Morbo di Lou Gehrig o SLA: scopriamo cos’è, cause e cure

Redazione:

Il morbo di Gehrig (comunemente detto SLA) è una malattia invalidante che porta alla morte entro qualche anno. Di fatto, non esiste una cura la SLA: è una malattia che si può soltanto arginare o contrastare con cure palliative, ma non si può in alcun modo sconfiggere. Il primo a farne le spese fu proprio Henry Louis Gehrig, il più grande giocatore di baseball di tutti i tempi.

Cos’è il morbo di Gehrig?

Solitamente, la malattia prende il nome dal medico che l’ha scoperta (che in questo caso è Charcot nel 1874). In questo caso è diverso: prende il nome da Henry Louis Gehrig, il più famoso giocatore di baseball in tutta la storia della Major League (la lega americana dei professionisti). Giocò per tutta la vita con una delle maglie più blasonate, quella dei New York Yankees e stabilì un record che è stato battuto soltanto nel 1995: giocare per 2.130 partite consecutive con la stessa maglia dal 1923 al 1939.

Un giocatore fantastico, che fu colpito da un morbo (che si scoprì essere la sclerosi laterale amiotrofica) e morì pochi giorni prima del suo trentottesimo compleanno. La sclerosi laterale amiotrofica non lascia scampo: provoca un deterioramento lento e inesorabile delle cellule nervose e si associa una totale perdita del controllo dei muscoli volontari. Nei casi più gravi, provoca violente crisi respiratorie che possono portare anche alla morte improvvisa per arresto cardiaco.

Leggi anche: Rallentare il declino dei muscoli nella SLA

Le cause del morbo di Lou Gehrig

A distanza di anni dalla sua comparsa, gli scienziati non si sono ancora sbilanciati sulle cause della sclerosi laterale amiotrofica. Solo un recente studio pubblicato dalla Northwestern University ha individuato una delle possibili cause in quel meccanismo di pulizia delle cellule che si attiva quando è necessario eliminare le proteine danneggiate o non assemblate bene. Da questa ricerca emerge che in caso di malfunzionamento di questo processo, le proteine si aggregano all’interno delle cellule nervose e contribuiscono alla distruzione.

Siamo ancora in fase sperimentale e questi dati dovranno essere verificati. Ad ogni modo è un primo passo per scoprirne di più su questa malattia invalidante che colpisce i motoneuroni (sia quelli superiori sia quelli inferiori) e paralizza gradualmente i muscoli.

Altri ricercatori invece stanno focalizzando le ricerche sui mitocondri, ovvero sugli organuli cellulari produttori di energia e sugli assoni, i filamenti che collegano i nervi alle cellule muscolari e trasmettono gli impulsi che determinano il movimento.

Leggi anche: SLA e colesterolo cattivo: c’è correlazione genetica

le cause del Morbo di Gehrig

Differenza tra SLA e sclerosi multipla

Nell’immaginario collettivo, chiamandosi entrambe sclerosi, le due malattie (sclerosi multipla e SLA) vengono paragonate. In questo accostamento però non c’è nulla di veritiero. La differenza tra SLA e sclerosi multipla è notevole, anche sono entrambe malattie neurologiche e condividono il termine sclerosi.

Sono diverse le parti del sistema nervoso danneggiato, non coincidono in alcun modo le cause e c’è una differenza abissale in termini di aspettativa di vita. La SLA è una malattia neurologica legata a un malfunzionamento dei motoneuroni, le cellule del midollo spinale (anche detti neuroni del movimento) che hanno il compito di trasmettere gli impulsi a tutto il sistema nervoso. Se il motoneurone non svolge il suo dovere, azioni come muoversi o prendere un oggetto con una mano possono diventare imprese titaniche.

La sclerosi multipla invece è una malattia meno invalidante e consiste nella perdita della guaina mielinica che protegge le fibre nervose. Questo può avvenire in qualsiasi parte del sistema nervoso centrale. La sclerosi ha una incidenza maggiore rispetto alla SLA (colpisce dieci volte di più) ma è meno letale. Ad oggi infatti, i medici sono concordi nell’affermare che non si muore di sola sclerosi multipla. Sia chiaro, è un male incurabile e cronico con cui si è costretti a convivere per tutta la vita (è una delle malattie del motoneurone) ma l’aspettativa di vita è pressoché simile ai soggetti sani.

La grande differenza sta poi nelle cure. Per la sclerosi laterale amiotrofica, non c’è alcuna soluzione: in pochi anni (massimo tre) la malattia giunge al suo stadio terminale e minaccia la sopravvivenza ogni giorno. I farmaci utilizzati qui sono palliativi per alleviare le sofferenze del malato. La sclerosi multipla invece si può contrastare in maniera efficace e per scongiurare le recidive, i medici mettono in pratica trattamenti personalizzati che nella maggior parte dei casi hanno effetti migliorativi sulla qualità della vita dei soggetti colpiti.

Leggi anche: Paolo Palumbo e il viaggio a Gerusalemme (cancellato) contro la SLA: intervista e aggiornamenti sulla vicenda

differenza tra sla e sclerosi multipla

Morbo di Gerhig, calcio e aminoacidi ramificati

Il rapporto fra i calciatori e SLA è sempre al centro dell’attenzione. In Italia infatti ha fatto molto scalpore gli scorsi anni la morte di due calciatori, Gianluca Signorini e Stefano Borgonovo, entrambi deceduti giovanissimi a causa della SLA. L’elenco però non si ferma a loro due: sono 45 i calciatori italiani che negli ultimi anni si sono ammalati di SLA. Un numero così elevato che alcuni hanno anche azzardato (senza alcuna prova scientifica) che la SLA possa essere diventata la nuova malattia professionale del calcio.

Questa affermazione non ha alcun fondamento scientifico, ad ogni modo il numero di calciatori deceduti per SLA ci porta a fare qualche riflessione in merito agli integratori alimentari. La magistratura infatti ha aperto un’inchiesta (ancora in corso) per indagare un possibile legame tra l’assunzione di aminoacidi ramificati e la SLA. L’assunzione smodata di questi integratori infatti potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella degenerazione neuronale. La moglie di Nicola Loprieno, uno degli ultimi calciatori colpiti da SLA, è convinta invece che suo marito abbia sviluppato la SLA per colpa dei pesticidi usati per trattare i terreni erbosi.

Ad oggi non si è ancora a arrivato a dimostrare in maniera inequivocabile che l’abuso di aminoacidi e integratori possa essere la miccia da cui scaturisce il morbo di Gehrig: alcuni studi hanno soltanto confermato che le cellule nervose esposte a grandi quantità di aminoacidi ramificati possono sviluppare proprietà simili a quelle affette da SLA.

Gli integratori quindi sono ancora in commercio e vengono venduti liberamente, ma è consigliabile farne un uso diligente. I casi di calciatori colpiti da SLA infatti sono 143 ogni 100 mila persone, mentre i casi fra le persone “normali” sono 6. La SLA nel calcio colpisce con una forza superiore di ben 23 volte, non può essere un semplice caso.

Leggi anche: SLA e Serie A, i calciatori si ammalano di più e prima

Angelo Dino Surano
Giornalista, addetto stampa e web copywriter con una passione particolare per le storie di successo. Esperto in scrittura vincente e comunicazione digitale, è innamorato della parola e delle sue innumerevoli sfaccettature dal 1983. La vita gli ha messo davanti sfide titaniche e lui ha risposto con le sue armi più potenti: resilienza e spirito di abnegazione. Secondo la sua forma mentis, il contenuto migliore è quello che deve ancora scrivere.

ARTICOLI CORRELATI

Resta aggiornato

Riceverai nella tua e-mail tutti gli aggiornamenti sul mondo di Ability Channel.