Serie tv da vedere a Natale che raccontano persone con disabilità

Redazione:

Sono parecchi gli articoli che parlano dei film di Natale, sono pochi invece quelli che parlano di serie tv sulle persone con disabilità. L’idea di questo articolo è quella di sovvertire questa usanza e di parlare di serie tv da vedere a Natale, l’ideale per stare incollati al televisore tutti insieme in questi giorni di festa. Amici e parenti vi ringrazieranno, queste serie tv sono l’alternativa ideale per il consueto riposino dopo l’abbuffata delle feste.

Odio il Natale: la figura di Carlo

In questa divertente serie tv/commedia di Netflix, il tema della disabilità compare con la figura di Carlo, interpretata da Marco Rossetti (attore anche di Doc – Nelle tue mani). Carlo è ricco, facoltoso e simpatico. In Odio il Natale possiede vigne ed è considerato a tutti gli effetti un vero e proprio benestante. Dopo un incidente in moto, la vita gli riserva un prosieguo di vita su una carrozzina. Rassegnazione? Per niente.

Carlo racconta l’incidente come un momento fondamentale della sua vita: se è vero che non può più camminare, è pur vero che può fare tutte le altre cose. Una commedia leggera, ironica, divertente che racconta il Natale in modo alternativo e che racconta il tema delle persone con disabilità con estrema delicatezza e tatto senza sfociare mai nella retorica dell’abilismo pietistico. Poliedrica e irriverente la figura interpretata da Pilar Fogliati.

As wee see it: il racconto alternativo dello spettro autistico

As We See It, una serie tv che fa sorridere. Un dramedy (così viene definito in America) che racconto l’autismo con toni sinceri, per niente drammatici e senza quel velo di abilismo che la società mainstream vuole imporre. Senza dubbio è stata una delle novità più intriganti di Prime Video, che senza una ragione valida (almeno ai nostri occhi) ha deciso di non rinnovarla. Non ci sarà alcuna seconda stagione quindi: per fortuna, la prima è stata di livello superiore.

Qui si raccontano le vicende di 3 coinquilini che soffrono di disturbi dello spettro autistico: amore, amicizia, lavoro. Il mondo là fuori è spietato ma il racconto è piacevole: niente pietismo, niente abilismo. Al centro ci sono le loro vite e il sostegno di familiari e assistenti sociali. Il creatore, Jason Katims, ha scritto la serie poiché padre di un figlio nello spettro autistico. Un peccato quindi che Prime abbia deciso di non proseguire con la seconda stagione di questa serie tv, visto che la serie non era infarcita dei consueti stereotipi.

Atypical e il racconto della Sindrome di Asperger

Atypical è un’innovativa serie tv americana creata da Robia Rashid esclusivamente per la piattaforma Netflix. Questo dramedy ruota attorno a Sam Gardner (interpretato da Keir Gilchrist, noto per “United States of Tara”), un giovane di quasi diciotto anni che vive nello spettro autistico (Sindrome di Asperger).

Sam è un appassionato dell’Antartide e della sua fauna e lotta per liberarsi dalle etichette imposte dalla società e dalle persone intorno a lui, soprattutto da quella di essere un “atypical”. Nel suo singolare viaggio, Sam esplora le sfaccettature dell’adolescenza e il desiderio di autonomia. La serie analizza con ironia e semplicità il concetto di “normalità” e mette in discussione i canoni della società mainstream. Una commedia affascinante e originale che ha riscosso un successo notevole (su Netflix si possono trovare tutte e 4 le stagioni).

Ognuno è perfetto su Rai Play

La serie tv racconta le avventure di due ragazzi con la Sindrome di Down che sono inseguiti da adulti che litigano mentre cercano di riportarli a casa. Una commedia che profuma di dramma con punte realistiche e innovative. Per questa serie, la Rai ha pensato a una cast d’eccezione: Edoardo Leo, Cristiana Capotondi, Nicole Grimaudo, Lele Vannoli, Piera degli Esposti, accompagnati da un cast di esordienti (Gabriele Di Bello, Alice De Carlo, Aldo Arturo Pavesi, Matteo Dall’Armi e Valentina Venturin).

Ognuno è perfetto ci porta dentro il mondo delle persone con disabilità con leggerezza e con uno storytelling lontano dall’approccio abilistico o ricco di stereotipi. Una storia forte che ci insegna che nel mondo di oggi, non esistono concetti come perfezione o normalità: ugnuno è se stesso ed è splendidamente perfetto nel suo essere unico e inimitabile.

serie tv ognuno è perfetto
(fonte immagine: Ansa)

Il successo di Blanca, la serie tv su Rai Uno e su Rai Play

Come poterselo immaginare. Blanca, la serie tv ispirata liberamente ai romandi di Patrizia Rinaldi, ha avuto un successo oltre ogni previsione. La prima e la seconda stagione hanno avuto picchi di share incredibili, anche grazie a un cast d’eccezione composto da Maria Chiara GiannettaGiuseppe Zeno e Pierpaolo Spollon. Blanca è un’aspirante poliziotta ipovedente che ha perso la vista in un incidente a 12 anni. La sua vita è in pericolo, nel mentre svolge una sorta di stage presso il commissariato di Genova con il suo fidate cane Linneo, un bulldog americano.

Prima serie italiana girata in olofonia e prima serie in assoluto a vantare una presenza artistica imponente, quella di Andrea Bocelli. Il tenore italiano infatti ha fornito consulenza all’attrice e l’ha aiutata a calarsi nel ruolo (non facile) di una persona non vedente.

Una serie tv Special che rompe gli schemi

Su Netflix non ci sono solo omicidi e sparatorie, ma anche tanti film che trasmettono valori e sentimenti nuovi. E che rimangono nella memoria per sempre. Fra queste c’è senza dubbio Special, una serie tv che critica la realtà in modo brillante. Se vogliamo dargli una veste, possiamo considerarla una sorta si sit-com scritta, diretta e interpretato da Ryan O’Connell, che ha adattato il suo romanzo autobiografico I’m Special: And Other Lies We Tell Ourselves

Il protagonista è Ryan, affetto da una lieve paralisi infantile (Cerebral Palsy, in italiano Paralisi Cerebrale Infantile), una malattia persistente che era comparsa sullo schermo nella fortunata serie Breaking Bad (ne era stato colpito il figlio di Walter White). Nella prima parte della serie Ryan non accetta la sua condizione e vive con difficoltà anche il fatto di essere omosessuale. Nel prosieguo della serie, si assiste a una presa di coscienza della propria unicità e al superamento di ogni barriera.

Una serie tv che si abbatte contro i cliché, i sentimentalismi e il pietismo abilistico tipico della comunicazione mainstream e che mostra le reali difficoltà di ogni giorno. Non ci sono eroi da compatire, solo persone che vivono e che mostrano la loro vita senza schemi e luoghi comuni. Una serie che è stata recensita in modo positivo in tutto il mondo e che sicuramente propone un punto di vista intrigante su cui riflettere.

(fonte immagine di copertina: Chat GPT)

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