LA PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA Perché chiedere aiuto?

Redazione:

Ti è mai capitato di sentirti incapace di affrontare una situazione improvvisa?

Di non sentirti in grado di fronteggiare degli eventi?

Hai mai sperimentato il senso d’impotenza? Quando ti senti piccolo piccolo…

Hai mai provato la frustrazione e la sofferenza di voler fare qualcosa, ma non sapere cosa o di non poter far niente?

 

Facciamo degli esempi.

Un giorno qualunque, come tutti gli altri, ad un certo punto arriva nella vita una minaccia improvvisa che può essere per esempio una diagnosi di malattia, un incidente stradale grave, una chiamata durante la quale si viene informati di un lutto improvviso.

Questa minaccia comporta forti emozioni e prese di decisione che le persone sono chiamate a prendere, quindi inizia quella che viene chiamata una situazioni interattiva. Iniziamo ad interagire con le persone che ci stanno attorno, ad esempio, dobbiamo recarci in ospedale, cerchiamo di capire come fare per andare lì, poi parliamo con i dottori e cerchiamo di capire cosa ci vogliono dire, magari ci fanno anche delle domande alle quali non sappiamo rispondere.

Tutte queste prese di decisioni sono sviluppate in maniera rapida, talmente rapida che, nonostante la  giornata fosse iniziata come una giornata qualunque, non ci sembrerà mai più un giorno come gli altri. Siamo stati catapultati in un’altra dimensione temporale, quasi ovattata.

Cosa accade in queste situazioni?

Le nostre risorse emotive, materiali, fisiche, alle volte non bastano; siamo chiamati a fronteggiare una  realtà, delle notizie che fino al giorno prima non credevamo nemmeno possibili. Non riusciamo a  realizzare che la notizia arrivata sia vera.

Questa situazione alle volte genera sofferenza, perché non abbiamo la possibilità di rispondere in modo positivo alle richieste esterne.

 

Ecco vedi, ho fatto questi esempi per riuscire a spiegarti che la psicologia innanzitutto riguarda realtà che probabilmente abbiamo provato tutti sulla nostra pelle almeno una volta nella vita.

 

Cosa fa, cosa serve, di cosa si occupa la psicologia dell’emergenza?

Di questo!

Di tutte quelle situazioni in cui il protagonista dell’evento, i familiari, i soccorritori si sentono impotenti, sentono di essere stati sconfitti da qualcosa che è difficile da comprendere, quasi impossibile.

Quando quelle notizie e questi eventi che arrivano e rimbalzano su di noi ci lasciano privi di parole e ci tormentano. Quando ci rendiamo conto che le nostre capacità, le nostre risorse non bastano. Nonostante ci siamo impegnati e abbiamo fatto tutto il possibile, alle volte il possibile non basta!

Quando la realtà appare più grande di noi ed incomprensibile.

Tutto quello che avevamo imparato prima di quell’evento risulta essere inutile e l’evento stesso non riesce a collocarsi nel nostro sistema valoriale e di senso.

 

Ti sei mai chiesto: “Ma questo che senso ha?”, “Adesso che cosa faccio? Come faccio?”,  “Perché a me?”.

Contemporaneamente le frasi che tormentano i soccorritori sono: “Perché proprio quel bambino, così piccolo?”, “Non potevamo arrivare prima?”, “C’era qualcos’altro da fare?”.

Conosci questa sensazione di avere mille domande e nemmeno una risposta?

E più non si trovano risposte più le domande si auto generano, come se formassero una vita propria dentro di te.

 

Ecco, STOP!!!!

Fermati e chiedi aiuto.

Perchè?

Perchè tutti noi abbiamo delle risorse che sono utili, spendibili, che sono pronte ad aiutarci ancora, ma dobbiamo riscoprirle, orientarle e attivarle.

 

E’ arrivato il momento di lasciare spazio e far emergere quei silenzi, quelle domande e quelle parole che richiedono sottovoce delle risposte.

 

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