Cosa sapere su Temu e perché si parla tanto di questo e-commerce?

Redazione:

Da diversi giorni non si fa altro che parlare di Temu, un nuovo e-commerce cinese di proprietà della società digitale cinese PDD Holdings, noto anche come “l’altro Shein“, in quanto ne condivide alcuni aspetti peculiari, come prezzi bassissimi e pubblicità online aggressiva. Come accaduto per Shein però, adesso Temu è sotto l’occhio del ciclone.

Che cos’è Temu?

Temu è il nuovo e-commerce “fast fashion”, con l’icona arancione, della società digitale cinese PDD Holdings, proprietaria tra l’altro di Pinduoduo, un altro famoso e-commerce molto diffuso in Cina, bloccato però a marzo da Google perché, come ricostruisce Il Post, aveva riscontrato la presenza di malware, programmi creati per danneggiare dispositivi o violarne la sicurezza. Temu non è altro che la trasposizione occidentale di Pinduoduo.

Le sue caratteristiche sono essenzialmente simili a quelle di Shein, altro grande e-commerce digitale (aspramente criticato a seguito del documentario “Inside the Shein Machine: UNTOLD“, in cui viene denunciato un profondo sfruttamento dei lavoratori): prezzi molto bassi e fortemente scontati per un periodo limitato di tempo, pubblicità online molto aggressive, catalogo molto ricco e variegato, contatto diretto tra venditore e acquirente e collaborazioni con influencer per la promozione del marchio e dei prodotti annessi.

Anche se ne sentiamo parlare da poco, la crescita di questo e-commerce è stata lenta, partita dall’autunno 2022 negli Stati Uniti, arrivando poi fino in Europa: nell’aprile 2023 è sbarcata in Belgio, Francia, Regno Unito e Germania, ma adesso la troviamo anche in Italia, Portogallo, Austria, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Slovacchia, Paesi Bassi, Polonia e Svezia. Nel maggio 2023 la stessa PDD Holdings ha spostato la propria sede da Shanghai a Dublino.

In base ai dati raccolti da Wired, l’atterraggio di Temu in Occidente, accompagnato dallo slogan “fare acquisti come un miliardario”, avrebbe generato utili incredibili: nel secondo trimestre è stato segnalato un fatturato di 52,3 miliardi di yuan (7,2 miliardi di dollari), mentre l’utile netto è arrivato a 13,1 miliardi di yuan.

Temu e i dubbi su privacy e sicurezza

A marzo 2023 Google ha bloccato Pinduoduo in quanto conterrebbe malware capaci di eludere e violare la sicurezza degli smartphone. Un dibattito che adesso sta coinvolgendo anche Temu. Tutto è iniziato con un’inchiesta di POLITICO, la quale ha parlato di “pratiche oscure in materia di privacy e sicurezza informativa dell’app”, che hanno attenzionato i funzionari della sicurezza, anche per il potenziale accesso ai dati da parte del governo di Pechino.

“Le app raccolgono montagne e montagne di dati su tutti noi – ha affermato Lindsay Gorman, capo del team di tecnologia e geopolitica del think tank German Marshall Fund (GMF) -, e cosa succede quando tali dati cadono nelle mani di un governo autoritario la cui sicurezza nazionale e i cui interessi economici sono spesso in conflitto con quelli dell’Occidente?” .

Uno dei primi scogli per la diffusione dell’e-commerce su scala planetaria fu Apple, che rimandò a lungo la pubblicazione dell’app all’interno del proprio store – arrivata poi nel luglio 2023. Rispondendo ad alcune domande della redazione di POLITICO, la società della mela morsicata ha affermato che l’app cinese aveva “precedentemente violato le norme obbligatorie sulla privacy dell’azienda“, oltre ad aver scoperto che “ha ingannato le persone su come utilizza i loro dati”. Inoltre, sempre come si legge su POLITICO, “Temu non consente agli utenti di scegliere di non essere tracciati su Internet”.

Tra le altre cose, in un rapporto sulle piattaforme cinesi di “fast fashion” dell’aprile 2023, la Commissione di revisione economica e di sicurezza USA-Cina ha accusato Temu e Shein di rappresentare “possibili rischi per i dati”.

Attualmente però non ci sono indagini formali in Europa su Temu, e la stessa azienda ha scelto di non rispondere a una richiesta d’intervista di POLITICO. Infine c’è da segnalare che Temu e Shein sono in causa tra loro, in quanto il nuovo e-commerce sostiene che la rivale abbia violato leggi anti-trust cercando di impedire accordi con produttori di abbigliamento. Dal canto suo, Shein ha citato in giudizio Temu con l’accusa di violazione di marchi e copyright e di “pratiche commerciali false e ingannevoli”, come riporta Wired.

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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