Femminicidi in Italia 2023: quali sono i dati e cosa dice la legge

Redazione:

Nella settimana che ci porta verso il 25 novembre, il tragico caso di Giulia Cecchettin ha riacceso la luce nei confronti del grave e persistente problema dei femminicidi in Italia. C’è l’urgenza di affrontare questo fenomeno complesso, radicato in una violenza di genere e sistemica, oltre a basarsi su ineguaglianze strutturali.

La lotta contro il femminicidio richiede consapevolezza, educazione, prevenzione, supporto alle vittime e rafforzamento dell’impianto legislativo, un percorso che necessita anche di un’approfondita e ampia analisi di dati e statistiche, numeri che inquadrano perfettamente la storia di una strage che sembra inarrestabile.

Quali sono i dati dei femminicidi in Italia?

Dal 2019 l’ISTAT ha iniziato a stimare il numero di femminicidi in Italia attraverso un approccio che segue standard internazionali, seguendo determinati fattori, come movente, ambito dell’omicidio, relazione tra vittima e autore del crimine e database del Ministero dell’Interno. Al momento le statistiche riguardanti i femminicidi del 2023 non sono disponibili, ma possiamo approfondire quelli più recenti.

Nel 2021 l’ISTAT ha segnalato che sono stati commessi 303 omicidi (315 nel 2019, 286 nel 2020), di cui 119 sono le vittime donne. Inoltre le donne uccise in una relazione di coppia o in famiglia sono state 100: il 58,8% per mano di un partner o ex partner (57,8% nel 2020 e 61,3% nel 2019).

Invece Openpolis, citando i dati del Ministero dell’Interno, ha sottolineato che nel 2022 in Italia i casi di omicidio sono stati 319, di cui 125 vittime donne (quasi il 39%). Più nel dettaglio: 140 gli episodi avvenuti in un contesto domestico, di cui 103 hanno colpito le donne (quasi il 74%); i delitti commessi dall'(ex) partner sono 67, 61 con vittime donne (il 91%).

Venendo ai giorni nostri, in base al report del Servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell’Interno, dal 1° gennaio al 12 novembre 2023 sono stati commessi 285 omicidi, con 102 vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare o affettivo (53 delle quali sono state uccise dal partner o ex partner).

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Cosa dice la legge in Italia sui femminicidi?

Tecnicamente parlando, non esiste una legge specifica in Italia che contrasti il femminicidio, ma esistono diversi strumenti di contrasto alla violenza di genere. Esiste effettivamente una normativa ribattezzata “legge su femminicidio” ma, come spiega La legge per tutti, punta a contrastare la violenza di genere in senso ampio, e non solo le uccisioni.

Questa normativa sul femminicidio si riferisce al decreto legge n. 93 del 14 agosto 2013, convertito nella legge n. 119 del 15 ottobre dello stesso anno. Tale normativa non considera diversamente l’omicidio dal femminicidio, cioè non è previsto l’inasprimento della pena nei casi in cui l’omicidio sia ai danni di una donna. Sono previste comunque delle aggravanti penali in alcuni casi:

  • un’aggravante nei casi di reato di stalking nei confronti di una donna in stato di gravidanza e anche nel caso in cui la vittima subisce il reato di stalking da parte di un coniuge, un ex coniuge o qualsiasi altra persona con cui ha, o ha avuto, una relazione affettiva
  • Invece nel caso di reato di violenza sessuale, c’è il medesimo aggravante con pena maggioritaria nei casi di donna in gravidanza o commessa dal coniuge (anche separato o divorziato) o se persiste una relazione affettiva (anche senza convivenza). Viene considerata anche l’età della vittima (soprattutto se è minorenne).
  • Incremento della pena anche per il delitto di minacce.

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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