Cannabis, avvocati di Walter De Benedetto: “Serve normativa chiara”

In Italia la normativa sulla cannabis è piuttosto confusa, e molto spesso genera enorme disordine informativo, soprattutto in seno a emanazioni processuali. Al momento questa pianta non è legalizzata in Italia, ma tanto meno legiferata a dovere.

Ciò ha portato diverse persone (soprattutto con disabilità) a dover ricorrere alla giustizia per poter dimostrare l’uso terapeutico della cannabis, come ad esempio nel caso di Walter De Benedetto.

Cannabis, esistono casi simili a Walter De Benedetto?

La vicenda di Walter De Benedetto non è isolata, bensì la più nota nella cronaca recente. A confermarlo sono gli avvocati dell’uomo, che abbiamo incontrato durante una manifestazione sulla cannabis di metà giugno organizzata da Meglio Legale e 6000 sardine.

In certi casi, come ci ha spiegato Lorenzo Simonetti, i giudici si rivelano “sensibili alla detenzione e alla coltivazione per uso personale” della cannabis. In situazioni più delicate, invece, come quello di “un paziente che aveva una coltivazione di 49 piante e 3 kg di detenzione di sostanza stupefacente ai fini terapeutici”, arrivano anche delle condanne. Tuttavia, nella fattispecie citata, “il giudice ha capito la delicatezza del caso concreto e ricorreremo in appello”.

La prospettiva da osservare, secondo Claudio Miglio, è nell’approvvigionamento “non continuo e non sufficiente da parte del Servizio Sanitario Nazionale”, che “molte volte costringe i pazienti a un’autoproduzione della sostanza“. Oltretutto ci sono episodi in cui le persone consumano anche quantità non modiche, e ciò “porta il tribunale a giudicare penalmente rilevante la loro condotta”.

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I problemi legislativi sulla cannabis

Non basta tale caos giuridico a creare complessità sul tema. Come ha sottolineato Miglio, l’attuale monopolio di approvvigionamento e offerta della cannabis terapeutica, detenuto dal campo militare di Firenze, non è sufficiente a coprire la domanda. “Se ci fosse un approvvigionamento sufficiente di medicinale a base della sostanza, è chiaro che non si porrebbe proprio il problema”.

Un altro grattacapo, per Simonetti, lo ha generato il Decreto Lorenzin del 2017, che “ha indicato delle patologie gravi, con la riserva di ampliarne il numero, per le quali, a carico del SSN, dovrebbe essere somministrata gratuitamente la cannabis. Quindi l’ostacolo è il numero chiuso delle patologie“. Infine, ci sarebbe anche “un problema di sensibilità e di discrezionalità da parte dei medici di riconoscere l’uso terapeutico della cannabis”.

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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