Escort per disabili in Spagna: Marien, 2 mila euro per un weekend

Escort per disabili in Spagna: la storia di Marien raccontata da Giovanna Chicco: “Duemila euro per passare un weekend con lei, 48 anni, laureata in scienze politiche, ex-infermiera, separata con un figlio, vive e lavora a Barcellona. Da più di dieci anni Marien offre sesso a pagamento alle persone disabili”.

La sua intervista sui giornali di mezzo mondo ha scatenato reazioni contrastanti: approvazione e indignazione, applausi e insulti. Marien offre un servizio, non vende sogni, ne crea false illusioni: in Germania, come in Olanda e nei paesi scandinavi, passare un weekend con Marien o con una escort per disabili sarebbe una libera scelta.

In Italia solo l’ipocrita soluzione di un paese che pur rifiutando il sesso a pagamento non sa dare una risposta alternativa ai desideri d’amore e alle pulsioni sessuali delle persone disabili”.

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Escort per disabili: la storia di Marien

“Mi sono sposata giovanissima, avevo 17 anni. Con lui è andata male e mi sono ritrovata con un padre a carico e un figlio. Così ho deciso di stravolgere completamente la mia vita: ho cambiato nome e ho cominciato a lavorare nei night club di Barcellona come spogliarellista. Da lì è cominciata la mia storia di escort per disabili.”

La scelta di diventare escort per disabili

“Inizialmente, le mie colleghe vedendo uomini con occhiali spessi o che zoppicavano o in sedia a rotelle rimanevano schifate e inorridite. Così mi è scattata la scintilla e ho capito che la strada da percorrere per guadagnare era quella.

Ho iniziato da subito a mettere inserzioni sui giornali catalani specificando che ero una escort per disabili indipendente, facendo sapere che i miei servizi erano riservati esclusivamente alle persone portatrici di handicap. È stato da subito un successo, un business crescente che mi ha permesso di poter vivere dignitosamente, di poter fare studiare mio figlio e di comprarmi due appartamenti”.

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escort per disabili

Il denaro è un linguaggio chiaro

“Da anni ho ormai dei clienti fissi, affezionati, con i quali siamo anche diventati amici. Certo, c’è uno scambio, loro vogliono il sesso e io glielo do. Ovviamente vengo pagata, però il denaro è un linguaggio chiaro, netto, senza fraintendimenti”.

“Però ho anche le mie soddisfazioni, perché tante volte loro mi ringraziano per questi servizi, quasi se provare un piacere per loro fosse una cosa proibita, una concessione proibita. E questo mi fa piacere: tra l’altro i genitori stessi, i familiari dei ragazzi a volte mi chiamano per aiutare i propri figli, e di questo ne vado molto fiera e ne sono orgogliosa.”

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L’esperienza da infermiera

“Ho incontrato le mie ex colleghe del club che sono venute a conoscenza di questa mia specialità e mi chiedono come faccio, se mi fanno schifo. Sinceramente io non ho mai provato questo tipo di sensazioni, anche perché prima di fare la escort per disabili facevo l’infermiera, e quindi ero portata ad aiutare le persone, anche anziane, a cambiarle, a pulirle, a imboccarle. Quindi per me è una cosa naturalissima”.

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Una escort per disabili deve saper distinguere

“Tra l’altro tra i miei clienti ci sono delle persone fantastiche che sono fragili solo all’apparenza. Dal punto di vista sessuale sono persone diverse però allo stesso tempo si assomigliano. Per esempio un ragazzo in carrozzina facilmente può raggiungere il piacere o l’orgasmo, diversamente una persona con handicap mentale si esprime in maniera diversa.

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Un ragazzo tetraplegico ha bisogno di essere toccato, ha bisogno che io prenda le sue mani e le porti al mio seno, ha bisogno di toccare la mia pelle per provare piacere. Un ragazzo autistico invece ha bisogno del mio busto, del mio petto nudo quasi da plasmarlo nel suo mondo per provare un piacere unico.

Un ragazzo spastico ha problemi di contrazione muscolare, di conseguenza non può masturbarsi, ha bisogno di aiuto per masturbarsi. Una ragazza con distrofia miotonica necessita di un massaggio.”

“C’è chi ritiene che io mi dovrei vergognare per il mio mestiere di escort per disabili, io invece dico che si dovrebbero vergognare quei paesi dove ancora un disabile non può fare sesso liberamente. Questa è la vera vergogna, negare un sacrosanto diritto a queste persone è una vergogna!”.

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Redazione - Ability Channel
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