Sintomi Covid dicembre 2023: quali sono e cosa fare in caso di contagio

Redazione:

I sintomi del Covid tornano a farsi sentire anche a dicembre 2023, i contagi aumentano, i ricoveri pure e ci si chiede come sarà il prossimo Natale. Lasciamo da parte le notizie allarmistiche affermando che al momento non sono previste chiusure, lockdown o soluzione già viste a inizio pandemia. Ma resta comunque l’esigenza di mantenere alta l’attenzione.

Questo perché a oggi continuano a circolare numerosi varianti in tutto il mondo, e anche in Italia, dove al momento gli occhi sono puntati sulla variante Eris (EG.5) e sulla variante Pirola (BA.2.86).

Quali sono oggi i sintomi del Covid a dicembre 2023?

A oggi i sintomi del Covid a dicembre 2023 sono gli stessi che abbiamo imparato a conoscere in questi lunghi mesi. Unica eccezione per l’assenza dell’olfatto e del gusto, che nella maggior parte dei casi sembrano essere scomparsi. Per cui nell’elenco dei sintomi del Covid possiamo trovare:

  • Febbre o brividi
  • Tosse e mal di gola
  • mal di testa
  • naso che cola
  • voce rauca
  • Affaticamento e stanchezza
  • Dolore muscolare
  • Congestione o raffreddore
  • Difficoltà respiratorie (soprattutto nei casi più severi)

Resta comunque la possibilità di non mostrare sintomi in caso di contagio, e dunque risultare pazienti asintomatici. Per questo motivo è opportuno avvalersi di un test diagnostico per il Covid (come i tamponi) nel caso in cui si sospetta di aver contratto il virus. In linea generale, la positività al Covid dura dai 5 ai 7 giorni oppure dai 10 ai 15 giorni.

Regole Covid: cosa fare in caso di contagio da Covid?

Sei risultato positivo al Covid dopo il tampone? Ci sono delle regole ben precise diffuse da una circolare del Ministero della Salute che spiega cosa fare in questa situazione. Le persone positive non hanno l’obbligo dell’isolamento ma devono seguire alcuni accorgimenti:

  • Indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie (mascherina chirurgica o FFP2), se si entra in contatto con altre persone.
  • Se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi.
  • Applicare una corretta igiene delle mani.
  • Evitare ambienti affollati.
  • Evitare il contatto con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza, ed evitare di frequentare ospedali o RSA. Questa raccomandazione assume particolare rilievo per tutti gli operatori addetti all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, che devono quindi evitare il contatto con pazienti a rischio.
  • Informare le persone con cui si è stati in contatto nei giorni immediatamente precedenti alla diagnosi, se anziane, fragili o immunodepresse.
  • Contattare il proprio medico curante se si è persona fragile o immunodepressa, se i sintomi non si risolvono dopo 3 giorni o se le condizioni cliniche peggiorano.

Nel caso in cui invece siamo entrati in contatto con una persona positiva:

  • non siamo costretti a fare il tampone;
  • dobbiamo monitorare l’eventuale comparsa dei sintomi di Covid nei giorni successivi;
  • evitare il contatto con persone fragili, immunodepresse o donne in gravidanza;
  • in caso di sintomi, fare un tampone antigenico o molecolare.

Vaccinazione Covid: quali vaccini dicembre 2023

Da diversi mesi in contemporanea sono partite le campagne di vaccinazioni contro il Covid e contro l’influenza stagionale (scopri quando possono essere fatti insieme). Per quanto riguarda i vaccini contro il Covid, abbiamo a che fare con strumenti aggiornati e adattati alla variante Omicron XBB.1.5, nota con il nome di Kraken.

Come sappiamo, il vaccino contro il Covid punta a evitare lo sviluppo della forma grave della malattia, limitando quindi i ricoveri, le ospedalizzazioni e le morti. Ma chi può fare il vaccino Covid a dicembre 2023? In base alle disposizioni diffuse dal Ministero della Salute, nell’elenco dei beneficiari troviamo:

  • Persone di età pari o superiore a 60 anni;
  • Ospiti delle strutture per lungodegenti;
  • Donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum”
    comprese le donne in allattamento;
  • Operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle
    strutture di lungodegenza; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano
    tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione;
  • Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave, quali:
    • Malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO, la fibrosi polmonare idiopatica, l’ipertensione polmonare, l’embolia polmonare e le malattie respiratorie che necessitino di ossigenoterapia;
    • Malattie dell’apparato cardio-circolatorio (esclusa ipertensione arteriosa isolata), comprese le cardiopatie congenite e acquisite, le malattie coronariche, lo scompenso cardiaco e i pazienti post-shock cardiogeno;
    • Malattie cerebrovascolari;
    • Diabete/altre endocrinopatie severe quali diabete di tipo 1, diabete di tipo 2, morbo di Addison, panipopituitarismo;
    • Malattie neurologiche quali sclerosi laterale amiotrofica e altre malattie del motoneurone, sclerosi multipla, distrofia muscolare, paralisi cerebrali infantili, miastenia gravis, altre malattie neuromuscolari, patologie neurologiche disimmuni e malattie neurodegerative;
    • Obesità (BMI >30);
    • Dialisi o insufficienza renale cronica;
    • Malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, quali talassemia major, anemia a cellule falciformi e altre anemie croniche gravi;
    • Patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi, in attesa di trattamento o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;
    • Trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
    • Trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);
    • Attesa di trapianto d’organo;
    • Terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART);
    • Immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);
    • Immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);
    • Asplenia anatomica o funzionale Pregressa splenectomia o soggetti con indicazione alla splenectomia in elezione;
    • Infezione da HIV con sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), o con conta dei linfociti T CD4+ <200 cellule/μl o sulla base di giudizio clinico;
    • Malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
    • Sindrome di Down;
    • Cirrosi epatica o epatopatia cronica grave;
    • Disabili gravi ai sensi della legge 104/1992 art. 3 comma 3.

È anche vero che oggi chiunque può fare richiesta del vaccino previa disponibilità di dosi. Dunque anche chi non fa parte delle categorie ritenute a rischio, che hanno la priorità, può richiedere una nuova vaccinazione.

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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