Monica Boggioni e le Paralimpiadi: “Magia dello sport a livello estremo”

Monica Boggioni è tornata dalle Paralimpiadi di Tokyo 2020 con 3 medaglie di bronzo appese al collo ottenute nel nuoto paralimpico. I Giochi paralimpici sembrano la realizzazione di un sogno, soprattutto dopo la pandemia da Coronavirus, le restrizioni e la privazione di tante libertà. Anche lei è fra gli atleti che ci hanno restituito un’annata colma di risultati eccezionali per lo sport italiano. È proprio fra europei di calcio, pallavolo, ori olimpici e paralimpici, che sbocciano i sogni di giovani intraprendenti come lei.

“Un evento come la Paralimpiade è diverso da tutti gli altri – ammette nella nostra intervista -. È diverso da un Europeo, è diverso da un Mondiale, è la magia dello sport portato ad un livello estremo. Ti regala la cosa più bella: la fame. La fame di adrenalina e la fame di capire che è solo l’inizio di un percorso bellissimo da poter sempre migliorare”.

Vale la pena ricordare che il nuoto ha conquistato 39 delle 69 medaglie a Tokyo 2020, un risultato storico che deriva proprio dai grandi progressi della FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico). Ma la fame di Monica Boggioni sembra insaziabile: “Sicuramente si può fare di più, ma perché quello che insegna lo sport. Non esistono limiti nello sport, esistono solo perché bisogna impegnarsi tutti insieme per superarli. Alla fine il bello e poter sempre darsi un obiettivo e lavorare per raggiungerlo insieme”.

Parole che sono frutto dei valori che la FINP ed il movimento paralimpico trasmettono ai propri atleti e di una maturità fuori dal comune per una ragazza del 1998. Per Monica è importante trasmetterli a ragazzi della sua generazione che la seguono su Instagram e durante le sue gare.

Monica Boggioni: “Siamo così uniti da definirci famiglia”

Monica Boggioni fa parte di una grande famiglia sportiva, appunto, quella della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, la federazione del CT Riccardo Vernole e di Roberto Valori, presidente della suddetta e vicepresidente del Comitato Italiano Paralimpico.

“La nostra grande forza è quella di essere un team così unito da definirci famiglia – ci spiega la nuotatrice -. Si impara a condividere tanto, non solo l’evento sportivo, ma gioie e anche delusioni, anche se spesso non hanno la stessa visibilità di tutte le gioie, ma che sono comunque parte di questo gruppo ed è giusto gestirle insieme. Fanno parte di tutti e servono a tutti per crescere”. Grazie allo sport si ha la possibilità di mettersi in gioco e crescere imparando gli importanti valori che esso trasmette.

Monica Boggioni: “Lo sport non sempre è accessibile per le persone con disabilità”

Monica Boggioni sottolinea quanto lo sport sia importante per accettare se stessi e far diventare la disabilità come un punto di forza. Per farlo però è necessario che la pratica sportiva sia totalmente accessibile.

“Lo sport non sempre è accessibile per le persone con disabilità – denuncia l’atleta -. Il percorso per arrivare ad una Paralimpiade non è semplice e spesso i ragazzi con disabilità sono maggiormente limitati in questo. Mi auguro che i riflettori che si sono accesi per questa Paralimpiade non si spengano, o comunque non si spengano sulle problematiche che spesso ci sono: l’accesso agli impianti, la facilità e la fruibilità dello sport paralimpico”.

Monica parla poi di abilismo e di come le Paralimpiadi riescano a scavalcare il pietismo e gli sguardi compassionevoli che spesso, soprattutto al di fuori del contesto sportivo, sono protagonisti di stereotipi e luoghi comuni. I grandi eventi sportivi spostano l’attenzione su ciò che una persona è un grado di fare, pongono l’accento sulla figura dell’atleta.

“La cosa bella di una Paralimpiade è che permette di vedere in primis l’atleta e poi la disabilità – sottolinea Boggioni -. Quel livello culturale che bisogna superare. E questo non vuol dire non vedere la disabilità o cancellarla, perché la disabilità è una caratteristica di una persona. Quindi bisogna imparare a vedere prima la persona. Nello sport prima l’atleta, che ha una disabilità, elogiando la performance sportiva. Non avere quella compassione e quel pietismo del perché tutti sono campioni perché sono disabili. Non è vero: non tutti i disabili sono campioni, non tutti i disabili sono eroi, ma tutti i disabili sono persone”.

Chi è Monica Boggioni?

Monica Boggioni è nata il 5 agosto 1998 a Pavia. Sin da piccola pratica sport, su consiglio dei medici, per contrastare la diplegia spastica. Oggi è una campionessa di nuoto paralimpico, ha una laurea con 110/110 in Biotecnologie all’Università di Pavia ottenuta nel 2020 e sta studiando Genetica Medica.

Sogna di curare alcune patologie ancora poco conosciute e magari, un giorno, riuscire a migliorare la condizione di salute di alcuni bambini e famiglie. A Tokyo 2020 ha conquistato 3 medaglie di bronzo: nei 100 m stile libero (categoria S4), nei 200 m stile libero (categoria S5) e nei 200 m misti femminili (categoria SM5).

Per arrivare a questi risultati ha dovuto anche superare difficoltà nei movimenti provocata da una distonia agli arti superiori e complicanze da atteggiamenti mioclonici (ancora poco conosciuta). Il suo palmares conta inoltre 3 ori, 3 argenti e 2 bronzi ai Mondiali di nuoto, e 5 ori, 5 argenti e 3 bronzi agli Europei.

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  • medaglia tokyo 2020
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Junior Ferreira
La sua esperienza nel mondo della disabilità spazia dallo sport (paralimpiadi, mondiali, europei e tornei in tutte le discipline paralimpiche) agli approfondimenti medici e scientifici riguardanti la disabilità. Con reportage di eventi, foto, riprese, montaggio video e gestione dei canali social contribuisce alla costruzione della struttura dei siti Abilitychannel.tv ed Heyoka.it

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