Ecco i valori della glicemia dopo pranzo

Redazione:

I valori della glicemia dopo pranzo sono fondamentali per capire se l’organismo sta funzionando al meglio. Durante la digestione, infatti, l’intestino riversa nel sangue il glucosio e intervengono due ormoni fondamentali: l’insulina, che ha il compito di abbassare il livello di glicemia nel sangue, e il glucagone, che ha il compito di riportarlo ai valori normali quando si è abbassato troppo.

Per comprendere meglio i valori della glicemia dopo i pasti, è necessario misurarla anche a digiuno.

Perché misurare i valori della glicemia dopo pranzo?

Il valori della glicemia dopo i pasti non vanno mai presi singolarmente: un dato può essere fuorviante o dettato da cause contingenti. Questo discorso vale per qualsiasi tipologia di analisi, ma per la glicemia ha ancora più importanza perché entrano in gioco variabili imprevedibili e soggettive come l’alimentazione e il metabolismo

Misurare la glicemia dopo pranzo è fondamentale per capire come reagisce il corpo in fase di digestione, ovvero quando avviene il picco glicemico (glicemia alta o glucosio alto).

La nostra alimentazione si basa su due macronutrienti (vitamine e sali minerali) e su micronutrienti (proteine, grassi e carboidrati). Ogni alimento che viene assunto, viene metabolizzato dal nostro organismo che, attraverso gli enzimi intestinali, lo scompone in molecole sempre più piccole: i grassi diventano acidi grassi, le proteine diventano aminoacidi e gli zuccheri diventano glucosio (la sua concentrazione nel sangue si chiama appunto glicemia).

Gli zuccheri sono la fonte primaria di energia per l’organismo e si trovano in quasi tutti gli alimenti. Non dobbiamo pensare infatti agli zuccheri come prerogativa dei cibi dolci, perché abbondanti quantità di zuccheri sono presenti nei carboidrati complessi come farina, pasta, riso, pane, patate, nella frutta e nelle fibre.

Tutto fa zucchero insomma, non a caso quando una persona si sente svenire si parla di “calo di zuccheri“. Il glucosio è in assoluto l’alimento più importante per le nostre cellule, perché è incaricato di fornire energia. Di conseguenza è fondamentale che l’apporto glicemico sia sempre costante, perché sono in gioco le funzioni vitali dell’organismo.

come misurare i valori della glicemia dopo pranzo

Valori glicemia a digiuno

Per comprendere al meglio i valori normali della glicemia dopo pranzo, è necessario partire dai valori a digiuno. Di solito infatti, la glicemia viene misurata appena svegli. Il picco glicemico dovrebbe essere passato da qualche ora (almeno 8 ore) e l’insulina e il glucagone sono intervenuti durante la notte per regolare i valori della glicemia (insulina agisce sulla glicemia alta, glucagone interviene in caso di glicemia bassa). 

I valori a digiuno sono:

  • normale (70-99 mg/dl, 3.9-5.5 m mol/L);
  • alterata o prediabete (100-125 mg/dl, 5.5-7.0  m mol/L);
  • diabete (maggiore 126 mg/dl, maggiore 7.0).

Naturalmente una sola misurazione non può bastare per avere un quadro clinico esauriente e per questo motivo, si rende necessario l’OGTT, ovvero il test da carico orale da glucosio. La prassi vuole che questo test sia effettuato a tutte le persone che si trovano in una condizione alterata (glicemia alta digiuno), ma non è escluso che un medico di base possa decidere in autonomia di misurare la curva glicemica dopo il carico di glucosio anche in mancanza di alterata glicemia a digiuno. 

Se la glicemia a digiuno supera i 126 mg/dl, non c’è bisogno di fare il test: è un valore che consente già di eseguire una diagnosi di diabete. Per essere il valido, il test deve essere effettuato solo se ci si sente bene, se il sonno è stato di 8 ore e se nei giorni precedenti non si sono assunti farmaci. Sono tutti parametri che possono influire in maniera decisiva sul valore della glicemia. Nelle 8 ore precedenti al test, inoltre, non si può bere (se non qualche  bicchiere di acqua) e non si può mangiare.

Come funziona il test?

Quando si arriva in ospedale, viene subito prelevato il primo campione di sangue a digiuno. In seguito, al paziente viene chiesto di bere una soluzione di glucosio contenente un carico di 75 grammi di zucchero (metodo validato e certificato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità).

Passati 120 minuti, le due analisi verranno comparate. Se i valori sono inferiori a 140 mg/dl, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Se invece i valori sono compresi fra 140 e 199 mg/dl, il paziente si trova in una condizione di intolleranza al glucosio o di prediabete.

Questa è una condizione da tenere sotto controllo perché una glicemia su questi livelli potrebbe comportare, con l’avanzare dell’età e con un’alimentazione sbagliata, il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari o il diabete tipo 2. Misurazioni glicemia uguali o superiori a 200 mg/dl invece sono, nella maggior parte dei casi, sinonimo di diabete. Ad ogni modo è probabile che il medico, per essere sicuro della sua diagnosi, provi a ripetere il test nei giorni seguenti.

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misurazione dei valori della glicemia dopo pranzo

Cosa accade alla glicemia dopo pranzo?

Dopo ogni pasto, il nostro organismo inizia ad assimilare gli alimenti e a trasformarli in molecole sempre più piccole. I carboidrati sono i cibi che hanno l’impatto maggiore sulla glicemia. La quasi totalità viene trasformata immediatamente in glucosio in un lasso di tempo relativamente breve (dai 15 minuti alle 2 ore al massimo, a seconda della tipologia).

Dopo aver mangiato esclusivamente carboidrati, il picco glicemico arriva prima. Le proteine invece si trasformano in glucosio solo dopo 2-3 ore dalla fine del pasto e solo in una parte che può arrivare fino al 60%. I grassi invece hanno un impatto quasi minimo sulla glicemia: solo il 10 per cento di essi viene trasformato in glucosio e dal punto di vista temporale ci vogliono 3-4 ore.

Ad ogni modo un pasto non è mai composto da un solo alimento e a seconda delle combinazioni e del tipo di cottura, la glicemia si può alzare immediatamente in modo considerevole o crescere in maniera più lenta. La glicemia postprandiale (misurata 2 ore dopo pranzo) è molto importante perché a due ore di distanza dal pranzo, l’organismo raggiunge il picco glicemico.

Gli enzimi intestinali, infatti, hanno scomposto gli alimenti glucidici e hanno “immesso” nel sangue una determinata quantità di glucosio, che deve essere necessariamente regolata. Gli ormoni che entrano in gioco nella regolazione della glicemia sono due: l’insulina e il glucagone.

L’insulina è un ormone ipoglicemizzante, ovvero che spinge all’abbassamento del valore della glicemia al contrario del glucagone, che viene definito infatti iperglicemizzante. I parametri per giudicare i valori della glicemia post prandiale sono gli stessi del test da carico orale. Nelle persone sane, infatti, i livello di glicemia rimangono entro i 140 mg/dl e poi ritornano nella norma dopo 5 ore dall’ultima assunzione di cibo.

Per chi soffre di iperglicemia o per chi è affetto da una condizione di prediabete, i valori potrebbero salire notevolmente perché il meccanismo di insulina e glucagone non funziona in modo corretto. L’OMS consiglia diete a basso indice glicemico ricche di fibra (verdura, legumi e frutta non zuccherina) e una limitazione dei carboidrati complessi (pasta, riso, pane, cereali, patate, tuberi, castagne) ad alto indice glicemico. 

Angelo Dino Surano
Giornalista, addetto stampa e web copywriter con una passione particolare per le storie di successo. Esperto in scrittura vincente e comunicazione digitale, è innamorato della parola e delle sue innumerevoli sfaccettature dal 1983. La vita gli ha messo davanti sfide titaniche e lui ha risposto con le sue armi più potenti: resilienza e spirito di abnegazione. Secondo la sua forma mentis, il contenuto migliore è quello che deve ancora scrivere.

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