Ogni anno il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica italiana. Ma non si tratta solo di festeggiare una ricorrenza come le altre, bensì di ricordare il percorso che ha portato alla nascita della Repubblica: il contesto post Seconda Guerra Mondiale, il contrasto al fascismo, la scelta di una nuova forma di stato, l’apertura al suffragio universale.
Insomma, la Festa della Repubblica italiana non è un semplice anniversario, ma una storia composta da tappe, vicende e vicissitudini che hanno delineato la base per la società moderna, e che hanno aperto le porte alla democrazia. Ed è opportuna riscoprirla ogni anno.
Perché il 2 giugno si festeggia la Festa della Repubblica italiana?
In Italia il 2 giugno è una data simbolica, in quanto si celebra la Festa della Repubblica italiana. La ricorrenza non è casuale, in quanto ricorda il referendum istituzionale del 1946, anno in cui gli italiani furono chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica. Con quella decisione referendaria, il popolo optò per la repubblica, e nacque l’Italia così come la conosciamo oggi.
Cosa successe il 2 giugno 1946?
Tra il 2 e 3 giugno del 1946 gli italiani furono chiamati a votare tra due forme di Stato: continuare con la monarchia oppure introdurre la Repubblica. Però prima di conoscere più da vicino i risultati delle urne, è necessario ricordare le tappe che ci hanno portato a questo finale.
L’introduzione della Repubblica avvenne a seguito della Seconda Guerra Mondiale e del crollo del fascismo, avvenuto simbolicamente con l’arresto di Benito Mussolini nel luglio del 1943. Questi due momenti storici legati tra loro fecero emergere nella società italiana l’esigenza di cambiare rotta, a partire dalla forma dello Stato: di fatto la monarchia era messa sotto accusa per la situazione disastrosa in cui il Paese si trovava, in quanto le veniva imputata la decisione di entrare in guerra e l’aver appoggiato il fascismo invece di contrastarlo.
Insomma, il clima nel Paese non era molto favorevole alla conferma della monarchia, ma le divisioni non mancavano: il Nord era a maggioranza repubblicana, mentre il Sud continuava a preferire la forma monarchica.
In questo contesto, la prima data utile da ricordare è quella del 25 giugno 1944, quando il decreto luogotenenziale stabilì che, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, sarebbe stata organizzata una consultazione per scegliere la forma dello Stato.
La seconda data da ricordare è quella del 31 gennaio 1945, quando il Consiglio dei Ministri scelse la via del suffragio universale, aprendo il diritto di voto anche alle donne: fu una vera e propria rivoluzione, e una scelta che permise alle donne di avere un peso determinante nella chiamata alle urne – come vedremo tra poco. Da quel momento ci furono già le prime occasioni di voto per le donne durante alcune elezioni amministrative, in cui vennero eletto anche le prime sindache d’Italia.
Infine la terza data da ricordare è quella del 16 marzo 1946, quando il principe Umberto – in carica dopo che re Vittorio Emanuele III aveva abdicato – decretò l’organizzazione di un referendum istituzionale per scegliere tra repubblica o monarchia.
E così si arriva al 2 e 3 giugno 1946. I risultati vennero comunicati il 10 giugno 1946 (e poi confermati dalla Corte di Cassazione il 18 giugno 1946) e furono decisivi: 12.718.641 voti (54,27%) per la Repubblica, contro i 10.718.502 (45,73%) per la Monarchia. L’affluenza fu altissima: dei 28 milioni aventi diritti di voto, si presentarono alle urne 25 milioni di italiani. In totale votò l’89,08% degli aventi diritto al voto, tra cui 12.998.131 donne contro 11.949.956 uomini. Le donne quindi ebbero un peso importante nella scelta della nuova forma istituzionale da sposare.
Si votò anche per i componenti dell’Assemblea Costituente perché redigessero la Costituzione della Repubblica italiana, e i lavori di tale Costituente iniziarono il 25 giugno 1946. A ottenere la maggioranza relativa dell’Assemblea fu la Democrazia Cristiana con il 35,21%, seguita dal Partito Socialista e il Partito Comunista (che insieme raggiunsero il 39,61%). Tutto ciò decretò anche l’esilio della famiglia Savoia dall’Italia, avvenuta il 13 giugno 1946.
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Il 2 giugno è sempre stato Festa della Repubblica italiana?
Il 2 giugno 1949 fu la prima data in cui si svolse la Festa della Repubblica italiana. Tuttavia dal 1977, con la legge numero 54 del 5 marzo, le celebrazioni vennero spostate ogni prima domenica di giugno. Questa decisione durò fino al 2000, quando la legge numero 336 del 20 novembre ristabilì la festività al 2 giugno.
Il 2 giugno è un giorno festivo in Italia?
Sì, il 2 giugno è un giorno festivo in Italia. Tuttavia, come abbiamo visto precedentemente, non è sempre stato così in quanto dal 1977 al 2000 le celebrazioni erano organizzate ogni prima domenica di giugno. Dal 2001 invece è stata ripristinata la ricorrenza al 2 giugno.
Qual è il significato della Festa della Repubblica?
Celebrare la Festa della Repubblica italiana è fondamentale per diverse ragioni. In primis il passaggio dalla monarchia alla Repubblica, con l’inizio della democrazia italiana. Dunque un avvenimento che ci impone una riflessione sull’identità nazionale, sulla libertà e la partecipazione civica.
Poi, ci sono altri valori da considerare. Ad esempio, la percezione del diritto di voto, non solo come strumento per cambiare le cose, ma anche come accessibile e alla portata di tutti, tanto da avere un peso rilevante per il popolo. Lo abbiamo visto dai dati precedenti: il suffragio universale ha permesso alle donne di giocare un ruolo rilevante nella storia della Repubblica italiana.
Infine questa celebrazione è una vera e propria presa di coscienza sul nostro passato, su non dimenticare ciò che ha portato all’inizio della Repubblica, sugli effetti della Seconda Guerra Mondiale e sul momento buio della nostra storia nazionale segnata dal fascismo.
Quali sono le celebrazioni ufficiali del 2 giugno?
Ogni anno Roma ospita la parata militare ai Fori Imperiali. Le celebrazioni iniziano con l’alzabandiera solenne presso l’Altare della Patria e l’omaggio al Milite Ignoto, al quale viene depositato una corona d’allora dal Presidente della Repubblica insieme alle massime cariche dello Stato.
Successivamente il Presidente riceve i reparti schierati per la tradizionale parata in via di San Gregorio. Questa parata coinvolge tutte le componenti dello Stato. Ci sarà inoltre anche il passaggio nei cieli della Capitale delle Frecce Tricolori della Pattuglia Acrobatica Nazionale.
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