Assistenza persone disabili e anziane in caso di incendio in casa: che fare?

Redazione:

L’assistenza alle persone disabili e anziane in caso di incendio all’interno di una casa o di un appartamento riguarda i Vigili del Fuoco, familiari, caregiver e persino i vicini. Sembra un concetto scontato, eppure è necessario sottolinearlo. In un periodo storico dove gli incendi diventano sempre più frequenti tanto da caratterizzare le cronache giornaliere, è bene ripassare le linee guida per garantire la sopravvivenza di ognuno di noi, aiutandosi e porgendo la mano a chi ha più bisogno di aiuto.

Considerazioni emerse all’interno della nostra intervista al delegato USB dei Vigili del Fuoco Paolo Cergnar, il quale ad Ability Channel espone tutte le criticità a cui persone con disabilità e anziane sono esposte, ma anche cosa poter fare per garantire un’assistenza adeguata per evitare il peggio.

Le persone con disabilità e anziane sono le più esposte a rischi in caso di incendi? Se sì, ci sono dati?

“Un dato preciso non c’è, dipende molto dall’operatore che prende la chiamata e registra il dato. Quando facciamo l’intervento nel report possiamo scrivere delle note a lato se si tratta di una persona con disabilità o una persona anziana.

Per esempio, per ciò che riguarda un incendio in un appartamento, dove ci sono vittime, abbiamo cercato di fare un lavoro molto più grande di screening atto a verificare quali sono realmente i dati, ma al momento non è attendibile o comunque non rispetta in maniera fedele la realtà.

Quello che ti posso dire però è che nell’ultimo periodo gli interventi di soccorso a persone disabili, grandi anziani e persone che vivono sole sono aumentati in maniera esponenziale. Essendo persone che hanno difficoltà nella vita comune, perché vivono ai margini della società, e se non sono seguiti da individui che si prendono cura di loro, ne risentono di più.

Uno degli ultimi episodi è successo lo scorso 11 luglio in una villetta a Roma: sono morte la mamma disabile di 74 anni e il figlio di 31 anni che si era chiuso in bagno, proprio perché le difficoltà stanno nel muoversi all’interno di un appartamento in base al fumo. E quindi se la persona è allettata e ha una disabilità motoria, sensoriale o mentale, non percepisce qual è il livello del pericolo. Infatti in questo senso la prevenzione ha un effetto importante.”

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Cosa può fare una persona con disabilità e anziana in caso di incendio o per prevenire tali situazioni?

“Una cosa banale, che non tutti tengono in considerazione, è tenere la porta chiusa. Se una persona è allettata e ha comunque una persona che le vigila attorno e la assiste tutta la giornata, è utile tenere la porta della stanza chiusa, in quanto si è dimostrato che, durante un incendio di appartamento, anche in caso di propagazione dei fumi, aumenta il tempo di sopravvivenza all’interno della stanza.

E quindi è necessario che la persona abbia qualcuno che la segua. Abbiamo trovato nell’ultimo periodo uno scollamento del tessuto sociale, complice anche la pandemia da Covid che non ha avvicinato le persone tra loro, che ha causato un numero importante di persone morte all’interno degli appartamenti, perché non rispondono alle chiamate o vengono trovate morte. La gente chiama perché, purtroppo, sente il cattivo odore dall’appartamento vicino. E questo evidenzia il problema della solitudine delle persone con disabilità e anziane.

Inoltre, anche se questo è un dato difficilmente estrapolabile, nell’ultimo periodo stiamo facendo molte di queste tipologie di intervento. Le abbiamo sempre fatte, però l’allontanamento delle connessioni sociali, anche in ambito familiare, ha portato a non accorgersi di chi ci sta intorno e a non avere il contatto anche con il vicino.”

Quindi la prevenzione può venire anche dai vicini di casa.

“Assolutamente, una persona che sta da sola o ha familiari lontani può affidarsi o farsi aiutare da un buon rapporto con il vicinato o, se presente, dal portiere dello stabile, o comunque da meccanismi di ausilio. Lo smartphone può essere uno strumento talvolta sconosciuto, non tutti sono abili a utilizzarlo, soprattutto le persone anziane, e quindi non riescono ad avvertire in tempo se si trovano in una situazione di pericolo. Diverso invece per chi è intrappolato nel letto perché ha una disabilità motoria: se c’è un incendio, rimane intrappolato proprio perché fisicamente non puoi muoverti.”

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Cosa può fare un vigile del fuoco per l’assistenza alle persone disabili e anziane in caso di incendio e aumentare le possibilità di salvare vite?

“L’unico fattore che potrebbe essere abbattuto è il tempo, la tempestività dell’intervento, anche nel caso di un incendio senza fiamma che sprigiona tanto fumo. Arrivare nel più breve tempo possibile è ciò che può cambiare la situazione.

Sotto questo aspetto, c’è un progetto partito nel 2001 dedicato al soccorso delle persone con disabilità, con il Comando di Pordenone all’avanguardia in materia. Il nostro funzionario direttivo Stefano Zanut è un antesignano per ciò che riguarda l’assistenza alle persone disabili in caso di incendio, poiché ha mostrato e illustrato con un vademecum per tutti i Vigili del Fuoco quali sono le tecniche per aiutarle: come prendere una persona su carrozzina, come aiutare chi ha una disabilità cognitiva, come entrare in contatto con l’autismo e altre tipologie di disabilità.

C’è una certa attenzione soprattutto alla disabilità mentale, nel cercare il contatto e l’empatia con la persona soccorsa e viceversa. Magari anche noi in determinati frangenti non riusciamo a capire quale contesto dobbiamo affrontare. A tal proposito esiste un’applicazione per smartphone, Help for All, per vedere anche quali sono i vari approcci nelle varie fasi del soccorso per i vari tipi di disabilità.”

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Che cosa consigli di fare a una persona con disabilità o a una persona anziana durante un incendio?

“Allontanarsi da fiamme e fumo, chiudere le porte dietro di sé e mettersi in salvo e cercare di mettersi in una posizione di riparo: uno tende a mettersi in bagno, perché è il luogo più sicuro dove c’è meno materiale che potrebbe andare a fuoco. E chiamare il prima possibile il numero unico d’emergenza, il 112, dicendo che il soccorso è richiesto da una persona disabile e con quale tipo di disabilità.

E la cosa importate è sempre avere la salvaguardia di queste persone da individui normodotati, che conoscono la disabilità di chi deve essere soccorso. È chiaro se chi assiste un anziano è un compagno o una compagna anziana, diventa più complesso. Perché comunque i tempi di reazioni di una persona anziana sono molto lunghi.

Inoltre, se c’è un balcone o se si ha la possibilità, uscire dall’appartamento che sta bruciando e chiudere la porta dietro di sé. E se possibile, portarsi dietro le chiavi, è fondamentale: sembra banale, ma entrare in un appartamento in fiamme avendo le chiavi, e non dalla finestra, che in alcuni casi è inaccessibile, per noi è fondamentale, così possiamo entrare subito per accorciare i tempi del soccorso.”

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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