Claudio Colica: “La Sindrome di Tourette non è solo parolacce”

Redazione:

Claudio Colica è un nome che, negli ultimi anni, risuona largamente nel mondo social, dai video coi Minimad (famosa la cena di San Valentino) a quelli con Le Coliche (approdati anche in Mediaset con Mai Dire Talk). Qualche giorno fa, però, il ragazzo romano è passato alle cronache per una video-intervista di Vice nella quale risponde ad alcune domande sulla Sindrome di Tourette, da cui è affetto.

Claudio Colica racconta la sua Sindrome di Tourette

Il fatto che l’attore parli della sua condizione, in realtà, non è una novità, visto che in passato aveva realizzato un video dedicato. Tuttavia, ora che il suo è un volto abbastanza noto, la notizia ha ottenuto una risonanza importante. Così lo abbiamo contattato per farci raccontare qualcosa in merito e su come l’attore ‘giochi’ con la Tourette.

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Direi di iniziare con la più classica delle domande, Claudio Colica. Come hai scoperto di avere la Sindrome di Tourette?

“Ho visto chiaramente che c’era qualcosa che non andava in me. Mi sono cominciato a documentare all’inizio su internet con dei professionisti, un paio di neurologi. Leggendo i vari forum, in primis, ho riscontrato l’esperienza di altri che ne soffrivano. Ed è esattamente come la mia. Quindi, inizialmente, me la sono un po’ autodiagnosticata. Che poi non è una cosa che diagnostichi come un tumore”.

Esiste infatti una difficoltà diagnostica importante.

“Anche perché poi, all’interno dello spettro della Tourette, si differenzia molto da persona a persona. Può essere più o meno grave”.

Molto spesso ci si confonde dicendo che ci sono sintomi riguardanti lo spettro autistico.

“C’è un professore, che si chiama dott. Morciano, esperto di autismo, che sostiene che la Tourette faccia parte dello spettro autistico, che abbia molti punti in comune”.

Quali sono le evidenze della Sindrome di Tourette che ti riguardano?

“Io ho vari tic che comprendono più o meno tutto il mio corpo. Poi diciamo che vado a periodi. Alle volte mi concentro un po’ di più sulle spalle, per dire, invece che su tic vocali, gli schiarimenti di gola. Io praticamente ho il reflusso, in continuazione [ride]. Comunque ho una serie di tic vocali e motori, non sono coprolalico, non dico parolacce, per il dispiacere dei miei amici. Dicono ho una Tourette noiosa”.

Altrimenti verresti esibito.

“Sì, altrimenti faceva ridere”.

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Appunto, c’è questa leggenda delle parolacce o, addirittura, delle bestemmie. Cioè, chi ha la Sindrome di Tourette ha sempre questa caratteristica, quando in realtà è una piccola percentuale.

“È una minuscola percentuale di Tourette coprolalici. Ovviamente, giornali e tv vanno a intervistare quelli perché fanno più notizia, fanno più ‘ridere’. Ammettiamolo, il sorriso te lo strappano. Resta comunque una percentuale piccola”.

Mi sembra il 15%.

“Mi pare anche meno”.

Secondo te, quant’è importante scherzare su queste condizioni e non con esse? Certo, sono temi importanti, ma anche per sdoganarli bisognerebbe scherzarci.

“Con me sfondi una porta aperta. A me piace scherzare con tutto, spesso esagero anche. Mi piace il black humor. Penso che la risata sia la medicina e il mezzo più importante ed efficace per affrontare determinati problemi. Poi c’è anche la paraculata che ci scherzo io così gli altri non mi possono prendere in giro [ride]”.

Si crea mai quella situazione in cui gli altri si trovano a disagio con te nel parlare della Sindrome di Tourette?

“Diciamo che dopo che ho fatto l’intervista su Vice, si è abbastanza sdoganata per quanto mi riguarda. La gente ha visto che la prendo in maniera leggera, quindi me ne parla con altrettanta leggerezza. Magari prima c’era molta ignoranza. Mi vedevano in difficoltà con i tic, e non andavano a pensare che avessi la Sindrome di Tourette. Perché c’è questa ignoranza di fondo che ti fa dire: ‘Ma come, hai la Sindrome di Tourette? Ma non dici parolacce’. Una volta stavamo su un set, c’era una truccatrice che mi guardava male. A un certo punto le ho dovuto dire qualcosa. E lei mi ha detto: ‘Meno male che me l’hai detto, perché mi sembravi in astinenza da cocaina’ [ride]”.

Grazie a Vice, è venuto fuori che Claudio Colica ha la Sindrome di Tourette. Che può essere una cartina di tornasole. Quando si parla di Tourette, uno parla sempre della sindrome. Se lo fa un personaggio noto, quello può diventare un volto importante per parlare di quel tema. Per quanto ne pensa Claudio Colica, essere un volto noto di una condizione risulta importante?

“Vabbé, io non è che sono un volto così noto [ride]”.

Però una tua notorietà come Claudio Colica ce l’hai.

“Può essere importante perché può dare una maggiore risonanza al tutto. Se non altro non si pensa subito a ‘Guarda, c’è un disadattato con la Sindrome di Tourette’. Alla fine chi mi vede, chi mi conosce, sa che comunque sono uno che fa tante cose. Sono riuscito a raggiungere una piccola comunità sul web. C’è quella cosa in più che ti fa dire: ‘Ah, è una persona normale, non è un reietto, che non vive bene, che non se la campa bene’. Non per dire che chi non è famoso è un reietto, eh”.

Rischiamo di creare il precedente.

“Eh, infatti [ride]. Quando uno ha quella cosa in più, è conosciuto come persona che fa tante cose, che conduce una vita normale”.

Quando si ha una determinata condizione, il problema non nasce tanto da noi stessi, ma dagli altri che ti fanno pensare che tu abbia un problema. Cioè che la Sindrome di Tourette sia un problema per la qualità della vita. Nell’esperienza di Claudio Colica, c’è mai qualcuno che ha fatto pensare questa cosa?

“Diciamo che io lo penso [ride]. Penso che la mia vita potrebbe essere migliore senza la sindrome. Perché comunque dei disagi te li porta. Cioè, ogni tot ho dei dolori, comunque quando entro in posto e ci sto per un determinato tempo comincio a stourettare. La gente comincia a guardarti male, eventi imbarazzanti ce ne sono. È un po’ un disagio, diciamo che non è bello. Ma ti porta anche tante cose fighe. Per esempio, i tourettici sono molto creativi. Lavorano quasi tutti nel mondo dell’arte, dello spettacolo, della musica”.

Hai mai pensato di portare questo tema in uno dei video che fai con Le Coliche e i Minimad?

“Un video già c’è. Non è andato benissimo, non l’hanno visto tutti. È di vari anni fa. Poi c’è un mio progettone, tutto basato sulla Sindrome di Tourette. Però non dico nulla”.

Oltre a quello delle parolacce, ci sono altri miti da sfatare?

“Si dice sempre che il tourettico è un pazzo, un disturbato psicologicamente. Ma non è così. Sono persone normalissime che hanno dei tic. C’è chi pensa anche che siano pericolosi, dei criminali. C’è anche questo da sfatare”.

C’è da dire che utilizzi la Tourette anche come scusa per qualsiasi cosa che succede.

“Sì [ride]. Sono molto maldestro, a prescindere dalla Tourette”.

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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