Cosa sono i Lattati e cos’è il test del Lattato

Redazione:

Per lattati (detto anche lattato o acido lattico) si intendono quelle sostanze prodotte attraverso il metabolismo anaerobico lattacido. Tecnicamente è un composto tossico per le cellule perché non è altro che un accumulo di sali all’interno del torrente ematico. Questo acido compare a seguito di uno sforzo muscolare e viene spesso accompagnato da episodi di debolezza muscolare (conseguenza della fatica).

Lattati: cosa sono

I lattati sono la forma ionizzata dell’acido lattico. Di solito il sangue contiene una concentrazione di acido lattico molto bassa (e di conseguenza, anche i lattati sono bassi). In linea di massima, i lattati vengono prodotti durante uno sforzo muscolare intenso (soprattutto quando le cellule sono poco ossigenate o non lo sono affatto).

Il dosaggio di questa molecola è spesso effettuato in ospedale quando i soggetti presentano i segni caratteristici dell’ipossia: dolori addominali, dispnea, sudore. L’esame può servire anche per scoprire patologie come il diabete, l’infarto del miocardio o l’insufficienza renale.

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Differenza tra lattati e acido lattico

Dal punto di vista medico, lattati e acido lattico non sono proprio la stessa cosa. Per acido lattico si intende un acido debole con un pk attorno a 3,7. Per capire meglio il processo, bisogna partire dallo sforzo fisico: durante la degradazione anaerobica del glucosio legata a sforzi di una certa intensità (fra i 9 e i 12 secondi), i muscoli iniziano ad accumulare più acido lattico rispetto al dovuto e non sono più in grado di smaltirlo. L’acido lattico allora viene spostato nel torrente ematico e prende il nome di lattato: dal punto di vista chimico, la sua struttura cambia (perché ha perso uno ione H+). 

Nel nostro organismo, l’acido lattico è dissociato in ione lattato con carina negativa (anione lattato) e idrogenione (H+) che ha invece carica positiva. Se guardiamo la presenza nel sangue (PH ematico 7,4), ad ogni molecola di acido lattico nell’organismo corrispondono 3388 molecole di lattato.

Sia chiaro, la produzione di acido lattico non avviene soltanto in caso di sforzo fisico. Un uomo adulto, normalmente, produce circa 120 grammi di acido lattico al giorno: 40 vengono prodotti dai tessuti anaerobici (retine e globuli rossi), gli altri 80 invece vengono prodotti da altri tessuti (specie quelli muscolari) in relazione all’ossigeno disponibile. 

Quando i muscoli hanno bisogno di glucosio, entra in gioco il lattato-deidrogenasi, meglio conosciuto come LDH: un enzima citoplasmatico diffuso in molti tessuti del corpo umano che velocizza la conversione dell’acido piruvico in acido lattico. 

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differenza acido lattico lattati

Acido lattico e ciclo di Cori

Alcuni studi condotti negli anni Trenta e Quaranta hanno fatto emergere l’esistenza di una sorta di cooperazione metabolica fra il muscolo scheletrico (che lavora in disponibilità limitate di ossigeno) e il fegato. Si parla del cosiddetto Ciclo di Cori, detto anche ciclo dell’acido lattico, che fu scoperto dai coniugi Carl e Gertry Cori.

I quattro momenti fondamentali del Ciclo di Cori sono: la conversione del glucosio (attraverso la glicolisi anaerobica) in cellule muscolari scheletriche; la diffusione dell’acido lattico (attraverso il fegato) dalla cellula muscolare al sangue; la trasformazione (attraverso la gluconeogenesi) dell’acido lattico in glucosio; la diffusione del glucosio verso il muscolo scheletrico. Il ciclo così è concluso.

Come possiamo notare, la gran parte dell’acido lattico prodotto nel muscolo scheletrico viene convertito in glucosio nel fegato, che a sua volta lo restituisce in un’altra veste al muscolo scheletrico. Questo ciclo lo si può considerare una sorta di autodifesa dell’organismo per proteggersi dall’acido lattico, che viene metabolizzato anche dal cuore a scopo energetico. 

Sport e acidi lattici

Acido lattico e sport sono strettamente connessi. Se il muscolo è sottosforzo, la produzione di acido lattico aumenta in modo massiccio soprattutto nelle fibre veloci. Gli atleti che spiccano in prove anaerobiche importanti come l’inseguimento su pista o i 400-800-1500 metri nell’atletica producono almeno il 20% in più di acido lattico rispetto a un soggetto normale.

Il dato più interessante però non è relativo alla produzione, ma allo smaltimento: se un atleta e un sedentario corrono alla stessa velocità, il sedentario produce molto più acido lattico rispetto a quello allenato e fa molta più fatica a smaltirlo. 

Di norma, la concentrazione di lattati nel sangue a riposo è compresa fra i 1-2 mmol/L. Durante lo sforzo fisico invece, il livello nel sangue può diventare maggiore di anche venti volte (20 mmol/L). L’acido lattico si inizia ad accumulare nel sangue e nei muscoli quando la velocità di sintesi supera quella di smaltimento, ovvero quando la frequenza cardiaca massima aumenta dell’80% per i non allenati e del 90% per i più allenati.

I maggiori produttori di acido lattico sono gli atleti che compiono attività sportive comprese tra i 30 e i 200 secondi: il corpo deve funzionare in maniera impeccabile perché lo sforzo che devono fare necessita un sistema di smaltimento ematico, muscolare ed epatico impeccabile. Per questo motivo, gli allenamenti sono mirati all’incremento della saturazione di acido lattico nei muscoli in modo che si abituino a lavorare in condizioni di forte acidità. 

Al contrario di quello che si pensa, l’acido lattico non è implicato nel dolore muscolare che si avverte nei giorni successivi a un allenamento o a uno sforzo fisico intenso. Il dolore è causato dalle micro-lacerazioni del muscolo che si “spezza” per poi ricomporsi in un tessuto più forte ed energico.

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lattati acidi lattici e sport

Test del lattato: a cosa serve

Per determinare con precisione la soglia anaerobica di un atleta è necessario effettuare il test del lattato. Questo test serve a misurare la velocità e la frequenza cardiaca corrispondente a 2 mmo/L  di lattato e 4 mmo/L di lattato. I valori che emergono dal test per 2 mmol/L di lattato dovrebbero essere quelli che servono per correre la maratona.

Il test viene effettuato in linea di massima agli atleti professionisti perché richiede una base di allenamento notevole: bisogna correre 2 km in pista per almeno 4/6 volte e ad ogni giro, bisogna aumentare la velocità in modo da percorrerlo in un tempo inferiore di 10 secondi. Ad ogni serie, all’atleta viene prelevata una goccia di sangue dall’orecchio: in questo modo, viene monitorata la quantità di acido lattico prodotta in ogni singolo giro. Non sempre è possibile eseguire questo test su pista è prevista anche una versione per tapis roulant.

La concentrazione del lattato può essere anche misurata attraverso il liquido cefalorachideo (attraverso una puntura lombare). Questo test viene effettuato per diagnosticare una meningite. Il tasso di lattato venoso è considerato normale quando è inferiore a 2 mmol/L nell’adulto. Se supera questa soglia, si parla di ipossia tissutale (che si presenta con ischemia, stato di choc, insufficienza epatica grave, ipertemia maligna, sepsi e convulsioni). Quando supera i 5 mmol/L, si parla invece di acidosi lattica.

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Angelo Dino Surano
Giornalista, addetto stampa e web copywriter con una passione particolare per le storie di successo. Esperto in scrittura vincente e comunicazione digitale, è innamorato della parola e delle sue innumerevoli sfaccettature dal 1983. La vita gli ha messo davanti sfide titaniche e lui ha risposto con le sue armi più potenti: resilienza e spirito di abnegazione. Secondo la sua forma mentis, il contenuto migliore è quello che deve ancora scrivere.

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