La pandemia da Covid lascerà numerosi strascichi con cui dovremo fare i conti, a cominciare dal Long Covid. Conosciuta anche come Sindrome Post Covid, questa condizione rientra nei Long-Haulers, un termine che definisce gli individui che sono caratterizzati da sintomi sviluppati o segni persistenti che durano a seguito di un’iniziale infezione virale.
Già durante il primo anno di pandemia abbiamo imparato che i tempi di recupero da un’infezione da Covid sono variabili da paziente a paziente: c’è chi ha passato addirittura diverse settimane in quarantena o ricoverato, per fare un esempio. Oggi conosciamo un po’ di più la natura della Sars-CoV-2, e quindi possiamo avere più nozioni riguardo al Long Covid.
Cosa significa Sindrome da Long Covid?
Nell’ottobre 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’esistenza del Long Covid, specificando che si tratta di una condizione che si verifica “in individui con una storia di probabile o confermata infezione da Sars-CoV-2, di solito a 3 mesi di distanza dall’inizio del Covid-19 con sintomi che durano per almeno 2 mesi e non possono essere spiegati da una diagnosi alternativa”. In sostanza, nei casi sopracitati i sintomi possono durare molto a lungo, causando una lunga convalescenza.
Quali sono i sintomi del Long Covid?
Preso atto del fatto che i segni possono durare in media 2 mesi, cerchiamo di capire quali sono. Sappiamo che possono combinarsi tra loro, possono cambiare nel tempo, ancora non li conosciamo tutti (secondo l’OMS sono circa 200, dato aggiornato a luglio 2021) e possono riguardare qualsiasi organo, apparato e sistema dell’organismo. L’elenco aggiornato (come diffuso dal CDC e dall’NHS) è il seguente:
- febbre (anche intermittente);
- stanchezza e affaticamento;
- fiato corto;
- dolore toracico;
- palpitazioni;
- alterazione gusto e olfatto;
- eruzioni cutanee;
- depressione e ansia;
- acufene;
- vista annebbiata;
- occhi secchi;
- tremori;
- irritabilità;
- formicolio;
- insonnia;
- diarrea;
- dolori articolari e muscolari;
- problemi alla memoria o di concentrazione;
- disfunzione cognitiva;
- vertigini.
Long Covid nei bambini e negli adolescenti
Uno studio condotto dai pediatri della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, e pubblicato nell’aprile 2021 su Acta Paediatrica, ha dimostrato che il Long Covid è una condizione che riguarda anche i bambini. La ricerca ha coinvolto 129 ragazzi e bambini con età media di 11 anni, e con diagnosi di Covid avuta tra marzo e novembre 2020. La ricerca ha analizzato i casi in diverse fasce temporali di distanza dall’avvenuta diagnosi, scoprendo che:
- 20 bambini su 30 (66,6%) valutati tra 60 e 120 giorni dopo la diagnosi di Covid avevano almeno un sintomo persistente (13 avevano uno o due sintomi, sette ne avevano tre o più);
- 35 bambini su 68 (27,1%) avevano almeno un sintomo 120 giorni o più dopo la diagnosi (21 avevano uno o due sintomi, 14 ne avevano tre o più);
- 29 dei 68 (42,6%) bambini valutati dopo 120 giorni o più dalla diagnosi erano ancora afflitti da questi sintomi.
Tra i sintomi di Long Covid maggiormente riscontranti – particolarmente frequenti a distanza di 2 mesi dalla diagnosi di Covid – troviamo l’insonnia (18,6%), la persistenza di sintomi respiratori (14,7%), la congestione nasale (12,4%), la fatigue (10,8%), dolori muscolari (10,1%) e alle articolazioni (6,9%) e difficoltà di concentrazione (10,1%). Insomma, anche nei bambini possono essere riscontrati sintomi simili a quelli visti negli adulti.
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Diagnosi del Long Covid
Il primo indicatore per diagnosticare la condizione è che, trascorsi due mesi dall’infezione da Sars-CoV-2, i sintomi permangono. Tenendo conto che i segni sono variegati e facilmente sovrapponibili con altre malattie, il medico dovrà valutare una serie di elementi per una diagnosi clinica precisa (come specificato dall’Istituto Superiore di Sanità):
- storia di COVID-19 acuto (sospetto o confermato);
- natura e gravità dei sintomi precedenti e attuali;
- tempistica e durata dei sintomi dall’inizio del COVID-19 acuto;
- storia di altre condizioni di salute;
- trattamento farmacologico attuale e pregresso;
- valutazione dei segni e sintomi specifici di Long-COVID;
- valutazione dell’impatto psicologico del COVID-19 e del Long-COVID, con particolare attenzione alla comparsa di sintomi di ansia, depressione e all’isolamento sociale;
- valutazione dell’impatto del COVID-19 e del Long-COVID sugli aspetti nutrizionali, le modifiche del peso corporeo e la perdita di interesse nel mangiare e nel bere, in particolare nelle persone anziane;
- valutazione della presenza di nuovi sintomi cognitivi o annebbiamento cerebrale (“brain fog“), utilizzando uno strumento di screening validato per valutare lo stato cognitivo.
Quali sono le cause del Long Covid?
Al momento non vi è certezza su cosa scateni questa sindrome. Il dettaglio finora riconosciuto – ma si tratta ancora di una ipotesi – riguarda la risposta anomala del sistema immunitario: quest’ultimo infatti continua a combattere contro la Sars-CoV-2 anche se l’infezione non è più in atto, causando così una risposta infiammatoria intensificata (e quindi danni all’organismo).
Inoltre, vale la pena sottolineare che il Long Covid può colpire qualsiasi paziente, senza differenza di genere ed età. Ovviamente ci sono pazienti che sono più suscettibili alla sindrome, come anziani, donne di età inferiore ai 60 anni, persone in sovrappeso, chi ha l’abitudine di fumare, chi ha la pressione alta, chi presenta il diabete e chi è stato ricoverato in ospedale per una forma grave di Covid.
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Quanto dura il Long Covid?
È ancora presto per poter asserire la durata precisa della sindrome, ancora ne sappiamo poco. Basti pensare che l’elenco dei sintomi può essere aggiornato con nuove voci in qualsiasi momento. Insomma, non esiste una risposta certa, ma possiamo fare sicuramente una stima: la forbisce si espande da qualche settimana a diversi mesi. Ci sono casi rari in cui può durare anche un anno.
Come curare il Long Covid
Attualmente non esiste nessuna terapia che possa curare il Long Covid. Come sempre inoltre, ogni condizione viene affrontata dal personale sanitario in base alla storia clinica della persona. Comunque, a livello generale, sono utili alcuni esami, come la radiografia del torace o verificare la pressione del sangue.
La possibilità di prevenire il Long Covid c’è, e si chiama vaccino. Inoltre è bene mantenere le pratiche ormai note: indossare la mascherina contro il Coronavirus, lavarsi spesso le mani e mantenere il distanziamento di almeno un metro dalle altre persone.
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