumenti e servizi che probabilmente diventeranno sempre più di uso comune, come le mascherine e lo smartworking.

La Sars-CoV-2 e il Covid-19 resteranno con noi per tantissimo tempo, e dunque bisognerà continuare ad attuare le regole di base: vaccinarsi, sviluppare nuove terapie, lavarsi frequentemente le mani e mantenere il distanziamento. Oltretutto, bisognerà rendere il vaccino e le terapie future accessibili a chiunque, anche ai Paesi meno sviluppati, altrimenti il rischio della nascita di una nuova variante potrebbero compromettere gli sforzi fin qui portati avanti.

Infine, tutto dipenderà dalla coscienza sociale, cioè un equilibrio in cui possiamo accettare la diffusione dei contagi e l’impatto che essi hanno sul numero dei morti e sulle strutture sanitarie.

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Articolo aggiornato con nuove informazioni sull’andamento della pandemia e sulla diffusione del vaccino

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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