Festa della Mamma: origini e perché non ha una data fissa

Redazione:

La Festa della Mamma, così come la Festa del Papà, è una ricorrenza celebrata in tutto il mondo. In Italia la data di questa celebrazione non è fissa, ma ricorre ogni anno a maggio, come in altri Paesi: Giappone, Australia, USA, Portogallo, Spagna e Ungheria.

In altre nazioni invece i mesi in cui questa festa viene celebrata sono altri: a novembre in Russia, ad aprile in Armenia, a marzo nei Paesi balcanici e via discorrendo. Ma com’è nata la Festa della Mamma e quali sono state le protagoniste delle sue origini?

Come nasce la Festa della Mamma?

La storia della Festa della Mamma ha radici lontanissime, che poggiano addirittura nel periodo greco-romano, quando la figura della mamma veniva legata esclusivamente a divinità femminili, allo scopo di celebrarne la fertilità. Di fatto, questa festa non ha origini cristiane, ma poggia su tradizioni pagane. All’epoca, i greci veneravano Rea, la madre di tutti gli dei, mentre i romani pregavano Cibele, simbolo della Natura e di tutte le madri.

Tuttavia la Festa della Mamma così come la conosciamo oggi deve i suoi natali a diverse figure della storia recente. Ad esempio, tra il 1860 e il 1870, diventarono celebri la pacifista americana Ann Reeves Jarvis e sua figlia Anna, le quali promossero iniziative di festa per favorire l’amicizia tra mamme Nordiste e Sudiste, a seguito della Guerra Civile Americana. In particolare Anna, a seguito della morte della madre, combatté fermamente in questa causa, andando anche contro chi decise di commercializzare questa iniziativa. Fu poi il presidente americano Woodrow Wilson a ufficializzare questa celebrazione nel 1914.

Un altro nome fondamentale per la storia della Festa della Mamma è stato quello di Julia Ward Howe, che nella stessa epoca scrisse la Mother’s Day Proclamation, un documento che esortava le donne ad assumere un ruolo attivo nel processo di pianificazione tra gli Stati americani.

La storia della Festa della Mamma in Italia

Anche la storia della Festa della Mamma nel nostro Paese è più recente, e ci sono diversi eventi che vengono citati. Ad esempio nel 1952 Emma Lubian Missiaia, direttrice della Scuola Civica “Angela Contini”, chiese agli alunni di preparare dei piccoli doni da consegnare alle proprie mamme.

Oppure nel 1957 don Otello Migliosi, un sacerdote del borgo di Tordibetto ad Assisi, celebrò la figura della mamma cristiana esaltando gli aspetti della maternità. Si raccontano poi altri episodi, come ad esempio l’iniziativa di alcuni fiorai in Liguria, al fine di vendere più fiori.

In linea generale, in Italia la Festa della Mamma si sviluppò per vari scopi: religiosi, celebrativi e commerciali. Prima ancora però, durante il periodo fascista, il 24 dicembre di ogni anno veniva celebrata la Giornata della madre e del fanciullo, con scopi propagandistici, in quanto richiamava la politica della natalità del regime fascista, che premiava le donne più prolifiche. Infine, grazie alla volontà del senatore Raul Zaccari, dal 1958 la festa divenne una ricorrenza nazionale.

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Qual è il giorno preciso della Festa della Mamma?

Attualmente la Festa della Mamma si celebra ogni seconda domenica di maggio, sebbene prima del 2001 in Italia le celebrazioni erano fissate l’8 maggio, data in cui cade la commemorazione cattolica della Madonna del Rosario di Pompei. Quest’anno ad esempio si celebra l’11 maggio 2025. Invece Maggio è il mese scelto poiché è dedicato alla Madonna, la mamma di tutte le mamme.

Qual è il fiore simbolo della Festa della Mamma?

Il fiore simbolo della Festa della Mamma viene dalla stessa Anna Jarvis, che scelse il garofano, il preferito della defunta madre. Oggi però sono stati introdotti altri fiori per dimostrare amore e affetto alla propria mamma: principalmente viene regalata l’azalea, che rappresenta la tenerezza, la gratitudine e l’amore materno.

Una scelta radicata grazie soprattutto all’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, che raccoglie fondi grazie alla vendita di questi fiori durante la Festa della Mamma. Ci sono poi tantissimi altri fiori che possono essere regalati in occasione di questa festa: la rosa, il tulipano, la margherita e l’orchidea.

Festa della mamma e disabilità: il ruolo invisibili delle madri caregiver

La Festa della Mamma è anche un’occasione fondamentale per sensibilizzare l’opinione pubblica su determinate tematiche sociali. Ad esempio, la continua – quanto pedissequa – esigenza di osservare il ruolo della madre unicamente come custode del focolare domestico e procreatrice di vita. Un’immagine ormai desueda, da abbandonare.

Un altro aspetto poi su cui possiamo poggiare il nostro senso critico riguarda il tema delle caregiver, principalmente donne, che nella maggioranza dei casi si trovano a dover ricalibrare totalmente la propria vita in funzione di un proprio familiare con disabilità gravissima. Spesso questo ruolo viene assunto proprio dalle donne, che possono essere figlie, sorelle e, anche, mamme.

E sono le storie a dimostrarlo. Elisa Mazzone è mamma di tre figli, di cui una ha una disabilità gravissima, e in un’intervista a Vita ha raccontato: “Sono 6 anni che non ho un sonno ristoratore perché con un orecchio devo sempre ascoltare mia figlia, come chi fa il turno di notte, 6 anni che non ho un attimo di spensieratezza come un grande imprenditore, 6 anni… senza mai un giorno senza far niente’ eppure cosa posso rispondere a chi non vive la mia giornata? Lavoro io? No! Ufficialmente io non lavoro! Ciò significa che, in teoria, io avrei tempo libero… Proprio io che la libertà non ho più il tempo neppure di sognarla a occhi chiusi! E allora mi chiedo perché quando mia figlia vomita, medici e infermieri in ospedale vengono pagati per assisterla e io no? Ognuno di loro dopo 8 ore torna a casa, io no!“.

Questa invisibilità sociale è condivisa da molte altre madri, come Sofia, Erika e Cristina, che chiedono un riconoscimento giuridico e sociale del loro ruolo, senza che la solidarietà familiare diventi un alibi per lo Stato per non garantire servizi adeguati: “Perché nessuno sceglie di assumere questo ruolo, ti ci trovi catapultataha raccontato Sofia all’Avvenire -. E spesso fin dal primo momento è necessario assumersi la responsabilità non solo delle cure quotidiane, ma di costruire e sostenere la vita della persona con disabilità. Con tutto il carico di complessità, stanchezza, solitudine quotidiana che questo comporta“.

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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