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Violenza di genere: cos’è, dati, come si manifesta e la legge in Italia

Redazione:

La violenza di genere è una violazione dei diritti umani fondamentali, un fenomeno – se così possiamo definirlo – complesso e ramificato nella società patriarcale nella quale abitiamo. Essa non solo incide profondamente sulla società, ma è conseguenza stessa di una società che fonda i propri principi basilari sul patriarcato.

Viene definita violenza di genere qualsiasi atto di violenza basato sul genere che comporta danni fisici, sessuali, economici o psicologici alla vittima. Ma queste non sono le uniche forme riconosciute, sono semplicemente le più note mediaticamente parlando.

All’interno della violenza di genere possiamo includere abusi fisici, sessuali, emotivi e psicologici, accompagnati da discriminazione, manipolazione e oppressione basate sul genere. La vasta gamma di manifestazione suggerisce la necessità di sradicare il problema alla radice.

Quali sono le tipologie di violenza di genere?

A oggi esistono vari tipi di violenza di genere, alcune ampiamente riconosciute mentre altre meno: molto dipende dalla visione sociale e cultura che si ha di questo argomento e di come i media ne parlano.

Spesso infatti vengono riportate principalmente le notizie di violenze fisiche e sessuali, che portano alla morte della vittima, ma ne esistono altre che minano la libertà, l’indipendente e l’autodeterminazione della donna. Questa violenza può avvenire in pubblico o in privato e può colpire tutti i generi, sebbene le statistiche affermano che le donne e le ragazze sono le più colpite.

La violenza di genere può manifestarsi in diversi modi, nella maggior parte dei casi in relazioni intime o domestiche, cioè in contesti dove la vittima e il carnefice hanno una relazione diretta, familiare o intima. Può iniziare con comportamenti apparentemente innocui e progredire verso abusi più gravi. Possiamo riconoscere:

  • Violenza fisica: percosse, spinte, schiaffi, morsi, strangolamenti e altre forme di lesioni fisiche.
  • Violenza sessuale: stupro, aggressione sessuale, molestie sessuali e sfruttamento sessuale.
  • Violenza psicologica o emotiva: intimidazioni, minacce, umiliazioni, manipolazioni, isolamento sociale, catcalling, controllo eccessivo, gaslighting e stalking.
  • Violenza economica o finanziaria: il controllo dei soldi, il rifiuto di condividere risorse finanziarie o impedire alla vittima di lavorare.
  • Violenza digitale: cyberstalking, molestie online, diffusione di immagini intime senza consenso e manipolazione tramite mezzi digitali.
  • Violenza simbolica: pubblicità sessiste, linguaggio che sminuisce basato sul genere e rappresentazioni mediatiche stereotipate.
  • Violenza culturale: i matrimoni forzati o la mutilazione genitale femminile (come l’infibulazione).
  • Violenza riproduttiva: forzare la gravidanza, il controllo sulla contraccezione e la coercizione riguardo alla scelta di abortire o portare a termine una gravidanza.

Quali sono le cause principali della violenza di genere?

Il patriarcato è, al contempo, causa e sintomo della violenza di genere. Esso infatti si manifesta attraverso strutture di potere basate sul genere, norme sociale, aspettative di genere, controllo e dominio della donna, che sfociano inevitabilmente in violenza.

Lo stesso sistema patriarcale alimenta altre forme di cause che, proprio per la loro esistenza, legittimano il patriarcato stesso e, di riflesso, la violenza di genere:

  • Disuguaglianze economiche e sociali: la povertà, la disoccupazione e l’accesso limitato alle risorse possono aumentare il rischio di violenza di genere.
  • Educazione e socializzazione: la violenza viene normalizzata o idealizzata come un aspetto positivo attraverso modelli e comportamenti appresi durante l’infanzia.
  • Conflitti e instabilità sociale
  • Stereotipi e pregiudizi culturali: basati su genere, orientamento sessuale, identità di genere e altri fattori.

Leggi anche: Giornata contro la violenza sulle donne: perché il 25 novembre?

Quali sono i dati sulla violenza di genere in Italia?

La violenza di genere è un insieme di atti di violenza che riguardano diverse sfere della società. Per cui possiamo stilare una serie di dati e statistiche dell’ISTAT (con riferimento agli anni 2014 e 2006) che possano inquadrare la situazione in riferimento alle varie tipologie riconosciute.

  • Violenza fisica e sessuale: secondo l’ISTAT circa il 31,5% delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni ha subìto violenza fisica o sessuale. Questo si traduce in circa 6,8 milioni di donne, con il 20,2% che ha subito violenza fisica e il 21% violenza sessuale. Inoltre, il 5,4% delle donne ha subìto stupri e tentati stupri​​.
  • Violenza da partner o ex partner: sempre l’ISTAT spiega che circa il 13,6% delle donne italiane ha subìto violenze fisiche o sessuali da un partner o ex partner.
  • Violenza da altri uomini: il 24,7% delle donne italiane ha subito violenza fisica o sessuale da uomini non partner, con il 13,2% da sconosciuti e il 13% da persone conosciute​​.
  • Violenza su donne straniere: la violenza fisica è più frequente tra le donne straniere rispetto alle donne italiane (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale è più comune tra le italiane (21,5% contro 16,2%)​​.
  • Violenza psicologica ed economica: nel 2014 il 26,4% delle donne ha subìto violenza psicologica o economica dal partner attuale, mentre il 46,1% da un ex partner​​.
  • Stalking: si stima che il 21,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni abbia subito stalking da parte di un ex partner.

Quante e quali leggi in Italia contro la violenza di genere?

La violenza di genere in Italia ha svariate leggi che possono essere ascritte alla fattispecie, semmai il problema persiste nella loro applicazione. Queste leggi comunque rappresentano passi fondamentali nella lotta contro una delle più gravi violazione dei diritti umani. Nell’elenco delle principali normative italiane possiamo trovare:

  • Legge n. 66/1996 – Legge sullo Stupro: il reato di stupro è reato contro la persona.
  • Legge n. 154/2001 – Misure contro la Violenza nelle Relazioni Familiari: misure di protezione per le vittime di violenza familiare.
  • Legge n. 38/2009 – Misure di Prevenzione e Contrasto alla Violenza nei Confronti delle Donne e dei Minori: la violenza contro le donne e i minori è violazione dei diritti umani e della libertà individuale.
  • Decreto Legge n. 93/2013, convertito nella Legge n. 119/2013 – Codice Rosso: misure per la prevenzione e il contrasto della violenza domestica e di genere, tra cui il revenge porn.
  • Legge n. 69/2019 – Modifiche al Codice Penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere: rafforzamento della protezione delle vittime di violenza.
  • Convenzione di Istanbul ratificata dall’Italia nella lotta contro la violenza nei confronti delle donne e contro la violenza domestica.

Come si può combattere la violenza di genere?

Non è più l’ora di difendersi, ma di passare all’attacco: combattere la violenza di genere è una sfida complessa che richiede un approccio multi-settoriale:

  • Educazione e sensibilizzazione:
    • cambiare le norme culturali
    • campagne di sensibilizzazione
  • Legislazione e politiche pubbliche
    • leggi e normative più rigide
    • politiche di supporto alle vittime
  • Supporto economico e sociale
    • Autonoma finanziaria
    • programmi di supporto sociale
  • Coinvolgimento degli uomini e dei ragazzi
    • educazione alla mascolinità positiva
    • rete di supporto maschile
  • Interventi a livello comunitario
    • programmi di prevenzione
    • collaborazione con organizzazioni locali
  • Ricerca e Dati
    • Raccolta dati
    • ricerca continua
  • Supporto psicologico e riabilitazione
    • assistenza alle vittime
    • programmi di riabilitazione per aggressori

Leggi anche: Violenza sulle donne con disabilità: come riconoscerla e denunciarla

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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