Variante Covid Gryphon: cos’è, sintomi e quanto ne sappiamo

Redazione:

Nonostante l’attenzione nei suoi confronti sia calata, il Covid continua a imperversare nelle nostre vite, tanto che oggi siamo qui a parlare della nuova variante “Gryphon“. Come abbiamo già visto in passato, ciclicamente nascono nuove varianti che vengono tenute sotto osservazione dagli organi competenti in quanto sarebbero capaci di eludere le difese costruite dai vaccini contro il Coronavirus (in Italia siamo arrivati alla quinta dose).

Anche in questo caso, abbiamo poche informazioni riguardo alla sua capacità di trasmissione e di generare una malattia più forte, un quadro che abbiamo imparato a delineare ogni qualvolta emerge una notizia simile. Stavolta però la preoccupazione generale riguarda anche le prossime festività, visto che c’è chi è allarmato di passare il prossimo Natale con il Covid. In questo articolo, cerchiamo di scoprire cosa sappiamo.

Che cos’è una variante del Covid?

Una variante virale di un qualsiasi virus nasce quando, durante la moltiplicazione dello stesso all’interno di un organismo, vengono generate copie genetiche “difettose”, cioè che contengono errori capaci di generare nuovi processi di replicazione. Da questa dinamica nascono, appunto, le varianti virali.

Nel corso della pandemia sono nate numerose varianti del Covid, in quanto trattandosi di una pandemia ci sono maggiori probabilità che esse nascano. Non possiamo parlare di nuovi ceppi del virus, in quanto il patrimonio genetico contenuto nell’originale Sars-CoV-2 è intatto.

variante gryphon
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Che cos’è e cosa sappiamo sulla Variante Covid Gryphon?

In queste ultime settimane ci sono ben due varianti del Covid che stanno tenendo alta l’attenzione degli esperti. La prima è la sottovariante BQ 1.1 di Omicron 5 nota come “Cerberus, figlia di 3 mutazioni sulla proteina Spike (S444T; S460K, R346T).

La seconda invece è la variante XBB Gryphon che, come spiega l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non differisce molto da Cerberus, e quindi anch’essa può essere considerata una sottovariante di Omicron, la quale “continua a essere una variante preoccupante”. Nata da una ricombinazione delle sottovarianti BA.2.10.1 e BA.2.75, nella settimana che va dal 3 al 9 ottobre 2022 la XBB aveva una prevalenza mondiale dell’1,3% distribuita in 35 nazioni.

Ma come mai anche Gryphon preoccupa così tanto? In parte la risposta può essere ricavata da Cerberus: anche la sottovariante XBB potrebbe essere molto abile a scavalcare gli ostacoli immunitari creati dall’immunità dei vaccini e quindi potrebbe essere in grado di generare una forma severa della malattia.

“C’è stato un ampio aumento della prevalenza di XBB nella sorveglianza genomica regionale – comunica l’OMS -, ma non è stato ancora costantemente associato a un aumento delle nuove infezioni“. Al momento però, su questo versante parliamo di ipotesi. “Sebbene siano necessari ulteriori studi, i dati attuali non suggeriscono che vi siano differenze sostanziali nella gravità della malattia per le infezioni da XBB”. Diversa invece la questione relativa alla reinfezione, in quanto le prove iniziali indicherebbero che il rischio sia più elevato rispetto alle altre sottovarianti di Omicron.

In base ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, elaborati insieme ai laboratori regionale e alla Fondazione Bruno Kessler, all’8 novembre 2022 l’Italia aveva una prevalenza di Omicron stimata al 99,8%, con Omicron 5 predominante e con una quota di XBB.1 pari al 2,4%. Insomma, Gryphon è da monitorare “con grande attenzione”, allerta l’ISS, poiché “a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a una potenziale evasione della risposta immunitaria”.

Leggi anche: Esiste chi potrebbe essere totalmente immune dal Covid?

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Quali sono i sintomi della Variante Covid Gryphon?

Un’altra fonte di preoccupazione è la sintomatologia della variante Covid Gryphon, in quanto i segni possono essere facilmente confusi con quelli dell’influenza. Trattandosi di due sottovarianti molti simili, possiamo guardare a Cerberus per comprendere meglio la questione.

“Stiamo cominciando a conoscere meglio Cerberus – evidenzia il direttore dell’Istituto Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco a Repubblica – . È confermato che tende a manifestarsi soprattutto nelle alte vie respiratorie, causando sintomi simili a quelli dell’influenza, come raffreddore, tosse stizzosa e mal di gola. Fermo restando che è da capire quanto ciò sia ‘demerito’ di un virus meno patogeno e quanto merito dell’immunità che si è creata nella popolazione”.

Un contesto molto complesso, che non permette fin da subito di riconoscere Cerberus o Gryphon basandosi solo sui sintomi. Al momento infatti, i segni più comuni che vengono ricondotti a queste due varianti sono raffreddore, tosse e mal di gola, segni confondibili proprio con l’influenza stessa o con un semplicissimo raffreddore. L’unica diagnosi certa dunque può essere data da un tampone.

Leggi anche: Il Covid diventerà una semplice influenza?

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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