Nella scuola gli alunni con disabilità aumentano, mentre diminuisce drasticamente il numero dei docenti di sostegno, mostrando un quadro cronico da tempo: tanti alunni disabili, pochi insegnanti di sostegno.
È quanto emerge dall’ultimo report “Principali dati della scuola – Avvio anno scolastico 2024/2025” del Ministero dell’Istruzione e del Merito, arrivato proprio a poche settimane dal rientro alle scuole dopo le vacanze estive. I dati diffusi però non sono molto incoraggianti, ma anzi descrivono un problema strutturale e sistemico.
Quanti sono gli alunni con disabilità nella scuola italiana?
Il focus ministeriale ha rilevato i dati degli alunni e degli studenti con disabilità nelle scuole statali. Nel dettaglio, è emerso che nelle scuole statali ci sono 362.115 classi, le quali hanno 7.073.587 studenti, di cui 331.124 con disabilità.
Nell’infanzia, troviamo 23.651 bambini con disabilità, nella primaria abbiamo 123.436 alunni con disabilità, nella scuola di I grado ci sono 89.357 alunni con disabilità e in quella di II grado studiano 94.680 studenti con disabilità.
Quanti sono gli insegnanti di sostegno per gli alunni con disabilità nella scuola?
Quando si parla di alunni con disabilità, bisogna anche osservare il numero degli insegnanti di sostegno, che rispetto al precedente anno scolastico ha subìto un crollo vertiginoso. Una diminuzione che conferma un trend ormai troppo noto nella scuola italiana: a fronte del numero degli studenti con disabilità, non ci sono abbastanza docenti di sostegno per tutti.
Mentre gli alunni con disabilità sono passati dai 321.185 dell’anno scolastico 2023/24 ai 331.124 attuali, gli insegnanti di sostegno sono crollati dai 234.460 dello scorso anno scolastico agli attuali 205.253.
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Scuola e disabilità, come risolvere la carenza dei docenti di sostegno?
La carenza degli insegnanti di sostegno che possano coprire ogni studente con disabilità nella scuola è un problema sistemico che l’Italia si porta avanti da tantissimi anni, eppure secondo l’UIL Scuola una soluzione ci sarebbe: “Specializzare per stabilizzare i docenti precari sul sostegno con un piano di assunzioni che prevede anche la trasformazione graduale dell’organico di fatto in organico di diritto”.
“Al contempo – si legge ancora nella nota – è indispensabile stabilire un collegamento tra il numero di posti disponibili e il reale fabbisogno a livello nazionale . Le recenti 21.000 ammissioni ai corsi universitari di specializzazione, tra l’altro situati in luoghi geograficamente non funzionali alle reali esigenze dei territori, costituiscono un fabbisogno che non corrisponde adeguatamente alle necessità dell’intero Paese”.
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