Ray Charles: chi era The Genius e biografia del padre del soul

Redazione:

Considerato il padre della musica soul, Ray Charles fu un importante quanto influente cantante e pianista statunitense, capace di portare la musica soul, jazz e blues, ritenuti generi di nicchia, nel mondo del pop. Nonostante un successo incredibile, Charles ha dovuto affrontare anche situazioni spiacevoli riguardanti la vita privata, ma ciò non ha impedito all’artista di restare nella leggenda.

Chi era Ray Charles?

Ray Charles Robinson nacque ad Albany il 23 settembre 1930 è scomparve a Beverly Hills il 10 giugno 2004 all’età di 73 anni. È considerato il padre del suol, tanto da guadagnarsi il soprannome “The Genius” visto il suo straordinario talento artistico.

Ray era il figlio di Balley Robinson, un meccanico, e Aretha Williams, impiegata, una famiglia di umili origini. Dopo il trasferimento a Greenville, la sua infanzia fu abbastanza turbolenta, non solo perché proveniva dal sud segregazionista statunitense, ma anche per alcune vicende private: il padre lasciò presto la sua compagna e i suoi due figli (Balley e Aretha non erano sposati); Ray fu testimone impotente della morte di George, il fratello minore, annegato in una tinozza.

Ray Charles non nacque cieco, ma accusò i primi problemi alla vista all’età di 5 anni: il cambiamento fu graduale, in quanto inizialmente accusò problemi alla vista per poi perderla completamente a 7 anni. A oggi non si conoscono i motivi della cecità del piccolo Ray: le ipotesi più accreditate riguardano il glaucoma o un’infezione mai curata.

Vista la sua condizione, dal 1937 al 1945 frequentò la scuola per ciechi e sordi St. Augustine’s in Florida, dove venne a contatto per la prima volta con la musica e imparò a leggere in Braille. Fu proprio in questo periodo però che morì la madre (qualche anno dopo scomparve anche il padre), e ciò portò Ray ad abbandonare la scuola, poiché si dovette trasferire presso un’amica di famiglia a Jacksonville.

Ray Charles

La carriera di Ray Charles

Da qui in poi debutterà l’attività di musicista itinerante, anni in cui inizierà anche a indossare i suoi iconici occhiali. La svolta però è nel 1947, quando, trasferitosi a Seattle, incise i suoi primi dischi. Nel 1951 il brano “Baby, Let Me Hold Your Hand” entra nelle classifiche di vendita.

Fin da quando aveva iniziato a studiare musica, Ray Charles erano rimasto affascinato da generi come il soul, il country, il jazz, il gospel e il blues, riuscendo a portare avanti questa passione anche nei primi anni della sua carriera indipendente. “Io sono nato con la musica dentro di me. È l’unica spiegazione che conosco per quello che ho realizzato nella vita” è una delle frasi più celebri riconosciute all’artista, parole che spiegano anche il profondo amore di Charles verso quest’arte.

Leggi anche: Persone disabili famosi: alla scoperta delle storie di 9 icone moderne

A Seattle Ray diventa una celebrità, ed è sempre in questa città che fonderà nel 1947 il “McSon Trio“, la prima “black band” con un proprio show televisivo, in cui l’artista dimostrerà le sue doti canore e artistiche. Due anni dopo registrerà il suo primo disco “Confession Blues” e nel 1954 il brano “I got the woman” sarà riconosciuto come un importante spartiacque nella storia della Black Music. I suoi inizi musicali sono fortemente influenzati da Nat King Cole, l’apripista della musica soul.

Il successo si amplia ancora di più verso la fine degli anni Cinquanta, quando le radio cominciano a suonare “What’d I Say“, brano che determinerà per Ray Charles incredibile popolarità anche nel mondo della pop music. Successivamente arrivarono altri grandi riconoscimenti e apprezzamenti da parte del pubblico per le canzoni “Georgia on My Mind“, “Hit the Road Jack” e “Unchain My Heart“.

A metà degli anni Sessanta però Ray Charles vivrà uno dei momenti più bui della sua carriera, nonché della sua vita privata. Nel 1965 viene arrestato per possesso di eroina, droga da cui sembra essere dipendente da circa 20 anni. Evitò il carcere prendendo parte a un percorso di disintossicazione in una clinica di Los Angeles.

La carriera artistica andò comunque avanti, tra alti e bassi, tra hit e flop, ma qualcosa doveva essere ricostruito. Nel 1977 Ray Charles diventò conduttore del Saturday Night Live, mentre nel 1979 cantò “Georgia on My Mind” di fronte all’Assemblea generale della Georgia in favore dei diritti civili.

Il ritorno sulla cresta dell’onda fu però segnato dalla sua partecipazione nel film “The Blues Brothers” (1980) e dalla sua presenza in una pubblicità della Coca Cola (anni Novanta), grazie alla quale rese celebre la frase “You got the right one, baby”. Inoltre nel 1985 prese parte a “We are the world”, singolo con scopo benefico composto da un gruppo di supercelebrità della musica pop.

Gli anni successivi Ray Charles produsse importanti collaborazioni artistiche, come esser stato ospite del tour “Oro, Incenso e Birra” di Zucchero Fornaciari (con cui collaborerà anche nel 2001), e incluso nella canzone “I’ll be good to you” di Quincy Jones. Nel 1990 partecipò al Festival di Sanremo e, assieme a Totò Cutugno, con il brano “Good Love Gone Bad / Gli amori“, si piazzò al secondo posto, dietro a “Uomini Soldi” dei Pooh.

La morte di Ray Charles

In tutti questi anni, Ray Charles si sposò due volte, ma ebbe 12 figli da 7 donne diverse. Ray Charles morì all’età di 73 anni per alcune complicazioni dovute a una malattia al fegato. Due mesi dopo la morte uscirà il suo ultimo lavoro, “Genius Loves Company“, un disco di duetti che vede la partecipazione di artisti stratosferici, come B.B King, Van Morrison, Willie Nelson, James Taylor, Natalie Cole, Elton John, Bonnie Raitt e Norah Jones.

Nello stesso anno, il 2004, il Magazine Rolling Stone inserirà The Genius al decimo posto della classifica dei 100 artisti più grandi di tutti i tempi. Tra i suoi maggiori successi artistici, possiamo ricordare:

  • What’d I Say
  • Hit the road Jack
  • Unchain my heart
  • You don’t know me
  • I can’t stop loving you 
  • Night time is the right time
  • Georgia on my mind, che nel 1979 è proclamata canzone ufficiale della Georgia.

Infine nel 2004 uscirà “Ray“, film diretto da Taylor Hackford e basato sulla vita dell’artista, in cui si da ampio spazio al vissuto di Charles partendo dall’infanzia e affrontando il periodo buio della droga. In questa pellicola, The Genius è stato interpretato da Jamie Foxx, il quale per questo ruolo ha ricevuto il Premio Oscar come “Migliore attore protagonista”.

Leggi anche: Film sulla disabilità: ecco alcune pellicole da vedere

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

ARTICOLI CORRELATI

Resta aggiornato

Riceverai nella tua e-mail tutti gli aggiornamenti sul mondo di Ability Channel.

 

Carrozzine per disabili: tutto quello che c’è da sapere

Contenuto sponsorizzato
 

Autonomia e Libertà sinonimi di viaggio

Contenuto sponsorizzato