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Ortona, l’inclusione su pista dei go kart per disabili: l’intervista

Redazione:

I go kart per disabili esistono, e non sono una novità. Ma c’è un problema: ogni persona con disabilità può avere il proprio mezzo, mentre è difficile trovare strutture che abbiano kart in struttura. Per questo c’è chi rinuncia a godere di un pomeriggio all’insegna della velocità oppure chi spende enormi somme pur di scendere in pista.

A Ortona (Abruzzo), una società sportiva ha risolto tale complicazione, ‘armandosi’ di go kart per disabili entro la propria pista. Stiamo parlando della Mini Speed. Contattato dalla redazione di Ability Channel, il presidente Alessandro Di Berardino ha risposto alle nostre domande inerenti l’iniziativa.

In che cosa è inclusivo questo progetto di go kart per disabili?

“Il progetto nasce nel 2015. Alcuni ragazzi venivano a praticare attività sportiva assieme ad altri in carrozzina, che però non potevano girare in pista. Io ho un parente che installa impianti per disabili nelle auto, ha un’autofficina autorizzata, e parlando con lui ci siamo chiesti se fosse possibile realizzare un progetto con sistemi di installazione anche sui go kart”.

“Dopodiché, abbiamo conosciuto un ragazzo disabile di Pescara che, da tantissimi anni, corre con i go kart, e abbiamo sviluppato l’iniziativa. In realtà, esiste già il progetto di ragazzi disabili che vanno sui go kart, ma non esiste un progetto dove tu, 365 giorni l’anno, puoi andare a un impianto sportivo e salire insieme ai tuoi amici come se nulla fosse”.

“Con noi, ti puoi sfidare senza dover telefonare e prenotare la disponibilità. Abbiamo voluto dare la possibilità a ragazzi con disabilità motoria alle gambe di potersi divertire insieme agli altri amici senza nessuna barriera. Ad oggi, dopo 4 anni, continuiamo a crescere, le persone vengono da tutta Italia. Ci si sfida in maniera semplice: abbiamo le attrezzature e il personale per farti salire sul go kart. Così in pista, alcune volte, vincono anche i disabili, perché il nostro sistema arriva a tal punto che non c’è nessuna differenza”.

Di fatto, durante le gare, non c’è una divisione tra normodotati e persone con disabilità.

“Lo scopo è proprio questo. Nelle gare sportive, invece, ci sono le categorie disabili e normodotati. Cosa che noi abbiamo eliminato completamente. Il nostro impianto sportivo dà la possibilità di sfidarsi senza nessuna distinzione. Anche i tempi su un giro non hanno nessuna differenza. La cosa bella è proprio questa: non ci sono scuse”.

In passato, uno dei testimonial del progetto è stato Jarno Trulli. Quant’è importante che figure così note nel modo sportivo si facciano ‘carico’ di queste manifestazioni per portarle alla ribalta dell’opinione pubblica?

“È importantissimo. Uno sportivo del livello di Jarno Trulli, che dà la sua immagine e presenza a queste nostre giornate aperte al pubblico, automaticamente concretizza l’idea che anche i piloti di Formula 1 credono in questa inclusione sociale. Anzi, si deve promuovere questo nostro progetto per poter dare la possibilità di svilupparlo in tutta Italia, in tutta Europa e in tutto il mondo”.

“Così da eliminare questa barriera ‘stupida’ tra una persona che non ha la possibilità di muovere le gambe e un normodotato. Il nostro impianto dispone di questi mezzi che danno la possibilità a chiunque di potersi divertire nel fare sport e attività ludico-ricreative“.

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Finora quante persone con disabilità hanno partecipato alle vostre gare?

“Noi non facciamo delle vere e proprie gare, ma attività promozionale. Organizziamo giornate e manifestazioni. Lo scopo gara, come fosse un vero campionato nazionale, non ci interessa. Ci interessa invece far avvicinare più persone possibili a questo sport e a praticarlo. Le persone con disabilità che si saranno avvicinate a noi saranno 300, provenienti da tutta Italia”.

Appunto, provenienti da tutta Italia in quanto, come dicevamo prima, la vostra sembra essere l’unica struttura che accoglie queste possibilità, dei go kart per disabili.

“Certo. Sai, il nostro amico con disabilità che fa le gare nazionali ha sempre il solito problema: deve affidarsi a un team che gli porti il go kart e che ce lo faccia salire. Non è una situazione che un ragazzo disabile può affrontare da solo. Invece la nostra cosa bella è che se il ragazzo disabile vuole venire da noi a fare un giro di divertimento, arriva, sale sul go kart e gira, senza dover chiamare altre persone per potersi portare un proprio mezzo”.

“In generale, è un limite enorme, oltre che una spesa immensa. Un team che ti segue per mandarti in pista costa 500 euro. Nel nostro caso, invece, paghi solo la quota del noleggio. Un’altra cosa importante: i nostri mezzi sono tutti certificati e si adattano a ogni singola persona. Abbiamo i sedili e i pedali che si muovono, le cinture di sicurezza, c’è un telecomando per gestire la velocità a distanza, tutto nella massima sicurezza”.

Più ne dettaglio, quali sono state le caratteristiche su cui siete intervenuti per adattare questi go kart per disabili?

“Abbiamo aggiunto comandi al volante. C’è una leva di scambio del sistema idraulico che trasmette i comandi al volante. Concretamente, sullo stesso mezzo, possono girare sia una persona normodotata che con disabilità. Non c’è nessuna differenza prestazionale. Il nostro sistema permette di adattare i go kart a chiunque. Inoltre, ci sono gli allacci per le gambe e i piedi, per evitare che le persone si possano far male”.

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In questo contesto, possiamo affrontare anche il tema economico, seppur è secondario rispetto allo scopo dell’inclusione. Cioè, aprire la propria attività a utenti con disabilità aumenta gli introiti della propria azienda.

“Noi siamo una società sportiva dilettantistica. Quindi, a livello commerciale, ci siamo in maniera marginale. Sicuramente è stato un grande investimento. Siamo andati a caccia di sponsor, abbiamo dovuto comprare i mezzi, lavorarci sopra. È stato un bell’impegno economico”.

“Tuttavia la cosa positività è, come hai detto tu, l’apertura verso un mondo che era inesistente e che, nel tempo, sta facendo recuperare i soldi che abbiamo speso. E ci sta già facendo pensare di aumentare il numero di go kart per aumentare il numero di persone praticanti nello stesso momento. Aprire alle persone con disabilità è un discorso che tutti dovrebbero fare”.

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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