Storia della vaccinazione, dall’origine ai giorni nostri

Redazione:

Storia della vaccinazionePrima di effettuare un breve viaggio indietro nel tempo alla scoperta della storia della vaccinazione è importante chiarire un concetto rispondendo ad una semplice domanda: cosa è un vaccino?

Cos’è un vaccino

Storia della vaccinazione – Il vaccino è un preparato che viene somministrato per via parenterale (tramite iniezione) o orale, per garantire l’immunità da una determinata malattia. Questa sostanza infatti, una volta introdotta nel sangue, determina una risposta immunitaria nel soggetto con la produzione di anticorpi specifici che hanno l’obiettivo di combattere la patologia per la quale ci si è vaccinati. Il preparato che viene somministrato può essere composto dal microrganismo (batterio o virus) dal quale ci si vuole proteggere, da sue frazioni proteiche che vanno a provocare una reazione difensiva nella persona o da sue tossine opportunamente trattate.

Affinché un vaccino sia efficace, è importante che mantenga la composizione antigenica (cioè le proteine e i polisaccaridi) del patogeno corrispondente e che al contempo sia privo di tutte le caratteristiche che gli consentivano di essere patogeno e quindi di rappresentare un rischio per la salute della persona. 

Classificazione, quali tipi di vaccini esistono

I vaccini oggi disponibili sono diversi e le caratteristiche che li distinguono dipendono principalmente dalla modalità con cui sono preparati. Si riconoscono, quindi:

  • Vaccini vivi-attenuati: (o vivi-modificati) sono costituiti da microrganismi completi ai quali però è stato eliminato o attenuato il potere patogeno in modo tale da provocare nel soggetto una reazione infiammatoria e non la malattia;
  • Vaccini inattivati: sono composti da microrganismi disattivati dal punto di vista chimico o fisico e che quindi divengono del tutto incapaci di determinare la malattia. Dato che non si replicano nell’ospite, questi vaccini inducono risposte immunitarie meno importanti rispetto ai vaccini attenuati e per questo spesso vengono associati a degli adiuvanti che vanno ad aumentare la risposta immunitaria nel soggetto;
  • Vaccini con antigeni sintetici: ovvero prodotti dall’uomo (ad esempio l’HPV e l’HBV attualmente usato contro il virus dell’epatite B). I ricercatori infatti mirano ad identificare i frammenti dei microrganismi che scatenano una risposta immunitaria più importante, sintetizzarli in laboratorio, e usarli come vaccini.

Storia della vaccinazione, dall’antichità ad oggi 

La storia della vaccinazione nasce dall’osservazione, sin dall’antichità, che la sopravvivenza ad una malattia determina quasi sempre l’immunizzazione del soggetto al patogeno che l’ha causata. Già al tempo dell’antica Grecia infatti lo storico Tucidide aveva avuto modo di osservare che coloro che, al tempo dell’epidemia di vaiolo del 429 a.C. riuscivano a sopravvivere, divenivano poi immuni alla malattia o comunque alle sue manifestazioni più gravi.
Una pratica molto usata nell’antichità nei confronti di questa malattia era la cosiddetta variolizzazione, dapprima praticata essenzialmente in India, Cina e Turchia e poi diffusasi in Europa a metà del ‘700 circa. Tale pratica consisteva nell’infettare volutamente le persone sane servendosi del pus proveniente dalle pustole delle persone malate affinché si contagiassero diventando così (nel caso in cui sopravvivessero) immuni alle formi più gravi di vaiolo.

Edward Jenner e la scoperta della vaccinazione

JennerStoria della vaccinazione – La vera svolta in ambito di vaccini però si deve al medico di campagna britannico Edward Jenner che nel 1796 scoprì la vaccinazione come tecnica per sconfiggere e prevenire le malattie infettive. Il medico inglese infatti osservò che le mungitrici che contraevano il vaiolo bovino e riuscivano a guarire diventavano immuni nei confronti del vaiolo umano. Alla luce di queste scoperte Jenner provò ad iniettare del materiale purulento prelevato dalla pustola di vaiolo bovino in un bambino. A distanza di alcuni mesi il ragazzo venne inoculato con del vaiolo umano e, come ci si aspettava, la malattia non si sviluppò. Nonostante Jenner non fosse in grado di spiegare il meccanismo, grazie alle sue intuizioni poté constatare che in seguito al “vaccino” qualcosa nel corpo del ragazzo era cambiato e lo preservasse dal contagio.

A portare in Italia il la vaccinazione jenneriana fu Luigi Sacco, primario dell’Ospedale Maggiore di Milano. In poco tempo grazie al suo impegno il vaccino in tutto il Regno d’Italia e poi anche in quello delle Due Sicilie. In seguito all’Unità d’Italia poi, la vaccinazione anti-vaiolo fu resa obbligatoria per tutti i nuovi nati a partire dal 1888. In Italia l’obbligo è stato abolito nel 1981 dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha decretato eradicato il vaiolo dalla Terra

Robert Koch e Louis Pasteur

Storia della vaccinazione – In seguito al successo ottenuto con la scoperta di Jenner i ricercatori e gli scienziati cercarono di estendere la vaccinazione ad altre malattie infettive. Grazie alle ricerche microbiologiche il medico tedesco Robert Koch riuscì ad individuare l’agente patogeno della tubercolosi. Importanti furono anche le sue scoperte sul bacillo del carbonchio e del colera. 

Nel 1879 il biologo e chimico francese Louis Pasteur, considerato il padre della moderna microbiologia, riuscì a vincere diverse infezioni batteriche grazie all’impiego di vaccini costituiti da batteri indeboliti in laboratorio. I batteri attenuati determinano sì l’insorgenza di un’immunità acquisita ma con una ridotta possibilità di una reazione violenta da parte dell’organismo. Con Pasteur ha inizio l’era della vaccinazioni di massa come strumento per debellare le principali malattie infettive con un aumento considerevole dell’aspettativa di vita nell’occidente. 

Behring e Ramon

RamonStoria della vaccinazione – Si deve agli studi del tedesco Emil Adolf von Behring il concetto di antitossine, che Behring elaborò nella ricerca di una terapia contro la tossina difterica. La terapia del medico tedesco si basava sull’impiego di anticorpi presenti nel siero: nel 1880 Behring rese un animale temporaneamente immune alla difterite e al tetano iniettandogli siero sanguigno infetto di un altro animale. Questa pratica non si dimostrò soltanto preventiva ma anche curativa se il siero era iniettato ai primi sintomi della malattia.

I vaccini anti-difterite ed anti-tetano diventarono disponibili in commercio solo alla fine del 1920 in seguito alla scoperta del veterinario francese Gaston Ramon. Per stimolare l’immunità egli disattivava le tossine batteriche attraverso un trattamento chimico. Così si comprese che i vaccini potevano essere preparati utilizzando solo una parte del patogeno (sub-unità) e non il microrganismo intero.

Poliomielite, Jonas Salk e Albert Sabin

Jonas SalkStoria della vaccinazione – Nella prima metà del ‘900 in Europa e Stati Uniti si verificano delle drammatiche epidemie di poliomielite, una grave malattia causata da un poliovirus che tra gli anni ’40 e ’50 uccise e paralizzò circa mezzo milione di persone ogni anno. Nacque così l’esigenza di sviluppare un vaccino che potesse essere messo a disposizione della popolazione.

Il primo vaccino anti-polio fu sviluppato da Jonas Salk nel 1955: si trattava di un vaccino costituito da virus disattivati con formaldeide (seguendo il metodo Ramon) e somministrato per via intramuscolare. 
Soltanto due anni più tardi Albert Sabin ne presentò un altro, dalla composizione diversa: un vaccino “vivo attenuato” da somministrare per via orale. 

Nel 1963 ebbe inizio la vaccinazione anti-polio su scala mondiale con il metodo Sabin che, oltre ad essere meno costoso di quello proposto da Salk, richiedeva una via di somministrazione più semplice e meno invasiva. 

Leggi anche: Jonas Salk e la storia della poliomielite 

Hilleman ed il vaccino trivalente MPR

Ai vaccini per morbillo, parotite e rosolia lavorò il microbiologo americano Maurice Hilleman (il primo vaccino anti-morbillo risale al 1963 mentre i vaccini per parotite e rosolia furono disponibili rispettivamente nel 1967 e nel 1969). Ad Hilleman si deve inoltre la loro combinazione con la nascita, nel 1971, del vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia (MPR). 

Tra i vaccini sviluppati dal microbiologo americano ed il suo staff negli anni quelli contro l’epatite A e B, la varicella, la meningite, l’emofilo dell’influenza e la polmonite. 

I vaccini oggi 

Dopo le grandi scoperte sul DNA degli anni Sessanta ha avuto inizio l’era dei vaccini molecolari, dei quali si conosce con esattezza la parte del microrganismo che immunizza. Oggi i vaccini si producono con:

  • agenti patogeni uccisi
  • tossine patogene inattivate
  • agenti patogeni simili a quelli naturali ma attenuati
  • parti di microrganismi assemblati mediante la tecnica del DNA ricombinante. 

 

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