Orbiting simile al ghosting: cos’è, significato e come reagire

Redazione:

L’orbiting può ricordare il ghosting, ma ci sono alcune differenze sostanziali da tenere in considerazione. Si tratta di una locuzione diventata di uso comune (anche in psicologia) a seguito di come il mondo e le nostre relazioni intime sono state modificate dall’avvento del digitale. Inficia tantissimo nella nostra quotidianità, soprattutto visto il massiccio uso dei social media, e rientra nell’ambito del dating.

Rispetto al ghosting, in cui una persona scompare improvvisamente, l’orbiting descrive una situazione ancora più complessa: una persona con cui abbiamo (avuto) una relazione o con cui ci stiamo semplicemente sentendo, sparisce gradualmente ma non totalmente, in quanto resta presente nella nostra vita attraverso altre modalità (come le interazioni sui social: un like o un visualizzazione alle tue stories).

Che cos’è e cosa significa orbiting?

Il significato di orbiting deriva dall’inglese “to orbit”, che significa appunto “orbitare attorno a qualcosa”. In psicologia “orbiting” è stato adottato proprio per descrivere una persona che ruota attorno a un’altra, nonostante non faccia veramente parte della sua vita. Ciò produce nella quotidianità una relazione ambigua, basata sull’assenza di una comunicazione chiara, che trova fondamento solo nel mondo digitale, in particolare nell’universo social.

Sembra che la prima persona ad aver allacciato il termine orbiting a questo comportamento sia stata la blogger Anna Iovine. In pratica può capitare che ci fa orbiting non risponde ai nostri messaggi, non si faccia vedere o sentire durante le nostre giornate, ma resta comunque presente attraverso alcune dinamiche social, come interazioni e visualizzazioni, che la portano comunque ad avere una certa presenza. Così facendo, l’altra persona mostra ambiguità e provoca spaesamento e frustrazione, tanto da dare vita a una relazione totalmente inesistente nella realtà, ma attiva nelle dinamiche online.

Nonostante si tratti di un comportamento molto simile al ghosting, esistono delle spaccature evidenti: nell’orbiting la persona sparisce gradualmente ma non del tutto, mentre nel ghosting l’individuo non si fa più né vedere né sentire.

Questa situazione può essere vissuta in diversi contesti relazionali, ad esempio quando due amanti decidono di prendersi una pausa dalla propria storia d’amore, ma uno dei due partner continua imperterrito a far sentire la propria presenza attraverso dinamiche social ben definite. Oppure quando una persona decide di allontanarsi dall’altra, ma comunque fa sentire la sua presenza attraverso like e commenti. Insomma, l’orbiter non svanisce completamente, ma appunto resta attorno.

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che cos'è orbiting
By Rawpixel da Envato Elements

Chi fa orbiting e perché lo fa?

Nella maggior parte dei casi, vivere una relazione ambigua significa aver idealizzato un contesto col desiderio di volerci restare dentro, anche se le dinamiche esistenti ci dicono chiaramente che c’è qualcosa che non va. Ciò accade anche nell’orbiting.

Ma che senso ha fare orbiting? Una delle risposte più gettonate riguarda la noia: l’orbiter punzecchia il prossimo semplicemente perché non ha trovato di meglio di fare: così il flirt diventa un’azione di puro istinto, che non ha basi emotive solide. Ma una risposta più ramificata va ricercata nei profili di chi fa orbiting, noti appunto come orbiter. In linea generale possiamo riconoscere diversi identikit:

  • il più grave orbiter che possiamo incontrare è il narcisista patologico, una personalità che manipola il prossimo attraverso una comunicazione ambigua e priva di alcun fondamento emotivo, con il solo intento di aumentare il proprio ego. Il personaggio in questione esercita sull’altra persona un controllo e una manipolazione tale da tenere attorno a sé gli altri per i propri scopi, disinteressandosi proprio del danno che può arrecare.
  • un orbiter meno grave è un individuo inconsapevole del proprio comportamento. Non attua determinate azioni in funzione di un godimento personale, ma non ha proprio consapevolezza che il suo modo di fare può essere nocivo per gli altri.
  • l’ultimo orbiter è il meno grave di tutti, e parte da un’insicurezza di base: la persona non sa esattamente cosa vuole nella sua vita, quindi non è pronto a impegnarsi seriamente con una persona ma, contemporaneamente, non sente la necessità di distaccarsene. In questo caso, parliamo di una persona che potrebbe aver avuto una storia familiare complicata, il cui comportamento comunque non va giustificato, ma sicuramente può essere un sintomo della propria insicurezza.

Come difendersi da chi fa orbiting?

Come possiamo rispondere a chi ci fa orbiting? Non è una nostra responsabilità cambiare l’altra persona per fermare l’orbiter, ma possiamo agire sul nostro modo di comportarci quando abbiamo a che fare con queste individualità.

Vivere una relazione ambigua significa vivere una relazione tossica, e dunque la soluzione più congeniale è prendere le distanze da queste dinamiche o semplicemente ignorare la situazione. Se lo ritieni necessario, blocca sui social l’account del tuo orbiter o limita la tua privacy affinché non possa avere aggiornamenti sulla tua vita.

In qualche misura, queste soluzioni possono aiutare ad alleviare la frustrazione che queste dinamiche generano. E se proprio non riesce a utilizzare una di queste funzioni, limitati a non dare peso alle varie interazioni che ricevi, prendendole per quelle che sono: semplici like o commenti che non hanno un significato importante per la tua vita.

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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