La storia della disabilità

La storia della disabilità un percorso che parte da molto lontano, e abbraccia diverse epoche storiche.

La storia della disabilità e le parole di Lucio Seneca

“Soffochiamo i nati mostruosi, anche se fossero nostri figli. Se sono venuti al mondo deformi o minorati dovremo annegarli. Ma non per cattiveria. Ma perché è ragionevole separare esseri umani sani da quelli inutili…”.

Così scriveva Lucio Seneca, filosofo. Questo era il “ragionevole” modo di comportarsi degli antichi greci e dei romani. Anche Platone prefigura la necessità di una selezione preventiva tra genitori in modo che i figli nati dalla loro unione siano sani e coraggiosi. 

Di fatto si incoraggiava già all’epoca una avvilente selezione della specie. Anche coloro che, pur in assenza di visibili deformità, con il crescere dimostravano anomalie come la sordità e il mutismo, erano considerati incompatibili con la vita.

La disabilità nell’antica Roma

Stesso trattamento veniva riservato ai legionari che tornavano nell’antica Roma con il corpo gravemente ferito o mutilato: grandi onori per lui e la famiglia, ma la sorte che l’attendeva era l’emarginazione o l’abbandono.

Il Cristianesimo e la disabilità

Il cristianesimo cambia il corso di questa tragica storia. È l’avvento della pietà, della difesa degli infelici, della protezione dei più deboli e malati. Una folla di storpi, paralitici, lebbrosi, ciechi e di derelitti seguivano Gesù di Nazareth. “Abbi pietà di noi”, supplicavano. Gesù vede infatti nell’uomo la sua sofferenza, e non l’inutilità o la ripugnanza. Sono tutti figli di Dio.

Ma poi il percorso storico del cristianesimo inciampa in papi come San Gregorio Magno che non ha difficoltà nel dichiarare una sua convinzione: “Una anima sana non troverà albergo in una dimora malata…!”. Ma ciò che dice quel papa non stupisce più di tanto: quelle deformità, quelle disabilità, quelle menomazioni suscitano paura e sentimenti di orrore condiviso tra la ignoranza e le credenze della povera gente.

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La storia della disabilità nel Medioevo

Nel medioevo le donne che generavano esseri deformi o mostruosi erano accusate di avere avuto rapporti carnali col diavolo, e per questo perseguitate e a volte uccise. Le povere creature venivano derise e oltraggiate, la loro deformità mostrata nelle piazze.

Nel 15° secolo il territorio tedesco offriva i suoi grandi fiumi per organizzare “le navi dei folli”. Imbarcazioni cariche di dementi o minorati fisici che in un punto del loro percorso si accostavano a rive deserte per “scaricare”, nel vero senso della parola, questa massa di persone infelici ed inabili, abbandonandole al loro triste destino.

La storia della disabilità e le nuove malattie

L’epoca dei grandi viaggi e la scoperta di nuove terre importa nel nostro continente malattie orrende e deformanti, come la lebbra e la sifilide. Malattie che producevano elevati livelli di disabilità. Siamo nel Cinquecento e le cure praticate da medici e ciarlatani dell’epoca erano non solo inutili ma totalmente inefficaci.

Nel frattempo la Chiesa ripristina e recupera la sua autentica vocazione cristiana fatta di carità ed amore per i più deboli e sofferenti. I lebbrosi vengono ricoverati in strutture apposite, così come altri malati vengono lentamente tolti dalle strade.

Nelle Corti d’Europa affiora la presenza delle persone colpite da nanismo. La loro infermità rappresenta motivo di divertimento per Signori e Dignitari. Se non altro erano ben nutriti vezzeggiati e al caldo. Molti quadri d’epoca testimoniano la loro presenza.

Intorno al 1600 i malati di mente vengono tolti dal fastidio quotidiano nelle strade con la convinzione che guarire i folli sia una impresa impossibile. Si comincia ad adattare vecchie costruzioni a manicomi, lontano dall’abitato e ben recintati: una forma di internamento, di clausura a vita.

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Il Settecento: il disabile come un malato

Con l’Illuminismo si comincia a ragionare. Siamo nel Settecento. Il malato viene considerato per quello che è: una persona che soffre. E con la sofferenza cominciano gli studi per provare ad alleviarla. Si studia il funzionamento del corpo, aumenta la conoscenza delle malattie. Si osserva per capire e cercare di curare.

Nel 1749 il filosofo francese Diderot viene carcerato per aver diffuso idee troppo avanzate all’epoca, e per aver divulgato la famosa  “Lettera sui ciechi e ad uso di coloro che ci vedono”. Erano riflessioni sul concetto di “normalità”. Tre mesi di galera e torna libero.

Storia della disabilità: l’Ottocento

La rivoluzione industriale dell’Ottocento spazza via tanti pregiudizi. Al centro dell’interesse c’è ora la macchina e le sue capacità produttive. La medicina comincia a fare passi importanti: cerca di curare, raddrizzare, rieducare. L’evoluzione della scienza apre nuove prospettive attraverso la chimica e con l’aiuto di nuovi strumenti di indagine.

La Germania nazista e l’Aktion T4

Ma è tempo di guerre e tra feriti e mutilati c’è molto da fare. Soprattutto in Europa. Nei confronti dei disabili il fuoco è sempre acceso sotto la cenere. L’olocausto nazista comincia proprio con l’eliminazione fisica delle persone con disabilità, incompatibili con il culto della razza che il regime enfatizza. Il folle progetto messo in atto si chiamava AKTION T4

Si calcola che circa 70 mila disabili vennero sterminati per ordine di Hitler che considerava quelle dei disabili vite indegne di essere vissute, e cancellando così duemila anni di storia.  La follia è al potere. È forse il periodo più buio della vita recente.

I conti che vengono fatti alla fine della Seconda Guerra Mondiale sono allucinanti: 55 milioni di morti, 24 milioni di feriti e mutilati militari, 35 milioni di feriti e invalidi civili. Uomini, donne, bambini. Difficile commentare questi numeri.

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La disabilità e lo sport: Stoke Mandeville

Sono passati quasi 70 anni e dobbiamo riconoscere che la situazione è notevolmente migliorata. Ma dopo quanto successo è bene tenere sempre il radar acceso su fenomeni che è meglio prevenire e non dimenticare.

L’inserimento delle persone con handicap diversi nella vita normale, e nello sport in particolare, è relativamente recente. Persone colpite da paralisi spinali traumatiche sono state le prime a praticare attività sportive grazie alla dedizione di Sir Ludwig Guttman, un neurochirurgo inglese, responsabile di un centro di riabilitazione motoria nel villaggio di Stoke Mandeville. 

Questo Centro diventò operativo alla fine della seconda Guerra Mondiale. E infatti arrivarono qui i primi soldati britannici portatori di lesioni per cause belliche. E fu qui che il dottor Guttman ebbe l’intuizione e il merito di introdurre la pratica sportiva tra i portatori di handicap come strumento di recupero sia fisico che mentale: uomini o donne che fossero.

Grazie allo sport, i pazienti paraplegici cominciarono e sviluppare e rafforzare il loro fisico, ma soprattutto a superare le forti depressioni di cui pativano. Un eccellente modo per recuperare e ritrovare interesse alla la vita di relazione. E fu proprio qui, in questo villaggio a nord di Londra che nel 1948 ebbero inizio i primi giochi di Stoke Mandeville, diventati in seguito le attuali Paralimpiadi.

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La storia della disabilità e le prime Paralimpiadi

Vi mostriamo alcune immagini delle Paralimpiadi che si tennero a Roma nel 1960, un documento di storia sportiva e di costume che vale assolutamente la pena di vedere.

Circa 400 invalidi di 22 nazioni rappresentanti i 5 continenti sono convenuti nella città eterna. L’arrivo della squadra inglese è stato particolarmente commovente per il caloroso e fraterno saluto fra il Dott. Guttmann e il Dott. Maglio. Particolarmente ammirato è stato il pullman del Centro Paraplegici di Ostia, dotato di elevatore automatico per carrozzelle.

La cerimonia di apertura comincia con la sfilata di tutte le squadre partecipanti: preceduta dalla bandiera dei giochi, apre la sfilata la squadra inglese, quale nazione fondatrice dei Giochi. Chiude la sfilata per dovere di ospitalità la rappresentativa italiana.

Le gare dureranno 6 giorni: la prima giornata comprende scherma, sciabola individuale per uomini e fioretto per onne, torneo di biliardo, snooker e pallacanestro.

Nella terza giornata hanno inizio le gare dei lanci, proseguono i tornei di pallacanestro e tiro con l’arco. Nei 50mt stile libero il nostro Santini si classifica primo con il tempo di 38.4, il nuovo primato olimpico della specialità. Alle gare ha presenziato Donna Carla Gronchi.

Storia della disabilità la Convenzione dell’ONU

Dopo tante sofferenze e umiliazioni patite nel corso dei secoli le persone disabili stanno recuperando i loro diritti, sottratti per così tanto tempo. L’Assemblea delle Nazioni Unite, nel dicembre del 2006, approva la Convenzione sui diritti delle persone disabili

“Promuovere, proteggere e garantire il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone disabili, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità”. Così comincia il primo dei 5 articoli che compongono la Convenzione dell’ONU, ratificata dal Parlamento Italiano, e dal 24 febbraio 2009 legge dello Stato.

Redazione - Ability Channel
Dal 2011 la redazione di Ability Channel tiene informati i suoi lettori su tutto ciò che riguarda il mondo della disabilità: partendo dalle patologie, passando per le attività di enti ed associazioni, fino ad arrivare a raccontarne la spettacolarità sportiva paralimpica. Ability Channel è l'approccio positivo alla disabilità, una risorsa fondamentale della nostra società.

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