Il morbo di Pott, chiamato anche spondilite tubercolare, è una forma di tubercolosi extrapolmonare che interessa le vertebre. La malattia deriva dal danno provocato dal micobatterio responsabile della tubercolosi (bacillo di Koch) che, localizzato nelle vertebre della colonna, distrugge progressivamente i tessuti invertebrali riducendo sempre di più la distanza che intercorre tra le vertebre. Può manifestarsi in qualsiasi punto della colonna vertebrale. Oggi grazie alla vaccinazione antitubercolare (BCG) questa patologia si manifesta raramente nei paesi industrializzati, dove i casi riscontrati riguardano soprattutto gli anziani ed i soggetti immunodepressi o con antecedenti tubercolari personali o familiari.
I sintomi del morbo di Pott
In genere il sintomo di esordio è un dolore alla colonna vertebrale di intensità crescente (torcicollo, lombalgia), che può accentuarsi in caso di sforzi o colpi di tosse e che, progressivamente, limita la mobilità. A questi sintomi possono associarsi:
- febbre
- anoressia
- sensazione generalizzata di debolezza (soprattutto alle gambe)
- deviazione della colonna vertebrale
- problemi cardiaci e respiratori.
Diagnosi e fattori di rischio della malattia di Pott
I principali fattori di rischio riguardanti il morbo di Pott sono la tubercolosi endemica e infezioni da HIV.
La diagnosi si basa su un’attenta e scrupolosa anamnesi del paziente (come pregressi episodi tubercolari), sulla diagnostica per immagini (le radiografie mostrano infatti lo schiacciamento dei dischi intervertebrali e lesioni a carico delle vertebre) e su una reazione cutanea positiva alla tubercolina.
La terapia del morbo di Pott
Il trattamento del morbo di Pott in genere consiste nella somministrazione di farmaci antitubercolari per circa un anno associata al riposo a letto per alcuni mesi, anche se può essere necessario immobilizzare la colonna vertebrale con un gesso. In caso di ascesso (in particolare se vi è compressione del midollo spinale), o se il trattamento non è stato eseguito correttamente o non ha mostrato i risultati attesi, può rendersi necessario l’intervento chirurgico al fine di fissare il segmento della colonna vertebrale interessato. Un contributo positivo è dato anche dalla fisioterapia.
E le complicanze?
Il bacillo responsabile del morbo di Pott può diffondersi dalla zona in cui si è manifestato inizialmente per estendersi ai legamenti e ai tessuti adiacenti. Questa distruzione ossea provoca una deformazione della colonna vertebrale con possibile compressione del midollo spinale, che nei casi più gravi può condurre a paraplegia e deficit neurologici. La compressione della colonna vertebrale può determinare inoltre la formazione di una gibbosità permanente e definitiva (per gibbo in patologia si intende la marcata sporgenza di una o più vertebre).
Malattia di Pott e personaggi famosi
La malattia di Pott in passato fu molto diffusa ma spesso non diagnosticata; alcuni rilevazioni sono state evidenziate anche negli scheletri delle mummie egizie. Diversi personaggi storici ne soffrirono, tra cui Giacomo Leopardi, rinomato poeta, filosofo e scrittore italiano, Luciano Liggio, il famoso criminale italiano legato a Cosa Nostra, Alberto Moravia, scrittore, saggista e giornalista italiano del secolo scorso, Antonio Gramsci e Indira Gandhi, primo ministro indiano per undici anni.