Per disturbo schizoaffettivo si intende una condizione patologica in cui i sintomi della schizofrenia sono associati a sintomi connessi alla depressione o al disturbo bipolare. Il paziente colpito da disturbo schizoaffettivo vive una condizione borderline in cui alterna momenti di depressione (maniacale o bipolare) e psicosi (con deliri e allucinazioni) per almeno un mese.
In seguito alla fase di acutezza, la persona affetta da disturbo schizoaffettivo continua a manifestare sintomi di squilibrio mentale per almeno due settimane (schizofrenia). Ancora ad oggi non si conoscono precisamente le cause e la cura (nella maggior parte dei casi) è una sintesi di psicoterapie e terapie farmacologiche.
Cos’è il disturbo schizoaffettivo
Il disturbo schizoaffettivo ad oggi è una malattia che ha più ombre che luci. Gli studiosi sono concordi nel definirla una malattia psichiatrica che colpisce chi è già affetto da schizofrenia e che col passare del tempo sviluppa anche disturbi dell’umore.
Questo quadro diagnostico, per essere certificato come tale, deve durare almeno un mese. Episodi sporadici non sono significativi per diagnosticare il disturbo schizoaffettivo, che è una patologia complessa che che vede la sovrapposizione di diversi sintomi. Quando la prima fase è passata il paziente continua ad avere i sintomi schizofrenici per altre due settimane.
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Quali sono le cause del disturbo schizoaffettivo
Le cause del disturbo schizoaffettivo sono da ricercare nella predisposizione genetica di diversi fattori ambientali. Prima di diagnosticare un disturbo del genere, è necessario che i sintomi permangano per un periodo continuativo di almeno 6 mesi.
I medici non sono riusciti a individuare una causa precisa di questo disturbo che può sorgere dal punto di vista genetico oppure a causa di un periodo di stress molto elevato. In quest’ultimo caso, i sintomi compaiono e scompaiono in maniera repentina. Altro discorso invece è se il disturbo è causato dall’abuso di droghe.
Altri sintomi psicotici invece possono essere dovuti a condizioni patologiche particolari: tumore, infezione al cervello o malattia autoimmune. Qui il trattamento deve essere quello indicato per la patologia che provoca tali sintomi. Tra i disturbi psicotici non sono inclusi l’autismo, il disturbo di personalità o la doppia personalità.
Sintomi del disturbo schizoaffettivo
Non è facile diagnosticare i sintomi di un disturbo schizoaffettivo. Di solito sono sintomi che compromettono in modo definitivo la condizione lavorativa e sociale del soggetto. I sintomi hanno una fase acuta e poi sono seguiti da periodi di remissione. I sintomi cambiano se il cliente soffre di depressione o di bipolarismo. Il quadro diagnostico è composto da episodi dell’umore maggiori (che prevalgono nel tipo depressivo) e momenti di schizofrenia (che prevalgono nel tipo bipolare).
Episodi dell’umore maggiori: per almeno due settimane, il soggetto perde interesse in tutti gli ambiti della vita quotidiana. A questo disinteresse possono associarsi variazioni di peso, disturbi del sonno, sensi di colpa, incapacità nel concentrarsi e tendenze suicide. A questo periodo apatico, segue una settimana di euforia inaspettata. L’umore è euforico ed esagerato, a tratti anche inopportuno. All’euforia possono seguire momenti di irritabilità.
Schizofrenia: gli episodi possono durate anche un mese e sono in prevalentemente deliri e allucinazioni. Il soggetto non è in grado di distinguere la realtà dalla fantasia e si convince di credenze o di idee fuori da ogni logica. Al delirio verbale si associa quello visivo: il soggetto afferma di vedere e di sentire cose che in realtà non esistono.
Disturbo schizoaffettivo: diagnosi
La cura cambia a seconda del tipo di disturbo. In caso di disturbo bipolare infatti il soggetto è iperattivo, loquace, disinibito e a tratti incontenibile mentre nel disturbo di tipo depressivo il soggetto ha solo momenti di grave depressione. La diagnosi e la cura del disturbo psicoaffettivo non può essere fatta in maniera sommaria.
L’unico in grado di avviare un percorso terapeutico è il medico psichiatra. Dopo aver interrogato più volte il paziente ed aver ascoltato i familiari, il medico deve cercare di individuare le cause o i fattori scatenanti del disturbo. Per certificare che ci si trovi in presenza di diagnosi di disturbo schizoaffettivo, è necessario che coesistano per un mese disturbi affettivi, disturbi dell’umore e sintomi della schizofrenia. In questa fase, il medico può avvalersi di esami neurologici e test ematochimici.
Come si cura il disturbo
Una volta diagnosticato il disturbo, il medico ha il dovere di redigere un documento terapeutico molto dettagliato. Il percorso di cura infatti tende a coinvolgere l’ambiente familiare. Solitamente, la terapia è la commistione di psicoterapia (fornire al paziente informazioni chiare ed esaustive sulla sua patologia) e cure farmacologiche (farmaci capaci di alleviare i sintomi e stabilizzare l’umore). I farmaci che si usano in questo contesto sono:
- antipsicotici (che aiutano a combattere deliri, paranoia e allucinazioni) come paliperidone, clozapina, risperidone e olanzapina;
- stabilizzatori dell’umore come litio, divalproex, carbamazepina e valproato;
- antidepressivi che aiutano a gestire la disperazione e la tristezza come citalopram, fluoxetina e escitalopram.