Ezio Bosso era un guerriero dell’umana diversità e della tutela artistica

Redazione:

Ezio Bosso ci ha lasciato all’età di 48 anni lo scorso 15 maggio. Non scompare solo una persona, ma un baluardo importante della diversità, della Disabilità Positiva e della dedizione per l’arte.

Un vero e proprio guerriero, sempre in prima linea per il rispetto dell’essere umano e delle produzioni artistiche intese come lavoro. L’eredità che ora siamo chiamati a cogliere è abbastanza pesante, ma dobbiamo essere pronti a sorreggerla.

Ezio Bosso: “Sono un disabile in mezzo a tanti altri disabili invisibili”

Una delle frasi celebri del pianista riguarda proprio la disabilità: “Sono un disabile in mezzo a tanti altri disabili invisibili”. Non parole buttate a caso, giusto per essere condivise sui social network.

Sono, invece, dichiarazioni piene di qualità, che richiamano l’attenzione a una maggiore tutela nei confronti di determinate categorie sociali, spesso impreziosite da troppi pietismi e poche attenzioni concrete.

In certi frangenti, Ezio Bosso è stato una luce in fondo al tunnel contro l’ipocrisia sociale. Una persona, un lavoratore del mondo dell’arte, ricordato non solo perché con una condizione ‘diversa’, ma perché produceva un valore per l’intera società.

Ezio Bosso: “La musica è un servizio socioculturale, è un comparto produttivo, produciamo benessere e coadiuvante sociale”

Veniamo, appunto, al valore prodotto da Ezio Bosso. Sì, la musica è un comparto produttivo, e come tale andrebbe rispettato nella sua grandezza. La diversità umana rappresentata dal Maestro si è espressa anche attraverso le sue opere. Oltre a dichiarazioni, affermazioni e parole che hanno avuto lo scopo di difendere il senso del lavoro artistico che dovrebbe essere inteso come tale.

Ezio Bosso non era solo una persona disabile che faceva arte, ma era un lavoratore inserito nella società, con le sue capacità e i suoi limiti. Dettagli che dovrebbero essere comuni a ogni essere umano, e che invece oggi sono ancora delle chimere per molte categorie sociali.

Ci ha lasciato un vero guerriero della Disabilità Positiva

Il grande pianista ha saputo utilizzare la propria notorietà per condividere a livello mainstream concetti sociali e culturali apprezzabili e innovativi. Ad essere scomparso è un gladiatore moderno, un bastione in grado di resistere a ogni perbenismo pur di rammentare cosa significa rispettare una persona, evitando pietismi o qualsiasi estremizzazione di sorta.

Ezio Bosso è (e sarà sempre) ricordato come una persona in grado di superare i propri limiti. Ma non in quel senso, come capita spesso di leggere. Bensì, è stato in grado di superare i limiti socioculturali, rendendo l’apertura mentale un dettaglio prezioso e imprescindibile per l’essere umano.

Fonte foto: eziobosso.com

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