Invalidità civile 100 per cento: chi ne ha diritto e come funziona

Redazione:

L’invalidità civile 100 per cento si ottiene nei casi più estremi ed è connessa a una serie cospicua di benefici e agevolazioni. Per legge, l’invalido civile 100 per cento è colui che a causa di una menomazione o di un deficit fisico permanente non è in grado di camminare in maniera autonoma e senza un accompagnatore. Inoltre non è in grado di svolgere le attività quotidiane della vita. In questa categoria rientrano anche gli invalidi che presentano una permanente impossibilità nello svolgere una qualsiasi attività lavorativa. 

Il 100 per cento è la massima percentuale possibile e lo Stato, in questo caso, si fa carico dell’invalido sotto diversi punti di vista riconoscendo agevolazioni, diritti e sostentamenti di natura economica come contributi previdenziali e assegni. Senza il supporto dello Stato, l’invalido non sarebbe in grado di condurre una vita dignitosa poiché impossibilitato a deambulare e lavorare. 

Invalidità civile 100 per cento: età compresa tra under 18 e over 66

L’unica vera distinzione in ambito di invalidità civile 100 per cento è in termini di età. Fra i 18 anni e i 66 anni, per ottenere un certificato telematico di invalidità civile totale, bisogna dimostrare di essere impossibilitati a lavorare. Quando si è under 18 o over 66 invece, è sufficiente dimostrare di avere notevoli difficoltà nella deambulazione tali da rendere obbligatoria una continua assistenza. In queste due fasce d’età infatti, la condizione lavorativa non può essere considerata un vincolo. Ecco una lista delle agevolazioni previste per le persone invalide al 100 per cento:

  • Esenzione dal ticket per le prestazioni mediche specialistiche, diagnostiche e sui medicinali;
  • Pensione di inabilità;
  • Indennità di accompagnamento.

Pensione di inabilità per persone con invalidità civile 100 per cento

Per pensione di inabilità (conosciuta anche come pensione di invalidità civile) si intende un sistema di sostentamento previdenziale e assistenziale. Sono entrambe riconosciute agli invalidi 100 per cento con età compresa fra i 18 anni e i 66 anni e 7 mesi. La pensione di inabilità previdenziale spetta solo ai lavoratori iscritti presso una delle assicurazioni obbligatorie Inps, mentre quella assistenziale si rivolge esclusivamente ai cittadini che si trovano in una condizione di difficoltà economica.

Per l’anno 2021 l’importo della pensione di inabilità assistenziale è di 287,09 euro e viene corrisposto per 13 mensilità. L’unico parametro è inerente al reddito annuo, che non può superare 16.982,49 euro. Per calcolare il reddito, si farà riferimento all’anno precedente. La misura della pensione, in condizioni di particolare difficoltà, può essere incrementata da un importo mensile stabilito dalla legge (maggiorazione). Al compimento dell’età anagrafica per il diritto all’assegno sociale (per il 2021 pari a 67 anni), la pensione di inabilità si trasforma in assegno sociale sostitutivo.

Per la pensione di inabilità previdenziale invece è necessario che il lavoratore sia iscritto ad un fondo obbligatorio Inps abbia maturato almeno 5 anni di anzianità assicurativa e previdenziale, tre dei quali maturati negli ultimi 5 anni antecedenti alla presentazione della domanda. La quota di pensione previdenziale è calcolata con gli stessi metodi utilizzati per l’assegno della pensione di vecchiaia; l’importo dipende sempre dalla base dei contributi effettivamente versati.

Leggi anche: Invalidità civile dopo i 67 anni: cosa succede?

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Requisiti generali per ottenere la pensione di inabilità

La pensione di inabilità può essere richiesta da chi è in possesso dei seguenti requisiti (fonte aggiornata alle ultime normative Inps):

  • riconoscimento dell’inabilità totale e permanente (100%);
  • reddito inferiore alla soglia stabilita ogni anno per legge (nel 2021 è 16.982,49 euro);
  • età compresa tra i 18 e i 67 anni;
  • cittadinanza italiana;
  • per i cittadini stranieri comunitari basta iscrizione all’anagrafe del comune di residenza;
  • per i cittadini stranieri extracomunitari è necessario permesso di soggiorno di almeno un anno;
  • residenza stabile e abituale sul territorio nazionale.

Indennità di accompagnamento

Chi è invalido al 100 per cento inoltre ha diritto a un altro beneficio di natura assistenziale che consiste nell’indennità di accompagnamento. Essa è destinata a tutte quelle persone che non sono in grado di deambulare senza l’aiuto di un’altra persona. Lo Stato ha stabilito che l’entità di questa agevolazione ammonta a 516,35 euro mensili. Essa viene erogata non tenendo conto dell’età e può essere percepita da tutti i cittadini presenti sul territorio italiano.

Questa indennità è connessa a una condizione di minorazione e di conseguenza non è soggetta a tassazione ed è indipendente dal reddito. Entro il 31 marzo di ogni anno, i titolari di una indennità di accompagnamento hanno l’obbligo di inviare all’INPS una dichiarazione periodica relativa alla sussistenza dei requisiti di legge.

Leggi anche: Come richiedere l’Invalidità civile all’Inps e quali sono i benefici

Angelo Dino Surano
Giornalista, addetto stampa e web copywriter con una passione particolare per le storie di successo. Esperto in scrittura vincente e comunicazione digitale, è innamorato della parola e delle sue innumerevoli sfaccettature dal 1983. La vita gli ha messo davanti sfide titaniche e lui ha risposto con le sue armi più potenti: resilienza e spirito di abnegazione. Secondo la sua forma mentis, il contenuto migliore è quello che deve ancora scrivere.

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