Il corto contro chi occupa il parcheggio disabili: intervista

A Taviano, in provincia di Lecce (Puglia) hanno realizzato un cortometraggio sul parcheggio riservato ai disabili dal titolo “Don’t park here”. Come si legge nel comunicato stampa, l’opera ha l’obiettivo di “sensibilizzare la comunità a non compiere azioni che ledono i diritti di chi è più svantaggiato impedendo a queste persone, soprattutto quando si tratta di bambini, di poter godere di una vita senza privazioni e con un grado di libertà comparabile a quello delle altre persone”.

Parcheggio disabili, intervista al Garante delle persone con disabilità locale

Dietro a questa iniziativa dedicata al rispetto del parcheggio per disabili c’è Cristiana Damiano, Garante delle persone con disabilità di Taviano, con la quale abbiamo avuto un’ampia chiacchierata sul valore dell’opera e sui temi da essa condivisi.

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Cristiana Damiano, Garante delle persone con disabilità di Taviano

Prima, però, ci tolga una curiosità: cos’è il Garante delle persone con disabilità?

“Si tratta di una figura di carattere onorario che dovrebbe, appunto, garantire le persone con disabilità nei confronti delle istituzioni, delle lungaggini burocratiche e del conflitto sociale. Tante volte, come ben sappiamo, oltre alle barriere architettoniche ci sono anche le barriere socio-culturali che non permettono alla persona con disabilità di vivere serenamente la sua vita, anche nell’ambito lavorativo.”

Veniamo al corto sul parcheggio disabili. Com’è nata l’idea di “Don’t park here” e chi è stato coinvolto nel progetto?

“La figura del Garante esiste da ottobre 2019 ed è stata presentata a gennaio 2020, occasione in cui è stato presente anche Pino Tulipani, Garante delle persone con disabilità regionale, che voleva partire proprio dalla realtà di Taviano per costruire una rete di Garanti a livello provinciale e regionale. Poi, purtroppo, Pino Tulipani è scomparso durante il lockdown imposto dal Coronavirus.

Così abbiamo deciso di andare avanti pensando a qualcosa di ancora più grande, quindi ci è venuta in mente l’idea di un cortometraggio che potesse fungere da campagna di sensibilizzazione per la cittadinanza. Abbiamo avuto il patrocinio e un contributo economico del Comune di Taviano, l’aiuto della Regione Puglia, del Garante del minore (che era collega di Pino) e anche un contributo di alcuni ragazzi che hanno preferito rimanere anonimi – e questo gli fa ancora più onore.”

Il corto affronta il diffuso tema del parcheggio per disabili, purtroppo ancora molto attuale. Come mai non sono stati ancora sconfitti i furbetti del parcheggio?

“Questa è una grande domanda. Probabilmente perché non c’è attenzione e rispetto delle regole, non c’è una sensibilità da parte della popolazione e della cittadinanza alla persona con disabilità. Sarà la conseguenza di una cultura sbagliata diffusa. Noi stiamo cercando di rappresentare comunque la quotidianità di una persona con disabilità. Non abbiamo voluto rappresentare qualcosa che fosse particolarmente problematico, ma una questione semplice e quotidiana che mette in grave difficoltà la persona con disabilità.”

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Protagonisti e addetti ai lavori del corto “Don’t park here”

C’è anche un altro aspetto molto interessante: alla fine del video dite che questa è una campagna di sensibilizzazione per gli adulti, che prima però sono stati bambini. L’educazione alla cultura delle diversità non dovrebbe partire dalle scuole?

“Certo, esatto. Per quello abbiamo cercato di coinvolgere i bambini, e diffonderemo i video nelle scuole probabilmente nella Giornata Mondiale della Disabilità del 3 dicembre 2020. Perché, sensibilizzando i bambini, saranno loro a sensibilizzare i genitori, i nonni, gli zii. È da loro che parte il cambiamento più forte.”

Negli anni sono stati diffusi numerosi spot, cortometraggi e film dedicati alla disabilità. Qual è il linguaggio migliore o più adatto per affrontare certe tematiche?

“Ognuno trova il suo linguaggio e il suo modo di esprimersi. Noi ci siamo affidati al regista Luca Melcarne, e secondo me lui ha colto nel segno. Siamo riusciti probabilmente a emozionare, e quindi rimarrà qualcosa in chi lo vedrà. Questo quantomeno è la speranza.”

In questo corto, i tratti del supereroe non sono della persona disabile, come spesso accade, ma sono stati dati a una bambina normodotata che aiuta il suo amico.

“La cultura dovrebbe essere quella di aiutare gli altri o le persone che si trovano in difficoltà, che siano con disabilità o meno. Bisogna diffondere la cultura della collaborazione: è collaborando con gli altri che si riesce a costruire una rete, e quindi portare avanti la società. Anche nelle piccole cose, come in una classe: ogni bambino ha le proprie doti, ma è la socialità che ci permette di andare oltre.

La supereroina è tale perché non rimane indifferente di fronte a una mancanza del rispetto delle regole. Noi non abbiamo in genere questo coraggio: se mi accorgo che al supermercato c’è una persona senza disabilità che occupa il parcheggio, restiamo anche indifferenti. E questo si vede, in tutti noi.”

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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