Cosa succede alla polizia morale in Iran: è stata sciolta veramente?

Redazione:

Nuovo capitolo nella vicenda delle proteste che stanno agitando l’Iran ormai da diversi mesi. Secondo svariate notizie pervenute tra sabato 3 e lunedì 5 dicembre 2022, un importante esponente del regime avrebbe dichiarato che la polizia morale sarebbe stata abolita. Eppure non sembra vi siano conferme ufficiali in merito. Cerchiamo di capire cosa sappiamo.

Che cos’è la polizia morale?

La polizia morale o “polizia della moralità” è un organo di lungo corso in Iran, introdotto dalla rivoluzione islamica del 1979 e che ha cambiato spesso forma. Oggi è conosciuta come la Guidance Patrol (Gasht-e Ershad) ed è incaricata a far rispettare il codice di abbigliamento nel Paese, con particolare attenzione all’hijab (uno dei veli islamici).

Attiva dal 2006, le sue pattuglie sono spesso in giro per le strade al fine di controllare che, appunto, il codice dell’abbigliamento sia conforme alla legislazione in vigore (e non riguarda solo il velo). Tra le funzioni di quest’organo, c’è anche la possibilità di arrestare chi viola il codice.

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Una manifestante iraniana in piazza del Campidoglio a Roma (Foto di Angelo Andrea Vegliante)

In Iran la polizia morale è stata abolita?

Come abbiamo avuto già modo di approfondire, da settembre 2022 il Paese iraniano è caratterizzato da numerose proteste, guidate principalmente da donne e studenti, contro il regime degli ayatollah. Se da una parte è vero che, storicamente parlando, l’agitazione sociale del tessuto cittadino non è mai stata ‘dormiente’, dall’altra è interessante notare che oggi queste manifestazioni stanno conquistando le cronache internazionali – complice anche la tragica morte della 22enne Mahsa Amini e la recente vicenda riguardante Alessia Piperno.

La richiesta dei manifestanti è abbastanza chiara: cambiare l’attuale regime degli ayatollah, probabilmente eradicandolo a favore di una democrazia. Tuttavia gli analisi non credono che ciò accadrà, ma ci potrebbero essere piccole riforme del sistema locale, soprattutto sul codice di abbigliamento e, appunto, sulla polizia locale, la cui notizia riguardante l’abolizione ha fatto il giro del mondo.

Tutto è cominciato sabato 3 dicembre 2022. Partecipando a un evento a Qom (una delle città iraniane più conservatrici), il procuratore generale Mohammad Jafar Montazeri avrebbe dichiarato che la polizia morale “non ha alcun legame con la magistratura ed è stata chiusa dallo stesso posto da cui era stata lanciata in passato”. Lo riporta Al Jazeera citando alcuni media locali, i quali però non confermano che tale organo sia stato abolito fin da ora e a tempo indeterminato, così come non sono arrivati comunicati ufficiali da parte del governo iraniano.

Inoltre, come evidenzia la CNN, Montazeri ha aggiunto che “naturalmente, la magistratura continuerà a monitorare il comportamento della società”. Anche qui, viene ribadito che non ci sono conferme da parte delle autorità locali, ma anzi “i media statali hanno minimizzato l’affermazione dello stesso funzionario secondo cui la tanto temuta forza di polizia morale del paese era stata ‘abolita’ tra le proteste in corso”. E anche il ministro degli Esteri dell’Iran Hossein Amir-Abdollahian non ha confermato né smentito le dichiarazioni del procuratore (BBC).

Ci sono alcuni elementi da sottolineare per comprendere meglio la vicenda. Innanzitutto, Montazeri è un personaggio molto influente in Iran, ma non ha alcuna responsabilità sulla polizia morale, che risponde invece alle decisioni del ministero dell’Interno iraniano. In aggiunta, gli analisti credono che questa circostanza possa essere un tentativo del regime di sondare le reazioni dei cittadini, capendo cosa concedere per fermare le proteste, oppure che lo stesso procuratore volesse semplicemente descrivere una situazione di fatto, cioè che la polizia morale non è più in strada.

Anche in questo caso però l’unica certezza è la confusione. Secondo quanto raccolto da Al Jazeera, al momento i furgoni bianchi e verdi, con i quali l’organo gira per le strade, non sarebbero stati visti di recente nelle città iraniane. Per spiegare questa incredibile sparizione, un giornalista di Teheran ha sottolineato al The Guardian che “le forze di sicurezza e la polizia sono tutte concentrate sulla repressione delle proteste, quindi non hanno le risorse da utilizzare per trattare con le donne senza velo. La pattuglia di guida nella forma che vedevamo per le strade è completamente scomparsa e non esiste”.

Leggi anche: In Iran le persone disabili vengono discriminate o tutelate?

Iran e polizia morale: che fine farà lo hijab?

Visto che la polizia morale e il velo sono due argomenti strettamente collegati in Iran, vale la pena segnalare che giovedì 1° dicembre 2022 Montazeri avrebbe parlato della possibilità di una modifica della legge sul codice di abbigliamento, in particolare sull’hijab.

“Sappiamo che si sente angosciato quando si assiste [donne] senza un hijab in città, pensi che i funzionari sono in silenzio su di esso? – riporta la CNN citando l’agenzia di stampa iraniana ISNA – Come persona che si occupa di questo tema, dico che sia il parlamento che la magistratura stanno lavorando. Per esempio, proprio ieri abbiamo avuto un incontro con la commissione culturale del parlamento, e vedrete i risultati entro la prossima settimana o due”.

Eppure, anche in questo caso, non ci sono state conferme dalle istituzioni governative, come rivelato dalla televisione di Stato in lingua araba Al-Alam: “Ma nessun funzionario della Repubblica Islamica dell’Iran ha detto che la Pattuglia Guida è stata chiusa. Alcuni media stranieri hanno tentato di interpretare queste parole da parte del procuratore generale come la Repubblica islamica che si ritira dalla questione di Hijab e modestia e sostengono che è dovuto alle recenti rivolte”.

Anche Al Jazeera conferma che non vi sono indicazioni che la legge sul codice di abbigliamento sarà interrotta, ma sembra che saranno rivisti i modi in cui tale normativa viene attuata.

Leggi anche: Perché le donne in Iran si tagliano i capelli come segno di protesta?

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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