Valentina Tomirotti: “Discriminata sia al concerto sia dalla sentenza”

Redazione:

Lo scorso 19 maggio il nome di Valentina Tomirotti è tornato in auge per una sentenza che riguarda il tema dei disabili ai concerti. La nota blogger e scrittrice con dispasia diastrofica, infatti, si era recata il 29 settembre 2019 ad assistere al concerto di Coez presso l’Arena di Verona. Tuttavia, il posto a lei assegnato non le ha permesso di godere pienamente dell’esibizione, a causa di un’ingente mole di persone di fronte a lei.

Valentina Tomirotti e il concerto di Coez: l’inizio della procedura processuale

Valentina Tomirotti ha poi fatto appello al Tribunale di Mantova per chiedere il riconoscimento del danno contro Arena di Verona, Fondazione Arena di Verona e Vivo Concerti. L’istanza, però, è stata rigettata: secondo il giudice, il fatto non sussiste in quanto la donna ha ascoltato e visto il concerto anche grazie all’ausilio dei maxischermi. Ora Valentina Tomirotti dovrà pagare le spese processuali: soldi che, però, lei non ha.

Valentina Tomirotti, la sentenza la condanna: cos’ha detto il Tribunale di Mantova?

Il contenzioso è stato gestito dalla seconda sezione civile del Tribunale di Mantova e, in data 19 maggio 2020, l’istanza ha dato torto a Valentina.

Come si può leggere nel documento, infatti, una delle ragioni del rigetto riguarda la zona adibita alla fruizione del concerto, “frutto di una attenta analisi della conformazione dell’immobile al fine di individuare il luogo che meglio tutelasse le esigenze di sicurezza dei fruitori con mobilità ridotta”. Un’analisi che tiene conto de “bilanciamento tra i contrapposti interessi (sicurezza contro diritto alla partecipazione ad eventi ludici)”, su cui “non vi è dubbio che debba prevalere quella della sicurezza”.

Inoltre, la sentenza specifica che per godere del concerto devono essere garantite le esperienze “uditiva” e “visiva“. Nel primo caso, “nulla deduce sul fatto che (Valentina Tomirotti, ndr) invece abbia o meno potuto ‘sentire’ regolarmente l’evento musicale”. Mentre, per la parte visiva, c’erano “molteplici maxischermi che proiettavano le immagini dell’artista che si esibiva sul palco”. Per il giudice, quindi, non c’è discriminazione.

la visuale di valentina tomirotti durante il concerto di coez
La postazione di Valentina Tomirotti durante il concerto di Coez all’Arena di Verona (fonte foto: valentinatomirotti.it)

Valentina Tomirotti: “Si è persa di vista la Carta dell’Onu sui disabili”

Qualche giorno dopo la sentenza, abbiamo chiamato Valentina Tomirotti per farci dare un suo commento sulla vicenda. La donna ci ha raccontato che “l’Arena di Verona ha i posti disabili dislocati nella platea, in mezzo alle persone. Quindi, per al questione sicurezza, “sono allo stesso livello delle altre persone. Stando al loro piano di sicurezza, io ero al posto giusto”.

In quel posto, però, Valentina non ha potuto godere pienamente dello spettacolo: “Le persone si sono alzate tutte in piedi di fronte a me, circa mille, non vedevo nulla”. Il giudice, però, non è dello stesso avviso. Adesso Valentina è costretta a pagare le spese processuali alla controparte (mentre lei era seguita dall’avvocato dell’Associazione Luca Coscioni).

“La cifra (delle spese processuali, ndr) non è stata ancora dichiarata – ci spiega -. In linea di massima, dovrebbero essere 5 mila euro”. Soldi che lei non ha. “Al momento ho attivo una raccolta fondi per farmi aiutare. Se ne arrivano di più, mi piacerebbe istituire un fondo per chi subisce le stesse problematiche e non trova il giusto aiuto”.

Le chiediamo se c’è qualcosa che è stato dimenticato durante il processo. “Si è persa di vista la Carta Internazionale dei diritti delle persone con disabilità“, ci risponde. “Quella dell’ONU del 2006. All’articolo 3 c’è scritto che le persone disabili devono essere messe nelle condizioni di non essere discriminate. Io, sia col fatto che con la sentenza, mi sono sentita discriminata“.

A oggi, il cantante Coez non ha commentato la vicenda. Ovviamente, lui non ha nulla a che vedere con questa storia, ma per Valentina è importante avere un suo riscontro. “Ho provato a contattarlo in tutti i modi, ma niente”.

Perciò, cosa servirebbe per stemperare storie di questo tipo? “Mi piacerebbe uscire con un manifesto nuovo sull’inclusione, una sorta di tavolo tecnico dove ci sono gli organizzatori e le strutture per trovare una reale soluzione a farci godere lo spettacolo come gli altri. Piccola parentesi: io, il biglietto, l’ho pagato”.

Fonte immagine in evidenza: valentinatomirotti.it

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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