Il tampone per il Covid torna obbligatorio, ma solo per alcuni luoghi e in determinate circostanze. Tutta a causa di un andamento dei contagi che lievemente sta tornando ad alzarsi, complice anche le numerose varianti e sottovarianti registrate in estate, come Pirola, che al momento comunque non fanno registrare enormi preoccupazioni.
Dove sarà obbligatorio il tampone Covid?
In parte lo sapevamo già: secondo uno studio dei primi mesi della pandemia, al fine di convivere con il Covid sarebbe stato necessario utilizzare strumenti come mascherine e tamponi almeno fino al 2025.
Insomma, è giusto mantenere la guardia di fronte all’evoluzione del virus Sars-CoV-2, ma non dobbiamo farne un dramma: adesso conosciamo meglio il nemico, e abbiamo le strategie adeguate per contrastarlo. Una di queste, appunto, è il tampone che aiuta a rintracciare la presenza o meno del Covid.
La circolare n. 27648 dell’8 settembre 2023 del Ministero della Salute elenca nuove raccomandazioni per una diagnosi efficace di Sars-CoV-2, ma solamente per le strutture ospedaliere, visto che si potrebbe incorrere nel rischio di intasare reparti e terapie intensive, come accaduto nella fase più acuta della pandemia. Oltre al luogo in sé, ci sono alcune casistiche specifiche in cui il tampone è obbligatorio:
- per i pazienti con sintomi compatibili al Covid;
- per i pazienti che hanno avuto contatti stretti con un caso confermato di Covid negli ultimi 5 giorni;
- per i pazienti, anche asintomatici, che devono effettuare un ricovero o un trasferimento in setting assistenziale ad alto rischio;
- per accedere alle strutture RSA, sia per nuovi ingressi sia per trasferimenti.
Resta concessa comunque la libertà ai direttori sanitari se introdurre altri sistemi di protezione, come l’obbligo della mascherina o effettuare entrate contingentate nella struttura.
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