Gaslighting: che cos’è, come riconoscerlo e come uscirne

Redazione:

Il Gaslighting è una forma di manipolazione psicologica a tutti gli effetti, caratterizzata da un carnefice che sminuisce la vittima attraverso frasi o atteggiamenti con l’obiettivo di svalutare la sua sanità mentale. Riguarda generalmente rapporti d’amore, ma può nascere anche in contesti diversi quali l’amicizia e la famiglia.

Il termine è emerso prepotentemente nel 2022, in quanto secondo il dizionario Merriam-Webster, “Gaslighting” è stata la parola più cercata in quell’anno: di fatto, è stato registrato un impressionante aumento delle ricerche del termine (+174%).

Che cosa significa fare Gaslighting e che vuol dire?

Precisamente il significato della parola è “illuminazione a gas“, per cui in prima istanza non sembra avere alcun legame con la psicologia. Il termine però ha iniziato a indicare una forma di manipolazione psicologica attraverso il titolo dell’opera teatrale “Gas Light” di Patrick Hamilton (1938), da cui poi è stato tratto il film “Gas Light” di George Cukor (1944).

L’opera racconta la vicenda di un uomo che fa di tutto per indurre la moglie a credere che sta impazzendo, facendole dubitare delle proprie percezioni e sensazioni. In particolare, l’uomo cercherà di convincerla che le luci a gas che si abbassano improvvisamente nella propria abitazione siano solo frutto della sua immaginazione.

Che cos’è il Gaslighting e come funziona?

Il dizionario Merriam-Webster definisce il Gaslighting come una manipolazione psicologica, anche di lungo periodo, capace di indurre nella vittima una messa in dubbio dei propri pensieri, della propria percezione della realtà o dei ricordi.

Ciò che prova la vittima è un gran senso di confusione, una perdita di fiducia, forte insicurezza, vulnerabilità, autostima, una profonda incertezza del proprio stato emotivo e della propria stabilità mentale, così come una forte dipendenza dall’autore del fatto.

In sintesi, il termine indica una manipolazione psicologica nascosta e subdola, difficilmente identificabile fin da subito, da parte di una persona con il chiaro obiettivo di far dubitare il prossimo di sé e della realtà che lo circonda, a fronte di un tornaconto personale. In questo modo, la vittima perderà la propria autonomia e capacità decisionale.

Si tratta di un termine che può essere legato anche ad altri contesti, come quello informativo. Basti pensare alle fake news oppure alle teorie complottistiche e credenze cospirazioniste, due delle cause che hanno determinato l’incremento di ricerca di questa parola.

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Come riconoscere il Gaslighting: frasi ed esempi

“Sei troppo sensibile” e “stai esagerando” sono solo alcune delle frasi che, usate in determinati contesti, possono portare una persona a essere vittima di questa manipolazione psicologica. Ma possiamo riconoscere anche altre espressioni, come:

  • “Sei pazzo/a”;
  • “Stai facendo melodrammi per niente”;
  • “Stai inventando delle cose”;
  • “Sei tu a ricordarti male”;
  • “Non è mai successo”.

Trattandosi di una manipolazione psicologica, può essere confusa con altre situazioni che comunque richiamano situazioni dove una persona detiene il totale controllo sull’altra. In questo caso, per dimostrare il gaslighting possiamo identificare alcune caratteristiche:

  • La persona che subisce questa manipolazione psicologica tende a cercare l’approvazione del proprio partner, creando così dinamiche di dipendenza totale;
  • Venir costantemente invalidato/a può generare nella vittima la sensazione di avere un problema con la propria salute mentale;
  • La persona che fa gaslighting crea una comunicazione distorta, piena di ambiguità e bugie che puntano ad avvalorare la propria tesi secondo cui è la vittima ad avere un problema con se stessa;
  • Il carnefice tende a invalidare o minimizzare le emozioni del partner, creando la condizione secondo cui il problema è semplicemente nella testa della vittima, facendola cadere anche nella depressione.

I punti elencati finora possono essere uniti tra loro, e aiutarci a creare un quadro ancora più specifico su come funziona il gaslighting:

  • La negazione: chi abusa nega la realtà e induce nella vittima l’idea che ha qualcosa che non va o che certi pensieri o fatti siano frutto della sua immaginazione. Uno degli aspetti più colpiti è la memoria: il manipolatore affermerà che la vittima non riesce a ricordare un evento manipolato dall’abusatore. “Ma come non ti ricordi! Me l’hai detto proprio tu!”, “Guarda che questa cosa non è mai successa, ti ricordi male”, “Le cose non sono andate in questo modo, ma in quest’altro” o “Non me l’hai mai detto! Te lo sarai immaginato!”.
  • Il condizionamento: qui entriamo nella manipolazione affettiva, cioè l’uso di parole dolci ed elogi carichi di stima che l’abusatore indirizza alla vittima se sta per crollare. In certe situazioni, possiamo riconoscerla quando l’abusatore asseconda le richieste della vittima.
  • La svalutazione: tutti quei comportamenti atti a minare l’autostima della persona, colpendo l’intelligenza, la morale e l’onesta della vittima con lo scopo di isolarla dagli affetti con frasi come “Non essere così permaloso/a”, “Sbagli sempre tutto! Non ne fai una giusta!”, “Se ti lascio rimarrai sola per tutta la vita” o “I tuoi amici sono insignificanti, proprio come te!”.
  • Il dirottamento: quando viene messo alle strette, l’abusatore tende a cambiare argomento spostando il focus della discussione su altro.
  • Il silenzio: il manipolatore utilizza il silenzio per chiudere qualsiasi canale di comunicazione, tanto da trasformarlo in una punizione per la vittima, che si sentirà in dovere di scusarsi per qualcosa che, probabilmente, non ha fatto.

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Chi è il gaslighter: si tratta di un narcisista?

Come riconoscere chi fa gaslighting? Chi abusa viene definito gaslighter e può essere identificato attraverso alcuni dettagli, come la mancanza di empatia, la bassa intelligenza emotiva e la tendenza a criticare il prossimo, tratti che possono essere accomunati a una personalità narcisistica. Inoltre, come riporta Unobravo.com, possiamo identificarne 3 tipologie:

  • il “glamour” gaslighter (adula la vittima al fine di controllarla);
  • il gaslighter “bravo ragazzo” (narcisista che tende a mantenere un’immagine impeccabile di sé, mostrando un finto interesse nei confronti del prossimo);
  • il gaslighter “intimidatorio” (le sue critiche generano nella vittima sentimeni di disperazione e impotenza).

Come uscire e difendersi dal Gaslighting?

Cosa possiamo fare in caso di gaslighting, e come possiamo gestire la situazione? Come detto precedentemente, siamo di fronte a una tipologia di manipolazione psicologica che può riguardare diversi campi di vita, e non solo una relazione amorosa: in primis famiglia e amicizia, ma anche lavoro.

In linea di massima, ci sarà sempre un manipolatore e un abusato, e quest’ultimo potrebbe restare intrappolato così tanto da non riuscire a fidarsi del proprio giudizio e a non riconoscere di essere una vittima. Perseguendo l’obiettivo di ottenere un tornaconto personale infatti, il manipolatore distrugge l’autonomia dell’altra persona e la sua capacità di analisi del mondo circostante, isolandola anche dai suoi affetti.

La distruzione interna porterà la vittima (convinta che il manipolatore dica la verità) a provare confusione, disorientamento mentale, insicurezza, vulnerabilità e stato mentale depressivo. E dunque com’è possibile difendersi dal Gaslighting?

Chi si trova in questa situazione potrebbe non riconoscere la trappola, ma ci sono due elementi che identificano bene la situazione: la vittima dà sempre ragione all’altro e si trova in una posizione di rinuncia. È comunque opportuno chiedere aiuto a uno specialista della salute mentale, che saprà sicuramente aiutare il paziente a uscire da questo vortice nero e ad avere maggiore consapevolezza dei meccanismi attuati dall’abusatore.

Nel nostro privato possiamo comunque adottare dei comportamenti per combattere il gaslighting:

  • scrivere ogni evento subìto che può essere ricondotto a questa forma di manipolazione psicologica;
  • chiedere aiuto alle persone care attorno a noi o, appunto, affidarsi a uno specialista;
  • stabilire dei confini con la persona che fa Gaslighting, prendendo anche le distanze se necessarie;
  • lavorare su se stessi, sulla propria autostima, sulle proprie insicurezze.

Ci sono molte persone che si chiedono anche come distruggere un gaslighter, ma la risposta non esiste in quanto la vendetta non è mai la soluzione a questi mali.

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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