Stonewall, la storia del Pride: la data storica e la rivolta LGBT

Redazione:

La storia del Pride ha origine molto lontane, che arrivano addirittura agli anni Sessanta, quando il movimento internazionale LGBTQIA+ nacque in un contesto di privazioni di diritti e tutele.

Ed è proprio in un clima di prevaricazione, discriminazione e intolleranza che il Pride divenne la bandiera per esprimere il proprio orgoglio nelle strade pubbliche, di fronte a tutti, sensibilizzando il prossimo all’esigenza di non nascondere la propria autenticità.

E non è un caso che il mese di Giugno sia diventato il mese del Pride, noto anche come Pride Month, visto che i fatti che hanno decretato la spinta sociale alla nascita e crescita del Pride è dovuta a una rivolta avvenuta proprio in questo mese. All’interno di questo articolo, ripercorriamo i fatti precisi.

Qual è la storia della rivolta di Stonewall?

La storia del Pride e del movimento internazionale per i diritti delle persone LGBTIA+ ebbe verso la fine degli anni Settanta, e c’è una data precisa passata alla storia che ha segnato lo spartiacque sociale contro la discriminazione, la fine della pazienza contro l’intolleranza. Questa data riguarda gli Stati Uniti d’America, ed è ricordata come la giornata in cui nacque “La rivolta di Stonewall” – o anche “i moti di Stonewall”.

Prima di Stonewall: come viveva la comunità LGBT

Il contesto statunitense dell’epoca era molto complesso per le persone omosessuali, che non venivano accettate dalla società. In linea generale, il loro orientamento sessuale era criminalizzato a livello politico, morale e religioso.

Basti pensare che negli anni Sessanta l’omosessualità era stata classificata come disturbo mentale, e molti stati americani avevano leggi discriminatorie contro le persone omosessuali. Ad esempio, esistevano normative fortemente obsolete che obbligavano uomini e donne a indossare indumenti corrispondenti al proprio genere riportato sulla propria carta di identità.

Queste leggi davano l’opportunità alle forze dell’ordine di fare irruzione nei locali gay di Manhattan e addirittura arrestare le persone transgender, o chi comunque non era conforme alla normativa vigente. Questo clima di intolleranza e discriminazione è stato il terreno fertile per la nascita dei fatti di Stonewall.

Cos’è successo con la rivolta di Stonewall?

In base a diverse fonti che abbiamo consultato, la rivolta nacque il 28 giugno 1969 nello Stonewall Inn, un piccolo bar su via Christopher Street nel Greenwich Village di New York. Questo locale era “squallido e a malapena legale“, scrive il National Geographic.

L’illegalità dipendeva dal fatto che la NY State Liquor Authority non concedeva a questi bar licenze per servire alcolici ai gay. Oltretutto all’epoca lo Stonewall rappresentava il cuore della vita gay nella Grande Mela, sebbene il vuoto lasciato dalla mancanza di licenza veniva colmato dalla criminalità organizzata, in particolare dalla mafia, che creava accordi con la polizia per lasciare i locali in attività.

In questo clima, il 28 giugno 1969, poco dopo la mezzanotte, la polizia entrò brutalmente all’interno nel locale con il classico schema: sequestro di alcolici e arresto dei clienti. Tuttavia, stavolta, i clienti fecero resistenza, e scoppiò la rivolta. Diverse fonti riportano dipendenti del bar arrestati per aver servito alcolici senza licenza e, scrive il National Geographic, l’arresto di “clienti per non aver indossato almeno tre articoli di abbigliamento appropriati al loro presunto sesso“.

Ci sono svariate voci riguardo alla causa principale che portò agli scontri tra civili e forze dell’ordine. C’è chi afferma che fu colpa del tentativo di arresto di una persona lesbica, mentre altre indicano in una persona transgender nera la mano che lanciò il mattone contro la polizia. Quella persona sarebbe Marsha P. Johnson, considerata una delle leader della ribellione, che però ha sempre negato questo fatto.

Addirittura alcuni riferimenti storici asseriscono che anche la folla fuori al piccolo bar si infuriò di fronte alle molestie della polizia perpetrate ai danni della comunità LGBT, tanto che avrebbero lanciato monete, bottiglie e detriti contro le Forze dell’Ordine, che furono costrette a barricarsi nello Stonewall. Secondo alcuni dati, sarebbero state 400 le persone a ribellarsi.

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storia pride stonewall

Come finì la rivolta di Stonewall?

Lo Stonewall Riots durò cinque o sei giorni, la polizia restò barricata all’interno del locale e qualcuno appiccò anche un incendio, ma su alcuni dettagli di quanto accaduto c’è poca concordanza. Ancora oggi persistono molti dubbi su chi scagliò la prima pietra che fece detonare la frustrazione, il risentimento e il desiderio di proteggere i diritti di una comunità che voleva smettere di vivere una realtà di repressione costante.

Lo Stonewall si rivolgeva “principalmente a un gruppo di persone che non sono benvenute, o non possono permettersi, altri luoghi di ritrovo omosessuale”, scrisse il primo giornalista gay a documentare gli eventi, Dick Leitsch.

Fu lo stesso giornalista a spiegare anche perché lo Stonewall fu l’unico locale a sollevarsi così veemente: perché la clientela era formata da drag-queen e giovani omosessuali, gente a cui altri pub e bar gay chiudevano le porte. Tra questi, c’erano soprattutto giovanissimi rifiutati dalle loro famiglie, che molto spesso finivano per strada, senza casa e lavoro. In questo senso, di notte lo Stonewall diventava anche un rifugio.

Il caso dello Stonewall permise a chi aveva sempre vissuto nell’ombra di esporsi sempre di più, manifestando il proprio orientamento sessuale anche in pubblico. Tale evento non coincise con la nascita vera e propria del Pride, ma fu il movente per permettere ad alcuni attivisti di permeare all’interno della società l’esigenza di rivendicare i diritti per le persone LGBT. E questo sentimento portò all’organizzazione del primo storico Pride.

Quando c’è stato il primo Pride e dove si è svolto?

I fatti dello Stonewall ebbero una grande risonanza in tutto il Paese, arrivando anche agli organizzatori dell’Annual Reminder Day Picket (Eastern Regional Conference of Homophile Organizations), che suggerirono di spostare l’attenzione sulla creazione di una commemorazione annuale per gli Stonewall Riots.

La richiesta degli organizzatori fu semplice: “Proponiamo che si tenga una manifestazione ogni anno l’ultimo sabato di giugno a New York City per commemorare le manifestazioni spontanee del 1969 in Christopher Street e che questa manifestazione venga chiamata CHRISTOPHER STREET LIBERATION DAY.”

L’obiettivo era di rendere questa manifestazione di caratura nazionale: “Proponiamo anche di contattare le organizzazioni omofile in tutto il paese e di suggerire loro di organizzare manifestazioni parallele in quel giorno“.

Se all’epoca sembrava impossibile realizzare quest’idea, il 28 giugno 1970 in molti dovettero ricredersi, visto che a New York, Los Angeles e Chicago si tennero le prime marce del Pride, con migliaia di persone LBGT che manifestarono per rivendicare i propri diritti.

Tuttavia ci vollero 30 anni prima che questa marcia venne riconosciuta fortemente a livello politico: nel 1999 l’ex presidente Bill Clinton ufficializzò giugno come il Mese del Pride, ribadito anche dall’ex presidente Barack Obama, che l’ha ribattezzato “il mese del Pride LGBT“.

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Fonti:

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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