Covid, la variante Arturo colpisce occhi e bambini: quanto ne sappiamo?

Redazione:

La variante del Covid Arturo (o meglio, la sottovariante della variante Omicron) sta generando diverse preoccupazioni in India, e ora anche le autorità internazionali monitorano la situazione. Perché sì, la circolazione del Sars-CoV-2 non si è fermata, e con essa le varie mutazioni che ne possono derivare.

Ed è proprio l’India a registrare la maggiore diffusione della variante Arturo (a quanto apprendiamo, un soprannome dato dal web). Secondo il bollettino datata 27 marzo 2023 dell’INSACOG, centro per il sequenziamento e il monitoraggio del virus organizzato dal governo indiano nel 2020, la variante XBB.1.16 (il nome scientifico della variante Arturo) è stata osservata “in diverse parti dell’India” rappresentando “il 38,2% dell’infezione fino ad oggi“.

Sebbene la situazione appaia sotto controllo, a lanciare un secondo allarme è Vipin M. Vashishtha, ex coordinatore dell’Accademia indiana di pediatria e componente dell’iniziativa Vaccine Safety Net (Vsn) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il quale in un tweet ha segnalato che in tale variante del Covid “sembra emergere un fenotipo infantile: neonati trattati con febbre alta, raffreddore e tosse e congiuntivite pruriginosa non purulenta con occhi appiccicosi, non osservati nelle ondate precedenti”.

Cosa sappiamo sulla variante Arturo?

Secondo un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità del 31 marzo 2023, la variante XBB.1.16 è una ricombinante dei sotto-lignaggio omicron BJ.1 e BM.1.1.1 con mutazioni addizionali S:R408S e S:F486P. In quel documento, l’ISS ha evidenziato che, “sebbene la numerosità risulti ancora contenuta, XBB.1.16 è stato identificato in 21 Paesi e sembra essere associato al recente incremento nel numero di casi registrato in India”.

Prima ancora però, il 29 marzo 2023, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha organizzato una conferenza stampa per dare maggiori informazioni sulla variante Arturo. La dottoressa Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico sulla situazione Covid-19, ha spiegato che XBB.1.16 è una variante monitorata dall’OMS ed è “molto simile nel profilo a XBB.1.5” (la variante Kraken).

Nel descrivere le proprietà di XBB.1.16, la dott.ssa Van Kerkhove ha sottolineato che “ha un’ulteriore mutazione mutazionale nella proteina spike che negli studi di laboratorio mostra un aumento dell’infettività, nonché un potenziale aumento della patogenicità”. In sintesi, “ha potenziali cambiamenti che dobbiamo tenere d’occhio”.

Secondo i dati dell’OMS, tale variante è in circolazione da pochi mesi e “al momento ci sono solo circa 800 sequenze di XBB.1.16 provenienti da 22 paesi. La maggior parte delle sequenze proviene dall’India e in India XBB.1.16 ha sostituito le altre varianti in circolazione”. L’esperta però ha evidenziato che “non abbiamo visto un cambiamento nella gravità negli individui o nelle popolazioni”.

Prima di spiegare ciò, Van Kerkhove ha comunuque rammentato che l’emergenza pubblica internazionale ancora non è finita, poiché il virus sta circolando e, sebbene ci troviamo in una situazione migliore rispetto agli inizi (meno incidenza di ospedalizzazione, meno terapia intensiva, meno morti), “una delle grandi incertezze che dobbiamo affrontare in futuro è il virus stesso. Non si è stabilizzato in uno schema prevedibile. Continua ad evolversi […]. Una delle cose che ci preoccupa molto è la possibilità che il virus cambi, diventando non solo più trasmissibile ma anche più grave”.

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variante covid arturo sintomi
By photocreo da Envato Elements

Quali sono i sintomi della variante Arturo del Covid?

Al momento i sintomi riconosciuti nella variante Arturo sono noti a molti. Diversi quotidiani internazionali riportano i classici segni: febbre, mal di testa, dolori muscolari e mal di gola. A questo, secondo quanto dichiarato dall’esperto Vipin M. Vashishtha, bisognerebbe aggiungere anche la congiuntivite pruriginosa non purulenta con occhi appiccicosi.

In un’intervista al Jagran English, il dottor Rahul Sharma, direttore aggiuntivo di pneumologia e terapia intensiva all’ospedale di Fortis Noida (India), ha dichiarato che “i sintomi del Covid sono una preoccupazione a causa delle sue somiglianze con i sintomi dell’influenza e finora non sono stati identificati nuovi sintomi che lo distinguono dai sintomi dell’influenza, tranne alcuni sintomi addominali e una nuova perdita dell’olfatto in un numero molto limitato di pazienti”.

Dobbiamo preoccuparci della variante del Covid Arturo?

Come accaduto per le altre varianti precedentemente studiate (come Centaurus, Cerberus e Bythos), anche Arturo richiede un’attenzione scientifica. Dunque, per comprendere appieno la pericolosità o meno di questa variante del Covid, scopriamo cosa dicono gli organi competenti.

L’ECDC (il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) è ben consapevole che XBB.1.16 è in circolazione, e l’ha inserita nella tabella delle varianti sotto monitoraggio. All’interno di questo elenco vengono registrate varianti segnalate attraverso “l’intelligenza epidemica, lo screening delle varianti genomiche basato su regole o prove scientifiche preliminari” che studia “alcune indicazioni che potrebbero avere proprietà simili a quelle di un COV, ma le prove sono deboli o non sono ancora state valutate dall’ECDC”.

In particolare, le varianti classificate in questa sezione “devono essere presenti in almeno un focolaio, rilevato in una comunità all’interno dell’UE/SEE, oppure devono esserci prove che vi sia una trasmissione comunitaria della variante in altre parti del mondo”.

In una nota diffusa dall’agenzia stampa indiana Press Trust of India, il dottor Randeep Guleria, ex direttore dell’AIIMS ed ex componente della task force nazionale sul Covid, ha affermato che “fintanto che non portano a gravi malattie, ricoveri e decessi, va bene perché aiuta a dare un certo grado di immunità alla popolazione se ha una malattia lieve”.

Leggi anche: Esistono persone che potrebbero essere immuni al Covid?

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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