Dopo due dosi di vaccino Covid c’è contagio e trasmissione del virus?

Redazione:

Il vaccino contro il Covid è uno strumento utile e indispensabile per uscire dalla pandemia. Tuttavia l’obbligatorietà del Green Pass e la diffusione della variante Delta hanno riacceso gli animi sull’efficacia del suo utilizzo. Cerchiamo di capire cosa sappiamo e se chi ha completato il ciclo di vaccinazione può restare contagiato o infettare il prossimo.

Qual è l’efficacia del vaccino Covid?

Come abbiamo ampiamente descritto all’inizio del 2021, i vaccini contro il Covid attualmente disponibili sono utili per prevenire l’insorgere e la progressione della malattia. Tuttavia sappiamo anche che la loro durata di efficacia è stimata tra i 9 e i 12 mesi e che nessuno di quelli attualmente in circolazione ha una protezione del 100% (ma si avvicinano molto a questo valore).

Tale premessa è abbastanza importante in quanto l’unico modo per sconfiggere un virus è bloccare la sua circolazione grazie all’immunità di gregge, che si può ottenere attraverso la vaccinazione. Dunque se il vaccino Covid si rivelasse in grado di bloccare la diffusione della Sars-Cov-2, la fine della pandemia sarebbe più vicina di quanto pensiamo.

La maggior parte dei vaccini attualmente disponibili sono composti da due dosi (Pfizer, Moderna e AstraZeneca): la prima dà solo una protezione parziale, con la seconda si aumentano le difese. Solitamente serve qualche settimana prima che la persona completamente vaccinata raggiunga l’immunità. Ciò vale anche per i vaccini a una dose (Johnson & Johnson).

Dopo diversi mesi dall’inizio della campagna vaccinale, è tempo di tirare le somme. Ora possiamo osservare se le due dosi di vaccino contro il Covid siano in grado di bloccare l’infezione e la sua diffusione. In base ai dati di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità diffusi il 14 luglio 2021, l’efficacia dei vaccini è abbastanza importante su svariati piani:

  • Prevengono l’infezione con una sola dose con una probabilità superiore al 70%, che va oltre l’88% quando la vaccinazione è completata;
  • Prevengono l’ospedalizzazione con una probabilità dell’80,8% con una sola dose, del 94,6% con due dosi;
  • Prevengono i ricoveri in terapia intensiva all’88,1% con una sola dose, al 97,3% con due dosi;
  • Prevengono il decesso al 79% con una sola dose, al 95% con due dosi.

Da qui capiamo che due dosi non sono efficaci al 100%, ma hanno delle protezioni molto alte che rendono rari i casi di contagio e di insorgenza della malattia con il ciclo di vaccinazione completato. Inoltre dobbiamo sottolineare che tali statistiche si riferiscono al periodo che va dal 4 all’11 luglio 2021, quando la variante inglese (detta anche Alfa) era la più diffusa.

Adesso invece è la variante Delta a creare apprensione, ma in base a una nota congiunta di EMA (Agenzia europea del farmaco) ed ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), la vaccinazione completa “con uno qualsiasi dei vaccini approvati” genera “un alto livello di protezione contro malattie gravi e morte causate da SARS-CoV-2, comprese le varianti, come Delta”. Tale protezione può essere raggiunta se “è trascorso un tempo sufficiente (da sette a quattordici giorni) dal giorno dell’ultima dose di vaccino”.

Leggi anche: Cosa sono, come nascono e come si combattono le varianti virali?

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By e_mikh da Envato Elements

Cosa può succedere dopo le due dosi di vaccino Covid?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo tornare alla fine di luglio 2021, quando alcune dichiarazioni di Anthony Fauci mal interpretate hanno generato confusione informativa.

Il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases e consigliere medico capo della Casa Bianca ha detto, come spiega Facta News, che “il livello di virus nella rinofaringe di una persona vaccinata che prende un’infezione da Delta nonostante il vaccino, è esattamente lo stesso livello di virus in una persona non vaccinata ma infetta”. Ciò però non significa che la persona vaccinata sia in grado di contagiare quanto un individuo non vaccinato o abbia le stesse possibilità di restare contagiata.

Di fatto ci sono alcuni dati che dimostrano quanto i vaccinati diminuiscano la possibilità di infezione. Ad esempio una ricerca condotta tra ricercatori israeliani e americani, e pubblicata l’8 febbraio 2021 su Medrxiv, ha sottolineato che “la vaccinazione riduce la carica virale da 1,6 volte a 20 volte negli individui positivi per SARS-CoV-2”.

Si tratta di una stima che “potrebbe migliorare dopo che più individui ricevono la seconda dose”. Ciò dimostrerebbe che “la vaccinazione non è solo importante per la protezione dell’individuo, ma può ridurre la trasmissione”.

Un studio del 9 giugno 2021 condotto nel Regno Unito e pubblicato su Medrxiv ha ribadito tale concetto, prendendo in esame le vaccinazioni fatte con AstraZeneca e Pfizer, sebbene mette in luce che “la vaccinazione non previene completamente l’infezione dopo l’esposizione al virus, ma riduce al minimo la progressione verso un’infezione più grave”.

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By javi_indy da Envato Elements

Insomma, anche con due dosi di vaccino contro il Covid si può restare contagiati (si parla di “breakthrough infections”), ma contemporaneamente è possibile ridurre la diffusione del virus. Quindi l’infezione per gli individui vaccinati “rimane una possibilità, seppur con una minore efficienza”.

La conferma viene data il 27 luglio 2021 dallo stesso Fauci, il quale ha chiarito alla Pbs News che la trasmissione della Sars-Cov-2 dai vaccinati “succede” ma “è un evento molto inconsueto, raro”: semplicemente il virus si replica meno nel nostro organismo e riduce la possibilità di contagiare le altre persone.

Oltretutto vale la pena segnalare una ricerca israeliana pubblicata il 29 marzo 2021 su Nature, che ha dimostrato che “le infezioni che si verificano 12 giorni o più dopo la vaccinazione hanno ridotto significativamente la carica virale al momento del test”.

Infine il recente studio REACT-1 dell’Imperial College London, basato sui tamponi effettuati da circa 10mila persone in Inghilterra tra il 24 giugno e il 12 luglio 2021, ha scoperto che i vaccinati con doppia dose hanno tre volte meno probabilità rispetto ai non vaccinati di essere positivi al Coronavirus.

Tuttavia, poiché nessun vaccino difende al 100%, “anche con l’allentamento delle restrizioni, dovremmo agire con cautela per proteggerci a vicenda e frenare il tasso di infezioni”, come ha sottolineato il professore e direttore del programma REACT Paul Elliott. Ciò produrrebbe anche altri effetti positivi, come ridurre le probabilità che nascano varianti virali del Covid.

Leggi anche: Sindrome di Guillain-Barré e vaccino Johnson & Johnson: esiste legame?

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By Alex9500 da Envato Element

Chi è contagiato con due dosi di vaccino Covid deve rispettare la quarantena?

Le misure cautelari per contrastare la diffusione della Sars-CoV-2 restano valide anche per i vaccinati. Se una persona ha ricevuto le due dosi di vaccino contro il Covid e risulta positiva oppure entra in contatto stretto con un individuo risultato positivo, dovrà seguire le linee guida del governo, tra quarantena preventiva e 7 giorni di isolamento, con tutti i tamponi del caso.

L’unica possibilità per uscire dalla pandemia è ridurre e bloccare la diffusione del virus, e dunque raggiungere un’immunità di gregge necessaria (circa l’80%) attraverso la vaccinazione.

Una prima conferma dell’utilità della vaccinazione ci è arrivata da una ricerca condotta da ricercatori del Technion Israel Institute of Technology di Haifa, del Maccabi Healthcare Services e dell’Università di Tel Aviv e pubblicata sulla rivista scientifica Nature nel giugno 2021.

Lo studio ha identificato “una forte associazione negativa tra il tasso di vaccinazione a livello di comunità e il rischio di infezione per i membri della comunità non vaccinati”. Tradotto: i vaccinati proteggono anche i non vaccinati, conferendo un effetto positivo all’intera comunità.

Leggi anche: Vaccino AstraZeneca sotto accusa: tutto quello che c’è da sapere

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By BBTree2012 da Envato Elements
Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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