Sibilla Barbieri: chi era e perché ha scelto il suicidio assistito in Svizzera

Redazione:

Sibilla Barbieri ha scelto il suicidio assistito in Svizzera, autosomministrandosi un farmaco letale. L’attrice, morta all’età di 58 anni, era una paziente oncologica terminale da 10 anni che attraverso il suo ultimo video-messaggio ha voluto ribadire un punto: “Io posso perché ho i mezzi finanziari, ma gli altri?”.

A dare notizia della scomparsa è stata l’Associazione Luca Coscioni, il cui comunicato stampa spiega che la donna è stata accompagna dal figlio e dall’ex senatore radicale Marco Perduca. Entrambi poi si autodenunceranno, così come ha fatto Marco Cappato.

Perché Sibilla Barbieri ha scelto il suicidio assistito?

La storia di Sibilla Barbieri è molto simile a quelle già raccontate nei mesi scorsi (come la storia di Elena “Adelina”, Federico “Mario” Carboni e Fabio Ridolfi), e anche in questo caso si parla di intoppi burocratici. In base alla ricostruzione dell’Associazione, Barbieri rientrava nella nota sentenza Cappato/Antoniani (242/19 della Corte Costituzionale), attualmente l’unica normativa che regola a livello nazionale il suicidio assistito.

Tuttavia la richiesta alla ASL romana inviata ad agosto aveva ottenuto un diniego come risposta. Secondo l’ASL, l’attrice non possedeva tutti e 4 i requisiti previsti dalla sentenza Dj Fabo per accedere alla morte volontaria assistita: nel dettaglio, sarebbe mancato il requisito della dipendenza da trattamento di sostegno vitale. L’Associazione ha contestato questa decisione, visto che Sibilla era dipendente da ossigenoterapia e da farmaci per il dolore.

Solo il 3 novembre 2023 il Comitato Etico ha confermato la sussistenza dei requisiti indicati dalla sentenza sopracitata, mentre il verbale della Commissione Aziendale ha ritenuto che la donna non avesse trattamenti di sostegni vitale. Alla fine quindi la scelta di rivolgersi a una clinica svizzera.

Chi era Sibilla Barbieri?

Sibilla Barbieri è stata attrice, regista e produttrice, nota soprattutto per aver fondato nel 2008 insieme a Simona Barbieri La Siliàn, una società di produzione specializzata in cortometraggi, lungometraggi, spot e documentari.

Grazie a questa creatura, Sibilla produsse interessanti opere, come “Dio salvi la Regina” (2020), che la vide nel ruolo di attrice e sceneggiatrice, e “Più di chiunque altro“, una docuserie sulla Generazione Z. È stata anche consigliera dell’Associazione Coscioni e attraverso i suoi canali social ha spesso raccontato il suo percorso oncologico.

Il suicidio assistito in Italia

Oggi in Italia non esiste una normativa nazionale in tema di suicidio assistito, ma tutto l’impianto si regge sulla sentenza 242/19 della Corte Costituzionale, detta Cappato/Antoniani in riferimento alla storia di Dj Fabo. In base a questa sentenza, una persona è ammessa alla morte volontaria assistita nel caso in cui rispetti i seguenti requisiti:

  • sia capace di autodeterminarsi;
  • con una patologia irreversibile;
  • che tale malattia sia fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputi intollerabili;
  • che sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale.
Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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