Ecco come sono andati i Grand Prix FISPES di Grosseto: il video

Dal 7 al 9 giugno scorso, la splendida cornice dello Stadio Comunale Olimpico “Carlo Zecchini” ha accolto il Grand Prix FISPES. In pratica, si è trattata della sesta tappa del circuito World Para Athletics Grand Prix, che racchiude sport paralimpici come atletica, lancio del giavellotto, corsa in carrozzina e via discorrendo.

Una tappa di grande spicco, visto che numerosi atleti si giocavano le qualificazioni per i Mondiali autunnali di Dubai (7-15 novembre 2019) e le Paralimpiadi di Tokyo (inizialmente previste tra il 25 agosto e il 6 settembre 2020, poi rinviate di un anno a causa dell’emergenza Coronavirus).

I risultati delle gare? I più disparati, che hanno visto anche nuovi record mondiali, tra cui Lorenzo Marcantognini nei 400 (1:17.74, battuto il precedente 1:19.96), Martina Caironi nel salto in lungo (5 metri, battuto il precedente 4,91 da lei ottenuto agli Europei di Berlino) e Moreno Marchetti nel getto del peso (8,74 metri).

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Grand Prix FISPES: il sorriso è stato l’ingrediente fondamentale

Al netto dei risultati sportivi, ciò che ha fortemente caratterizzato il Grand Prix FISPES è il sorriso. “Non vedete che qui la gente sorride sempre?”, ci segnalano più voci, dentro e fuori lo stadio. Un dettaglio non di poco conto, che fa emergere un tratto netto nel realizzare un’inclusione aperta e tangibile.

Atleti, familiari, organizzatori, fan, giornalisti: nessuno si soffermava sul come questionare la disabilità, ma si concentravano unicamente sul tema principale della manifestazione: lo sport. Lo stesso sport che, grazie ai Grand Prix FISPES, ha saputo donarci un fulgido esempio di come materializzare l’integrazione per le differenze più disparate all’interno di una società.

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Un clima di istituzionalismo e festa

Da evidenziare, poi, un altro aspetto nevralgico. L’esplosione degli sport paralimpici è stata resa possibile anche dal carattere istituzionale che, nel corso degli anni, atleti, gare e manifestazioni hanno saputo plasmare. Grazie a Londra 2012, l’opinione pubblica si è accorta delle numerose discipline per disabili.

Con Rio 2016, invece, si è arrivati a una prima quadratura del cerchio: non più pensato come uno sport riabilitativo, ma vere e proprie discipline che mettono a confronto donne e uomini con strabilianti qualità sportive.

Collateralmente, la manifestazione ha raccolto a sé numerose emozioni di una festa condivisa, diffuse a macchia d’olio dai più piccini delle scuole locali ai diversi personaggi (tra cui Giusy Versace) intervenuti durante la tre giorni toscana. “Per me è sempre bello incontrare gli amici conosciuti alle gare”, ci rivelano diversi atleti. Perché sì, quella che abbiamo incontrato a Grosseto è una grande e variegata famiglia.

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Un approccio positivo alla disabilità

Ognuno ha potuto tastare con mano la disabilità positiva respirata al Grand Prix FISPES. Un’accezione concreta e tangibile, realizzata grazie alle svariate personalità presenti all’evento, che ha dato spazio anche a tecnologie all’avanguardia (tipo la carrozzina da corsa versatile).

Un universo immenso che ha consegnato agli spettatori e ai curiosi accorsi un approccio completamente favorevole alla disabilità: non più come un carattere da guardare con sospetto, ma una differenza esistente, che dovrebbe essere immersa nella bolla comune denominata ‘normalità’.

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Junior Ferreira
La sua esperienza nel mondo della disabilità spazia dallo sport (paralimpiadi, mondiali, europei e tornei in tutte le discipline paralimpiche) agli approfondimenti medici e scientifici riguardanti la disabilità. Con reportage di eventi, foto, riprese, montaggio video e gestione dei canali social contribuisce alla costruzione della struttura dei siti Abilitychannel.tv ed Heyoka.it

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