Neuralink è un termine che indica sia il nome di un chip sia il nome dell’azienda neurotecnologica fondata nel 2016 dall’imprenditore Elon Musk. Siamo di fronte a un progetto molto ambizioso, in quanto ha come obiettivo dichiarato la volontà di sviluppare dispositivi che possono essere impiantati nel cervello umano al fine di migliorare le condizioni di vita di persone con determinate patologie cerebrali.
Per un lungo periodo i primi test di installazione dei chip sono stati realizzati sugli animali, ma nel gennaio 2024 è stato comunicato che il primo Neuralink è stato installato su una persona, dopo che è stata autorizzata la sperimentazione sugli esseri umani. Questo chip permetterebbe al cervello del paziente di comunicare attraverso il pensiero con alcuni sistemi elettronici, come lo smartphone e il computer.
Neuralink: come funziona e com’è fatto
Neuralink è un chip dalle dimensioni di una moneta. Il primo dispositivo di interfaccia cervello-computer è stato chiamato N1, e sarà quello che molto probabilmente sarà usato per la sperimentazione sugli esseri umani. Dal sito dell’azienda possiamo leggere che:
- l’impianto N1 è sigillato ermeticamente in un involucro biocompatibile che resiste a condizioni fisiologiche severe del corpo umano;
- è alimentato da una piccola batteria caricata in modalità wireless dall’esterna tramite caricabatterie induttivo;
- il chip elabora i segnali neurali e li trasmette in modalità wireless all’applicazione Neuralink, che decodifica i dati;
- l’impianto registra l’attività neurale attraverso 1024 elettrodi distribuiti su 64 fili flessibili e ultrasottili.
La struttura del chip è così composta:
- THREAD: elettrodi del diametro di 1/20 di capello umano;
- LINK: il contenitore esterno che ricopre il chip, che riceve gli impulsi dai thread e che li invia a un dispositivo esterno.
A cosa serve e cosa fa il Neuralink di Elon Musk?
Il chip può essere impiantato all’interno della calotta cranica del paziente che presenta i requisiti adatti a riceverlo. Questi strumenti sono esteticamente invisibili, afferma l’azienda in quanto sono dei Brain Computer Interface (BCI), cioè dei sistemi elettronici (cellulari e computer) in grado di interpretare e comunicare con il cervello umano.
“Le interfacce cervello-computer hanno il potenziale per cambiare la vita in meglio”, si legge sul sito ufficiale Neuralink. Oggi l’obiettivo principale è trattare le persone con tetraplegia, per dare loro “la capacità di controllare i propri computer e dispositivi mobili con il pensiero. In futuro, speriamo di ripristinare capacità come la vista, la funzione motoria e la parola, e infine di espandere il modo in cui viviamo il mondo”. Questa tecnologia però potrebbe riguardare anche individui con Morbo di Parkinson, SLA, paralisi e altre patologie neurologiche.
Insomma, il Nueralink di Elon Musk creerebbe una connessione tra cervello e pc/smartphone: il chip in questione dovrebbe comunicare con i neuroni del nostro cervello, visto che comandano le azioni del nostro corpo. Un esempio pratico è stato realizzato su un esemplare di macaco di nome Pager, a cui sono stati impiantati 2 Neuralink nel cranio.
Neuralink e la sperimentazione sugli esseri umani
Poco dopo la metà di settembre 2023, Neuralink annunciò che il primo studio clinico sugli esseri umani è aperto al reclutamento. “L’obiettivo iniziale della nostra BCI – si legge – è garantire alle persone la capacità di controllare il cursore o la tastiera di un computer usando solo il pensiero”. Le persone che possono candidarsi al trial devono avere una quadriplegia a causa di lesioni del midollo spinale cervicale o di sclerosi laterale amiotrofica.
Il 29 gennaio 2024 poi lo stesso Elon Musk su X ha annunciato che “il primo essere umano ha ricevuto un impianto da Neuralink” il giorno prima “e si sta riprendendo bene. I risultati iniziano mostrano un promettente rilevamento dei picchi neuronali”.
Sappiamo però che il primo Neuralink installato si chiama “Telepathy” e “consente il controllo del tuo telefono o computer e, attraverso di essi, di quasi tutti i dispositivi semplicemente pensando. Gli utenti iniziali saranno coloro che hanno perso l’uso degli arti. Immagina se Stephen Hawking potesse comunicare più velocemente di un dattilografo o di un banditore veloce. Questo è l’obiettivo”.
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