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Equitazione paralimpica (paradressage)

In origine l’Equitazione Paralimpica – oggi nota anche come Paradressage – era pensata come una pratica volta alla riabilitazione dei pazienti con disabilità, al fine di recuperare le loro capacità fisiche e mentali. Nel corso degli anni invece si è imposto come uno degli sport più interessanti del panorama paralimpico, fino a diventare un appuntamento fisso dei Giochi.

Sport che puoi praticare con queste disabilità: Amputazione arti inferiori, Cerebrolesioni, Disabilità intellettiva e relazionale, Nanismo, Poliomielite, Sclerosi multipla, Sordità

Nato come percorso riabilitativo per le persone disabili, nel corso degli anni l’Equitazione Paralimpica si è importa come una disciplina sportiva seguita e apprezzata in tutto il mondo. A differenza delle Olimpiadi, dove sono previste 3 discipline equestri, alle Paralimpiadi abbiamo solo il dressage (o Paradressage), che consiste nell’unione tra il fantino e il cavallo.

La sua prima apparizione in una competizione paralimpica risale al 1996, ma è dagli anni Settanta che questa disciplina iniziò svilupparsi. Oggi tutti gli eventi sportivi sono misti. All’interno di questa guida, scopriamo la storia completa dell’Equitazione Paralimpica, quali sono le regole, quali persone con disabilità possono praticare tale disciplina, le classificazioni funzionali e dove si può praticare in Italia.

Storia dell’Equitazione Paralimpica o Paradressage

Come spiegato finora, originariamente l’Equitazione Paralimpica era pensata come uno strumento terapeutico (oggi si parlerebbe di Ippoterapia). Fu l’atleta danese Lis Hartel ad aprire quello che, ancora oggi, viene considerato il primo centro di rieducazione equestre. Attualmente Hartel viene considerata colei che ha posto le condizioni per la nascita e lo sviluppo di questa pratica sportiva.

Lis Hartel fu una famosa atleta olimpica danese nell’equitazione, vincitrice di 2 medaglie d’argento gareggiando con una paralisi dalle ginocchia in giù a causa della poliomielite. Dagli anni Settanta invece in Gran Bretagna e in Scandinavia si sviluppò come pratica sportiva, tanto che a New York nel 1984 furono create le prime gare interazionali di Paradressage.

Il debutto alle Paralimpiadi invece avvenne ad Atlanta 1996. Come mai così tardi? Bisogna ricordare che inizialmente i Giochi paralimpici di Roma 1960 furono aperti solo alle persone disabili che sedevano sulla carrozzina, ma le edizioni successive garantirono la partecipazione anche ad altre tipologie di disabilità, grazie soprattutto alle Paralimpiadi di Barcellona 1992 e all’introduzione delle classificazioni funzionali. E così anche l’Equitazione Paralimpica poté entrare nella rassegna della kermesse sportiva internazionale.

Dal 2006 questa disciplina sportiva è stata posta sotto tutela della International Federation for Equestrian Sports (FEI), e attualmente comprende due tipologie di sport: il Paradressage, la versione paralimpica del Dressage, e la guida para-equestre, le cui regole sono quelle della guida combinata (conosciuta come Combined driving, ex Carriage Driving). Ancora oggi, il Paradressage è l’unico sport equestre presente alle Paralimpiadi.

Regole dell’Equitazione Paralimpica nel Paradressage

L’Equitazione Paralimpica è una disciplina adatta agli atleti con disabilità fisiche e visive. Ogni gara viene suddivisa in base alle categorie funzionali, quindi tenendo in considerazione il tipo e il grado di disabilità. Le gare sono miste, dunque uomini e donne possono competere assieme.

Attualmente esistono due tipologie di gare: la prima in cui viene valutata l’esecuzione dei movimenti (riprese, in termine tecnico) fantino-cavallo, mentre l’altra si basa sull’esecuzione libera con musica (Freestyle). È necessario che il fantino e il cavallo siano in sintonia con i movimenti, in quanto i giudici valutano profondamente l’armonia uomo-cavallo. Esistono tre tipi di andature: passo, trotto e galoppo).

Trattandosi della versione olimpica del dressage, il Paradressage presenta specifiche identiche. Ad esempio, ogni gara si svolge in un rettangolo che misura 20×40 metri. Nel Paradressage abbiamo 5 diversi gradi:

  • Grado 1 – Solo test di camminata (il trotto è consentito nel Freestyle)
  • Grado 2 – Test di camminata e di trotto
  • Grado 3 – Test di camminata e trotto (mentre il galoppo è consentito nel Freestyle)
  • Grado 4 – Test di camminata, trotto e galoppo (mentre il lavoro laterale è consentito nel Freestyle)
  • Grado 5 – Testi di camminata, troppo, galoppo e galoppo con mezze piroette, 3 o 4 cambi di sequenza e lavoro laterale (in questo caso l’area di gara passa alle dimensioni di 60×20 metri)

L’Equitazione Paralimpica è una disciplina sportiva che può provocare diverse tipologie di infortuni, per questo motivo l’equipaggiamento del fantino viene creato appositamente per evitare qualsiasi pericolosa conseguenza. Molta dell’attrezzatura è in velcro oppure in gomma, in modo da resistere e proteggere i fantini durante le cadute.

Alle Paralimpiadi le gare sono strutturate con una prova individuale, la prova di squadra con musica in cui viene eseguito un percorso prestabilito e la prova freestyle individuale (quest’ultima però aperta solo ai migliori 8 atleti di ogni classe).

Classificazioni funzionali dell’Equitazione Paralimpica (o Paradressage)

Le categorie funzionali dell’Equitazione Paralimpica si basano sui gradi delle gare viste precedentemente:

  • Grado 1 – gli atleti hanno gravi menomazioni a tutti gli arti e al tronco
  • Grado 2 – gli atleti hanno una compromissione del busto e a livello minimo alle braccia o moderata del busto, delle braccia e delle gambe
  • Grado 3 – gli atleti hanno gravi menomazioni a entrambe le gambe seguita da una minima o nessuna menomazioni al busto o una moderata compromissione delle braccia, delle gambe e del tronco
  • Grado 4 – gli atleti hanno una grave menomazione o una carenza di entrambe le braccia o una moderata disabilità di tutti gli arti o sono atleti di bassa statura
  • Grado 5 – gli atleti hanno una disabilità visiva: problemi alla vista o cecità completa o un range di movimento o forza fisica moderato. Oppure presentano una deficienza di un arto o una lieve a due arti

Chi può praticare l’Equitazione Paralimpica o Paradressage

L’Equitazione Paralimpica apre le proprie porte a svariate disabilità: persone con problemi ortopedici, paraplegia, quadriplegia, emiplegia, paralisi cerebrale, disturbi neurologici degenerativi, disabilità neurologiche e disabilità visive.

Classifica medaglie dell’Equitazione paralimpica alle Paralimpiadi

La Nazionale italiana di Equitazione Paralimpica ha preso parte a 6 edizioni delle Paralimpiadi, purtroppo però conquistando finora pochissime medaglie. Scopriamo il ranking completo del medagliere dei Giochi paralimpici aggiornato alle Paralimpiadi di Tokyo 2021:

POSIZIONEPAESEOROARGENTOBRONZOTOTALE
1Gran Bretagna34201064
2Stati Uniti d’America98320
3Danimarca781025
4Germania611724
5Norvegia59620
6Belgio52310
7Olanda471223
8Svezia4138
9Australia3159
10Austria2316
11Sud Africa2204
12Canada13610
13Nuova Zelanda1102
14Lettonia0202
15Brasile0145
16Irlanda0134
17Singapore0134
18Finlandia0112
19Francia0112
20Italia0022

Atleti della Nazionale italiana di Equitazione Paralimpica

  • Sara Morganti
  • Francesca Salvadè
  • Carola Semperboni
  • Federica Sileoni

Dove e come praticare Equitazione Paralimpica in Italia

Se la FEI rappresenta gli sport equestri nel mondo, in Italia a gestire l’attività dell’equitazione paralimpica è la FISE (Federazione italiana Sport Equestri), nata nel 1926 a seguito della Società per il Cavallo Italiano (SCI). Per avere maggiori informazioni, contattare:

  • Anna Baroni – equitazioneparalimpica@fise.it e a.baroni@fise.it – 0683668435 – 0683668472
  • Carlotta Blasi – equitazioneparalimpica@fise.it e c.blasi@fise.it – 068366441 – 0683668472