La diplegia spastica

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La diplegia spastica, insieme all’emiplegia, rappresenta la forma più comune di paralisi cerebrale infantile. Vediamone cenni epidemiologici, eziologia e trattamenti possibili.

Diplegia spastica

Diplegia spastica, cenni epidemiologici

La diplegia spastica è una forma di paralisi cerebrale infantile che colpisce entrambe le gambe. La valutazione dell’incidenza e della prevalenza di queste forme di  paralisi cerebrale infantile in Italia è molto difficoltosa, in quanto manca a tutt’oggi un sistema centralizzato ed unificato di rilevamento della diagnosi e i pochi studi esistenti riguardano popolazioni selezionate appartenenti ad un singolo centro o abitanti di una piccola area geografica.

Un ulteriore problema è l’età che viene corretta per porre la diagnosi: se si è concordi nel ritenere che non si possa porre una diagnosi di paralisi cerebrale prima della fine del primo anno di vita, è difficile invece stabilire con esattezza qual è l’età della diagnosi definitiva: casi di bambini molto piccoli (sotto i tre anni) possono far sottostimare la vera prevalenza perché i quadri più sfumati e lievi possono rendersi evidenti anche ad un’età più tardiva; inoltre un quadro clinico inizialmente diagnosticato può, con il passare dei primi anni di vita, migliorare e modificarsi fino a far classificare lo stesso bambino come affetto da un’altra forma di paralisi cerebrale infantile o addirittura “guarito”.

Eziologia della diplegia spastica

Diplegia spasticaIl quadro della diplegia spastica, forma di paralisi cerebrale infantile caratteristica dei neonati prematuri, è di solito legata a un’encefalopatia ipossico-ischemica che colpisce la sostanza bianca periventricolare, dove decorrono i fasci piramidali destinati agli arti inferiori. Questo tipo di ischemia è determinata dall’immaturità del sistema vascolare dei prematuri. La maturazione dei vasi che ossigenano le zone più profonde dell’encefalo avviene nell’ultimo trimestre di gravidanza, pertanto è frequente che il neonato prematuro vada incontro ad ischemie periventricolari.
E’ sufficiente una lieve difficoltà respiratoria affinché l’apporto sanguigno nelle zone periventricolari risulti insufficiente, determinando un quadro di spasticità nettamente prevalente agli arti inferiori. Questo accade perché le fibre motorie destinate agli arti inferiori decorrono più in profondità rispetto a quelle destinate agli arti superiori, quindi saranno le più compromesse. Un’altra possibile causa di diplegia spastica è l’emorragia periventricolare, anch’essa causata dall’immaturità delle strutture vascolari in questa zona.

Trattamenti disponibili

Diplegia spasticaTra i trattamenti consigliati si riconoscono:

  • fisioterapia;
  • terapia occupazionale;
  • terapia del linguaggio;
  • trattamento della disfagia;
  • trattamento dei disturbi cognitivi;
  • trattamento dei deficit sensoriali (acustici, visivi);
  • uso di farmaci per ridurre l’ipertonia;
  • trattamenti ortopedici;
  • chirurgia per gastrostomia;
  • uso di ortesi;
  • uso di ausili per la deambulazione;
  • supporto psicologico familiare.

Il ricorso a tali molteplici competenze va valutato di caso in caso, ma sempre cercando di motivare il bambino in modo che partecipi attivamente alla terapia.

Redazione - Ability Channel
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